Se si dorme male si corre il rischio di essere colpiti da ictus. Ciò che preoccupa fortemente è l’età delle persone con più probabilità
Più volte abbiamo messo in guardia circa l’importanza di portare avanti uno stile di vita sano per prevenire l’insorgenza di malattie gravi o di eventi potenzialmente letali come gli ictus. Spesso si pensa che per stile di vita sano si intenda solo e soltanto l’assenza di particolari vizi e una alimentazione sana. In realtà, è molto importante anche la qualità del sonno: per cui, se si dorme male e ci si sveglia spesso nell’arco della notte, i rischi di un ictus aumentano in maniera esponenziale. Ecco a che età ci si deve preoccupare particolarmente.
L’insonnia è il disturbo che crea la difficoltà o, nei casi particolarmente gravi l’incapacità, ad addormentarsi. Oppure il disturbo che porta poi a svegliarsi più volte nell’arco di una nottata, abbassando notevolmente la qualità del sonno. Tutto ciò può essere dovuto a svariati fattori, tra cui lo stress, ma anche una quantità bassa di melatonina nel corpo, causata, per esempio, dall’utilizzo di dispositivi elettronici prima di addormentarsi, oppure da una alimentazione non corretta.
Rischio ictus alto se si dorme male
Dormire, dunque, è qualcosa di fondamentale, al pari del modo in cui viviamo o del modo in cui ci nutriamo. Oggi, una nuova ricerca ha stabilito come chi dorme male, soprattutto a una certa età, ha molti più rischi di essere colpito da un ictus.
Lo studio è stato condotto presso la Virginia Commonwealth University di Richmond, negli Stati Uniti, che ha seguito per nove anni più di 31mila persone senza storia di ictus e ha dato dei risultati molto interessanti. I ricercatori avrebbero scoperto che le persone che soffrono di insonnia hanno un rischio maggiore del 51% di subire un ictus. Un dato elevatissimo, soprattutto se si confronta con chi o non ha insonnia o ha la metà degli episodi di insonnia: in questo caso il rischio scende addirittura al 16%.
Per cui, la qualità del sonno è fondamentale per la nostra salute, sia per ciò che concerne le apnee notturne che, di fatto, non rendono effettive le ore di sonno che facciamo, sia per ciò che concerne i veri e propri episodi di insonnia. Il dato però più preoccupante è che dai rilievi degli scienziati della Virginia ad essere particolarmente a rischio non sarebbero soprattutto le persone più anziane, come invece si potrebbe pensare, ma i soggetti con meno di 50 anni di età. Un dato che deve fare sicuramente riflettere.