Il pediatra è per definizione il medico di riferimento per i bambini. Ora si sta però pensando di renderlo il medico fino ai 18 anni.
Chi ha un figlio sa bene come possa essere importante la figura del pediatra, a cui ci si deve rivolgere non solo per i controlli periodici, vaccini compresi, ma anche per chiarire i dubbi nel caso in cui dovessero emergere sintomi sospetti. Il rapporto che si instaura tra il medico e il giovane paziente non può che essere determinante, visto che un bimbo può essere spaventato all’idea di farsi manipolare da una persona sconosciuta e scoppiare a piangere nel caso in cui dovesse essere necessario fare cure più complicate.
Chi lavora con i piccoli deve quindi cercare di essere il più empatico possibile, ma allo stesso tempo armarsi di tanta pazienza nel caso in cui l reazioni dovessero essere particolarmente forti. Come sta accadendo per i medici di famiglia, anche avere un pediatra di fiducia può non essere semplice a causa della carenza di dottori con questo tipo di specializzazione.
Fino a quando andare dal pediatra?
Fino a una ventina di anni fa il pediatra era disponibile quasi esclusivamente da privato, cosa che poteva essere vista con una duplice modalità: da un lato si poteva scegliere il medico di fiducia a cui affidarsi, dall’altro era inevitabile dover sostenere spese spesso tutt’altro che leggere. Un problema non da poco per le famiglie che risultano essere in grave difficoltà economica.
Ora invece l’Asl permette di averne uno esattamente come accade per il medico di base, in modo totalmente gratuito. Spesso erano però i genitori a decidere quando lasciare il pediatra per poi passare a un dottore vero e proprio, che lo avrebbe poi seguito, salvo scelte di tipo differente, per il resto della vita.
Questo scenario potrebbe però presto cambiare. Si sta infatti pensando di rendere il pediatra disponibile fino ai 18 anni, ovvero fino a quando si inizia a essere indipendenti e si supera una fase cruciale come può essere quella dell’adolescenza.
Una proposta rivoluzionaria
Si sta pensando di garantire la possibilità di avere il pediatra fino a 18 anni, esattamente come accade in molti altri Paesi europei. La proposta è arrivata dagli stessi medici, che pensando così di soddisfare due bisogni differenti manifestati da famiglie e piccoli pazienti: mantenere un rapporto di fiducia per un periodo più lungo e poter contare su una persona che conosce il ragazzo sin da bambino, in modo tale da aiutarlo a gestire le difficoltà che possono nascere nel corso dell’adolescenza.
Al momento il passaggio dal pediatra al medico di base è previsto a 14 anni, nonostante l’idea dell’Oms (l’Organizzazione mondiale della Sanità) e della legge italiana (legge n.176 del 1991) sia quella di includere l’infanzia fino al compimento dei 18 anni. L’unica eccezione al momento è rappresentata dai ragazzi che soffrono di patologie croniche, che possono continuare a farsi seguire dal pediatra fino a 16 anni.
Questa decisione, se dovesse essere confermata, garantirebbe maggiore uniformità, cosa fino ad ora non sempre possibile, visto che non tutte le Regioni gestiscono la sanità allo stesso modo.
“Noi pediatri difendiamo il diritto di bambini e adolescenti a poter essere curati in ambienti a loro dedicati e da personale specificatamente formato per l’età evolutiva – sono le parole della presidente della Sip (Società Italiana di Pediatria) Annamaria Staiano -. Questo diritto deve valere su tutto il territorio nazionale come avviene in altri Paesi europei. Non è accettabile che il diritto alle cure pediatriche dipenda dalla regione in cui si nasce e si vive “.