Quanto costa fare un figlio in Italia? Una cifra folle al giorno d’oggi, ma differente in base alla posizione geografica. Ecco l’incremento nel 2023
In Italia si fanno sempre meno figli, con il 2023 che ha toccato il minimo storico. Nel nostro Paese, con meno di 7 neonati e più di 12 decessi per 1.000 abitanti, è una delle nazioni al mondo con meno nascite. Inoltre, la popolazione residente ha registrato un calo del 3% all’1 gennaio 2023, principalmente a causa dell’eccesso di decessi rispetto alle nascite, non compensato dai movimenti migratori con l’estero. Nel 2022, si sono registrati 713mila decessi e solo 393mila nascite, raggiungendo un nuovo record storico di natalità bassa e un saldo naturale negativo di -320mila unità.
Sono tanti i motivi che spingono le coppie a rimandare la genitorialità o addirittura a rinunciare a fare figli. Dalla scelta personale, dall’evoluzione della famiglia, all’invecchiamento della popolazione e l’instabilità delle coppie, fino all’assenza di welfare tipico della società italiana. In Italia, infatti, i servizi dedicati all’infanzia sono carenti e le donne si trovano spesso in difficoltà a conciliare lavoro con famiglia. Un altro problema è l’alto costo che rappresenta un figlio di fronte a stipendi troppo bassi e l’inflazione.
Quanto costa un figlio oggi? Cifre folli
Che mettere al mondo un figlio oggi costi troppo non è un dubbio. Nonostante le recenti politiche, che hanno introdotto bonus, Assegno Unico e incentivi, questo non basta per rendere la genitorialità un fattore economicamente poco oneroso. Basti pensare, ad esempio, al costo alto degli asili nido e i prodotti dell’infanzia. Stando a quanto riporta il quotidiano Il Messaggero, sui calcoli del Presidente del Forum delle Associazioni familiari, Adriano Bordignon, per ogni figlio minorenne, in Italia una famiglia spende in media circa 740 euro.
Il costo ha avuto un aumento dopo il Covid e con l’inflazione, poiché prima i nuclei spendevano intorno ai 640 euro. La spesa per un figlio minorenne varia a seconda della zona geografica in cui si vive. Al Nord, infatti, la spesa mensile supera gli 820 euro, al centro si aggira intorno ai 810 euro, mentre al Sud e nelle isole si riduce a 580 euro. Le famiglie meno abbienti hanno visto crescere la spesa per i figli, in particolare quelle in condizione di povertà, il cui carrello della spesa rappresenta addirittura un terzo della spesa per un figlio.
L’inflazione ha risparmiato le spese ricreative e culturali, ma non quelle per i servizi in generale. Secondo Bordignon, la spesa delle famiglie con figli è aumentata del 20% rispetto al periodo pre-Covid, mentre quella delle famiglie benestanti è cresciuta solo del 10%. Questo spiega perché il 2023 ha segnato un record per quanto riguarda il calo demografico. A pesare sulle famiglie sono i pannolini, ma anche il cibo e l’istruzione (che in Italia non è gratuita).
Per questo motivo il Governo sta puntando a rafforzare l’Assegno Unico per le famiglie numerose. Il presidente del Forum delle Associazioni familiari ritiene importante che il Governo stia intervenendo per incrementare le nascite, ma ritiene altrettanto necessario che faccia politiche per incentivare l’occupazione femminile e giovanile. Bordignon infatti ritiene che le donne che lavorano sono più propense a fare figli, soprattutto sotto i 30 anni, poiché le famiglie con due redditi sono quelle economicamente meno povere.