L’autostima è qualcosa che va coltivato fin da piccoli: ne va dell’equilibrio dei bambini e della loro capacità di dare il meglio di sé, a partire dalla scuola.
Gli esami nella vita non finiscono mai, ma cominciano sui banchi di scuola, quando siamo ancora bambini. È lì che impariamo (anche) a coltivare la nostra autostima mettendoci alla prova e ottenendo le prime gratifiche da insegnanti, genitori e compagni. Tra successi e anche, inevitabilmente, piccoli errori dai quali imparare per crescere.
In un libro intitolato “Autostima alla riscossa!”, il pedagogista Germain Duclos spiega ai genitori quanto sia importante sostenere i bambini in una buona riuscita scolastica, e far capire loro che i risultati dipendono dal loro impegno e un insuccesso non è un fallimento, ma un’occasione per migliorare. L’ingresso in prima elementare è una tappa fondamentale nella vita di un bambino: ecco le “istruzioni per l’uso”.
Germain Duclos mette in fila 10 regole per i genitori che si trovano ad affrontare la prima esperienza del bambino sui banchi di scuola:
1. Insegnategli che è lui a determinare i risultati. “Chi semina raccoglie”, si sarebbe detto un tempo. Il bambino deve capire che c’è un nesso diretto tra le sue azioni e il risultato finale.
2. Aiutatelo a migliorare la concentrazione. Spesso i bambini vanno male a scuola perché non riescono a stare attenti. Individuate insieme a lui le fonti di distrazione e trovate una soluzione pratica. Incoraggiatelo e complimentatevi per i loro progressi,
3. Stimolate una giusta motivazione. Niente premi, promesse o punizioni: i bambini devono trovare dentro di sé il piacere di imparare e riuscire. Spiegategli che le cose che impara a scuola sono utili per la vita di tutti i giorni: dai giochi di costruzioni ai soldi per comprare il gelato… Il tutto senza stress!
4. Spingetelo a trovare il giusto metodo di studio. Ognuno ha il suo per studiare, memorizzare, imparare, ripassare. Bisogna sperimentare, con tanta pazienza e perseveranza, fino a troverete quello migliore.
5. Inculcategli uno spirito di autonomia e il senso di responsabilità. L’iperprotezione è dannosa perché crea uno stato di dipendenza che spesso si protrae fino all’età adulta. Responsabilizzate il bambino mostrando che vi fidate di lui. Mai sostituirlo nei compiti: fategli capire che è lui a dover scegliere.
6. Mai incolpare l’insegnante. Non c’è cosa più diseducativa di commentare un brutto voto a scuola prendendosela con l’insegnante. Se il docente è effettivamente un problema, parlateci direttamente. A vostro figlio spiegate che è lui il principale artefice del suo apprendimento.
7. Amate vostro figlio a prescindere dal rendimento scolastico. Nei successi come negli insuccessi, non perdete mai il senso di complicità, affetto ed empatia.
8. Incoraggiatelo dopo un insuccesso. Non permettete che si autodenigri. Raccontategli dei vostri insuccessi e ditegli quanto vi sono stati utili.
9. Mai sminuire le sue difficoltà. Il brutto risultato non va ignorato, ma accettato e discusso per capire dove si è sbagliato e come non ripetere l’errore. Attenti però anche a non lodare il bambino in tutto quello che fa: sarebbe altrettanto deleterio.
10. I voti non sono tutto nella vita. Guai a caricare di aspettative il rapporto con vostro figlio. Lui vale per quello che è, non per i voti che prende. E una persona può riuscire magnificamente nella vita a prescindere dal rendimento scolastico.
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