La processionaria popola ambienti prossimi a pinete e può rappresentare un pericolo per animali, per le piante ed anche per l’uomo.
Il loro nome scientifico è Thaumetopoea Pityocampa: si tratta di lepidotteri della famiglia delle Notodontidae presenti nelle aree dell’Eurasia e del Nord Africa ed il loro appellativo colloquiale è Processionarie. Il loro destino è quello di diventare piccole falene notturne, della lunghezza di pochi centimetri. Prima della metamorfosi, però, appaiono come piccoli bruchi millepiedi e spesso vengono osservate spostarsi in gruppo ed in fila indiana, le une attaccate alle altre, come in una sorta di processione (da cui è derivato il loro nome colloquiale).
Le loro uova vengono depositate dalle falene sugli aghi degli alberi di pino nei mesi estivi di Luglio e di Agosto, che poi schiudono all’inizio dell’Autunno. In Inverno, per sopportare il freddo, creano quindi un nido collettivo a forma di minuscola pera, di colore bianco, e restano al suo interno attendendo il ritorno della Primavera. Con il ritorno del caldo, poi, lasciano il nido e per loro comincia il periodo di maggior attività, che consiste essenzialmente nel far scorta di cibo per potersi sviluppare e dunque crescere.
E sono proprio le loro “culle” di pochi mesi prima, ovvero gli aghi di pino, le prelibatezze di cui vanno voracemente in cerca per cibarsi, dando vita a vere e proprie defogliazioni. Se una pianta poi non ha più nulla da offrire, ecco che cominciano le loro processioni per spostarsi di pino in pino e proseguire a nutrirsi quanto più possibile. La loro attività è quindi definita “infestante” e può causare seri e gravi danni alle piante. Ma non solo: sono pericolosi anche per l’uomo e per gli animali.
Perché la processionaria è pericolosa anche per gli uomini e per gli animali
Quando raggiungono i 4 centimetri circa di lunghezza, ecco che il loro processo di sviluppo si è concluso. A questo punto abbandonano gli alberi e si spostano a terra, proseguendo nelle loro processioni fino a trovare la zona ideale in cui vivere stabilmente. E durante questa fase, se vengono a contatto con l’uomo o con altri animali, possono causar loro disagi e danni anche di grave entità.
La causa va ricercata nel loro pelo: quando vengono in contatto con l’uomo o, ad esempio, con un cane, per proteggersi le processionarie rilasciano frammenti di setole del pelo nella loro pelle, provocando una infezione di entità variabile, da lieve a grave a seconda del metabolismo che hanno attaccato. Nei casi peggiori, in particolare quando entrano in contatto con occhi, naso, bocca e vie respiratorie, possono provocare anche shock anafilattici ed allergie gravi.
Per contrastarle, solitamente nei pressi di centri abitati si effettuano operazioni di disinfestazione dei nidi delle processionarie durante i mesi autunnali ed invernali. In caso tuttavia noi stessi oppure i nostri animali domestici entrassimo in contatto con loro e riportassimo sintomi di intolleranza di particolare rilievo, occorre contattare immediatamente il proprio medico o farmacista di fiducia.