Se sei abituato a pubblicare sui social network le foto dei tuoi figli, devi sapere che questa azione può avere delle gravi conseguenze
Oggi come oggi, i social network fanno parte della nostra quotidianità e privarcene sarebbe difficile. Da un lato, consentono di mettersi in contatto con persone molto lontane fisicamente e di condividere con loro fotografie, video, contenuti o anche una semplice chiacchierata, grazie alla chat. Dall’altro, però, hanno degli inevitabili rischi legati soprattutto alla privacy: se siete soliti condividere online le fotografie dei vostri figli, ecco a cosa potreste andare incontro.
Quando si diventa genitori, ci sono due possibili modi di essere. Da un lato, c’è chi diventa estremamente geloso e protettivo dell’immagine del figlio e non vuole assolutamente che se ne condividano scatti online. Dall’altro, invece, c’è chi pieno d’amore non fa altro che scattargli istantanee da mandare ad amici e parenti e da mettere sui propri profili social. Entrambi i comportamenti sono corretti, anche perché molto personali e difficili da commentare: se avete adottato il secondo, però, dovete conoscerne i rischi.
Il termine che indica la condivisione online di questo tipo di immagini si chiama “sharenting” e deriva da una fusione dei termini inglesi “to share”, condividere e “parenting”, cioè essere genitori. Si tratta di un’abitudine molto diffusa soprattutto nei genitori più giovani: secondo uno studio europeo, la maggior parte dei bambini prima che compiano cinque anni hanno già oltre un migliaio di foto online.
Secondo una pubblicazione del Journal of Pediatrics, di cui un autore è Pietro Ferrara responsabile del gruppo di studio per i diritti del bambino della Società italiana di Pediatria, i genitori spesso sono inconsapevoli dei rischi a cui sottopongono i propri figli. Si tratta però di questioni legate alla tutela dell’immagine del minore, alla riservatezza dei suoi dati personali e alla sicurezza digitale: un tema delicato ma insidioso, infatti, è quello della pedopornografia.
In Francia è già in discussione in Parlamento una proposta di legge che vorrebbe limitare la condivisione delle fotografie dei propri figli online mentre in Italia ancora questa non esiste, seppure il tema scateni sempre un’ampia discussione. Uno dei rischi maggiori è quello della pedopornografia: un’indagine della eSafety Commission australiana ha messo in evidenza come il 50% del materiale presente su questi siti derivi dai social media e, soprattutto, dagli account dei genitori dei bambini finiti inconsapevolmente vittime di questo circolo pericoloso.
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