Altro che Festa della Mamma, le madri italiane se la vedono brutta: l’ultima ricerca svela la verità

I nuovi dati sulle mamme italiane rivelano uno scenario di discriminazioni, pregiudizi e stereotipi sulle donne che hanno figli. Il calo demografico è una conseguenza

Festa della mamma, c’è poco da festeggiare! Almeno questo per le mamme italiane, stando a numerose ricerche che fanno emergere ancora difficoltà per le donne che decidono di mettere al mondo uno o più bambini. Eppure diventare madri dovrebbe essere un’esperienza fantastica che dà serenità a chi decide di pianificare una famiglia. Le mamme italiane sembra siano, invece, penalizzate e questo si riflette sul calo della natalità, che nel 2022 ha raggiunto il minimo storico.

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Le mamme italiane se la vedono brutta, la ricerca (Freepik) – universomamma.it

Nonostante qualche piccolo passo, ovvero le recenti politiche che stanno investendo sugli asili nido, sui bonus per chi mette al mondo un bimbo e altri provvedimenti molto utili per le madri, il tasso di natalità non accenna a decollare. Lo scorso anno i bambini nati sono stati poco più di 300mila. Le cause del perché tante hanno smesso di fare figli, infatti, sembrano essere complesse e andrebbero approfondite anche dal governo, che deve impegnarsi con la pianificazione di politiche che funzionino a lungo tempo.

L’ultima ricerca che svela che essere madri in Italia è difficile

Nel nostro Paese, il primo grande problema, è l’esclusione e l’accesso limitato delle donne nel mercato del lavoro e questo fattore aumenta in base al numero dei figli a carico. Il tasso di occupazione femminile è ancora molto basso, così come la conciliazione tra lavoro e famiglia e la mancanza di supporto e i condizionamenti sociali che le fanno sentire il peso di un’immagine idealizzata della maternità.

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Le donne italiane discriminate nel lavoro (Freepik) – universomamma.it

Insomma, emerge un quadro tutt’altro che confortante delle mamme nel nostro Paese. A delinearlo la start up fiorentina Me First, composta da un team di psicologhe e psicoterapeute. La ricerca è stata condotta in collaborazione con lo spin-off accademico dell’Università degli Studi di Firenze – LabCom Ricerca e Azione per il benessere psicosociale. Il loro obiettivo è stato quello di esplorare il benessere delle madri lavoratrici in Italia, approfondendone la percezione di qualità di vita e la soddisfazione personale.

Una ricerca nazionale ha coinvolto oltre 2691 mamme lavoratrici, con una media di età di 39 anni. Il 40% delle donne con figli nella fascia di età 0-6 non ha tempo per gli hobby, rispetto al 25% di quelle con figli più grandi. Solo il 31% delle donne si sono viste modificare il contratto lavorativo con la maternità e solo l’11,1% ha ricevuto il supporto richiesto dalle aziende. La ricerca condotta da MeFirst ha evidenziato un quadro simile a quello delineato dal rapporto di Save The Children “Le Equilibriste: la maternità in Italia 2023”. In entrambi i rapporti si nota un forte gap di genere nel mercato del lavoro, con un tasso di occupazione più basso per le mamme rispetto ai papà nella fascia di età 25-54 anni con figli minori. Le madri sono anche soggette a una maggiore percentuale di dimissioni rispetto ai padri.

Inoltre, per questo motivo, il 43% delle madri che non desiderano altri figli, il 40% delle quali attribuisce ciò alla fatica e il 33% alla difficile conciliazione tra lavoro e famiglia, oltre alla mancanza di supporto e alla scarsità dei servizi. Ciò accade perché in Italia, il mito della madre perfetta è ancora presente e questo si riflette nel tasso di occupazione, perché le donne sono considerate le figure di accudimento primarie. Questa situazione causa spesso problemi professionali, sensi di colpa e di benessere personale per le donne. Per invertire la rotta, è importante imparare a prendere i propri spazi e a mettere le proprie necessità al primo posto. La psicologa Cristina Di Loreto, nel suo libro “Mamma, rimettiti al primo posto!”, affronta i tipici problemi delle mamme di oggi. Il libro invita le madri a mettere le proprie esigenze e necessità al primo posto.

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