Oggi per combattere il tumore al seno e aumentare le probabilità di sopravvivenza abbiamo armi in più, come i test personalizzati.
Negli ultimi anni la Ricerca ha fatto enormi passi avanti nella lotta ai tumori, compreso quello della mammella che è uno dei più frequenti. Grazie a un test specifico, le pazienti avranno maggiori chance non sono per guarire ma anche per evitare le recidive.
Se andiamo a guardare i numeri ufficiali diffusi dall’ISS (Istituto Superiore di Sanità) ci rendiamo davvero conto che le donne a cui viene diagnosticato il cancro al seno sono sempre più numerose: si parla, almeno per quanto riguarda il 2022, di 55 mila casi in più rispetto all’anno precedente.
Un trend forse in costante aumento e che la scienza sta cercando di invertire. Le armi valide attualmente a disposizione restano sempre la prevenzione e gli screening gratuiti disponibili per le fasce di popolazione più a rischio, e da oggi abbiamo anche un nuovo tipo di approccio: la genomica.
Cos’è la genomica e quali vantaggi può portare nella lotta al tumore al seno?
Per comprendere come funzionano i nuovi test genomici dobbiamo ricordare che ogni donna alla quale viene diagnosticato un tumore al seno non presenta le stesse condizioni cliniche; il carcinoma si manifesta in maniera diversa e ha anche caratteristiche genetiche/biologiche diverse. Di conseguenza, non può esistere un trattamento farmacologico o chemioterapico che vada bene per tutte.
La genetica è lo studio dei tratti ereditari e dei geni che possono predisporre una persona a una particolare patologia. La genomica studia il comportamento di una serie di geni.
Negli ultimi anni, la scienza ha fatto enormi progressi e sta permettendo di valutare caso per caso quale sia l’approccio terapico più adatto. I test genomici offrono numerosi vantaggi in questo senso, perché vanno a studiare il comportamento di una serie di geni:
- tramite i test effettuati sul tessuto tumorale si può comprendere quale risposta avranno a determinati trattamenti;
- si riesce a prevedere se il tipo di tumore possa ritornare;
- si comprende l’indice di aggressività del cancro, dando la possibilità di scegliere il trattamento più adatto;
- i test non sono invasivi poiché vanno ad analizzare tessuti già prelevati durante la biopsia o l’asportazione del tumore, e dunque la paziente non deve sottoporsi ad altri interventi.
In sintesi, grazie ai test genomici si può ideare un percorso terapico più mirato e soprattutto più flessibile. Gli esperti hanno da tempo compreso che la chemioterapia o altri trattamenti non sempre offrono lo stesso rapporto rischio/beneficio. Tramite i risultati di un test genomico, dunque, si possono creare terapie completamente personalizzate e offrire ad ogni singola paziente maggiori benefici, sia nel breve periodo che nel lungo termine.