Il cancro al seno è la patologia più diffusa tra le donne: ora, grazie all’intelligenza artificiale è possibile predirne la comparsa.
Sottoporsi a controlli regolari per una donna resta la prima arma di difesa per riuscire a combattere malattie che fino a qualche anno fa potevano essere letali. È proprio per questo che sarebbe importante sottoporsi almeno una volta all’anno alla mammografia (fino ai 40 anni l’ecografia mammaria), che rappresenta lo strumento migliore per diagnosticare il cancro al seno, che rappresenta il 30% circa di tutti i tumori che colpiscono la popolazione femminile.
Non sottoporsi alle visite per paura di quello che potrebbe emergere sarebbe un grande errore, la guarigione infatti è ora possibile se la malattia viene diagnosticata agli stadi iniziali e non ha ancora intaccato gli altri organi. L’incidenza è in leggera crescita tra le più giovani, che non ne sono del tutto esenti come si credeva tempo fa, ma la mortalità risulta essere in calo, nonostante sia la prima causa di morte tra le donne.
Non tergiversare quando si notano sintomi che possono essere riconducibili al cancro al seno sarebbe importante, in modo tale da arrivare a una diagnosi il più precoce possibile. Nella maggior parte dei casi, però, questo tipo di tumore non provoca dolore alla fase iniziale. La comparsa di noduli che possono essere avvertibili al tatto potrebbe invece essere sintomo di una malattia che sta già progredendo.
È fondamentale eseguire almeno una volta al mese, preferibilmente una settimana dopo la fine delle mestruazioni, l’autopalpazione, in modo tale da conoscere la conformazione della propria mammella e avvertire eventuali anomali. Si dovrebbe segnalare al proprio medico altre situazioni “sospette” quali la retrazione o la fuoriuscita di liquido dal capezzolo (se è bilatelare è spesso di causa ormonale), cambiamenti della pelle, che può essere “a buccia d’arancia” o della forma del seno. Non si dovrebbero sottovalutare nemmeno eventuali gonfiori a livello delle ascelle.
I controlli dovrebbero essere inoltre più frequenti se si rientra tra i casi che possono aumentare la possibilità di andare incontro alla patologia. Il rischio può essere maggiore se si può vantare una storia familiare o personale di tumore mammario, l’assenza di gravidanza, menarca (primo ciclo) precoce o gravidanza tardiva. Tra i fattori che possono essere controllati modificando il comportamento ci sono il fumo, il consumo di alcool e l’obesità. L’allattamento può invece essere utile a combattere il cancro al seno.
I ricercatori sono costantemente al lavoro per riuscire a combattere malattie che potevano essere letali e il cancro al seno rientra certamente tra queste. Sono tante le donne che sono infatti riuscite a tornare a una vita normale, alcune sono anche diventate mamme, cosa che un tempo era quasi impossibile.
Ora ci sarebbe però uno strumento in più che potrebbe permettere di capire che si potrebbe contrarre la malattia prima ancora che questa sia già in corso. Un balzo in avanti importante potrebbe arrivare grazie all’intelligenza artificiale, che potrebbe consentire anche di eliminare quasi del tutto anche quelli che vengono definiti “falsi positivi”.
Questa, infatti, sarebbe in grado di individuare il problema ben prima dei medici, anche quando apparentemente non ci sarebbero segnali dagli esami a cui si è sottoposta la paziente. Risultati incoraggianti sono emersi nel Regno Unito grazie al lavoro fatto dalla Kheiron Medical Technologies, una società di software per aiutare a rilevare il cancro al seno attraverso l’intelligenza artificiale: l’IA ha analizzato le mammografie come avrebbe fatto un radiologo, aumentando il tasso di rilevamento del 13%. Anche in Ungheria i riscontri sono simili e si stanno facendo strada anche in altri Paesi, a conferma di come lo screening precoce resti ancora fondamentale.
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