Sapete cos’è il learning loss? Non è una malattia ma è comunque un problema. Vi spieghiamo in cosa consiste e come evitarlo.
Il learning loss, letteralmente, è la “perdita di ciò che si è appreso“. In pratica il bambino, durante l’estate, senza la scuola, i docenti e le interrogazioni, tende a dimenticare gran parte di ciò che ha imparato durante l’anno. Accade soprattutto ai bambini delle elementari ma è abbastanza diffuso anche tra i ragazzini delle medie. Si tendono a dimenticare, soprattutto, le materie che piacciono meno o che risultano più difficili.
Un recente studio condotto tra gli studenti americani ha messo in luce che, tra la fine dell’anno scolastico e l’inizio del successivo, gli studenti tendono a dimenticare l’equivalente di un mese. La materia più soggetta a questo fenomeno è risultata essere la matematica ma si sono riscontrati evidenti peggioramenti anche in ortografia. Un altro dato che lo studio ha portato a galla è che gli studenti più penalizzati, che tendono a dimenticare più informazioni, sono quelli appartenenti a famiglie meno agiate.
Ecco come evitare il learning loss
L’estate è alle porte e gran parte delle scuole hanno già terminato le lezioni con grande gioia per gli studenti che non vedono l’ora di godersi le vacanze. Riposare e godersi le vacanze è giustissimo ma, per evitare che i nostri figli dimentichino gran parte di quanto hanno appreso durante l’anno, è opportuno attuare alcuni piccoli accorgimenti.
Per evitare il fenomeno del Learning Loss, l’ideale è non interrompere mai del tutto lo studio, nemmeno in vacanza. Certo: il bambino non dovrà studiare 5 ore al giorno, tutti i giorni. Però dedicare almeno 2 ore al giorno ai compiti assegnati, è un buon modo per mantenere la mente allenata e rinfrescare la memoria. Inoltre, invece di trascorrere tre mesi al mare, si può pensare ad una vacanza studio: ci sono specifiche agenzie che li organizzano per bambini e ragazzi di tutte le età.
Ma anche una vacanza in famiglia può trasformarsi in una vacanza studio se si sceglie di andare a visitare città d’arte e seguire i percorsi guidati con figure professionali addette. Tutto, naturalmente, deve essere valutato in base all’età di vostro figlio e a ciò che ha appreso a scuola. Per capirci: se a scuola ha studiato gli Egizi, non è opportuno portarlo a visitare il museo del Risorgimento. Non dimentichiamo poi l’importanza della lettura anche in vacanza.
A differenza degli Stati Uniti, in Italia il fenomeno del Learning Loss durante l’estate non è ancora stato analizzato con attenzione. Soffermarsi su questo fenomeno dandogli il giusto peso potrebbe gradualmente portare a rivedere il calendario scolastico. Sono anni che se ne discute. Inoltre tre mesi di vacanza mettono in difficoltà tantissime famiglie. Se i genitori lavorano entrambi e non ci sono i nonni, o si paga una babysitter a tempo pieno o si ricorre ai centri estivi: opzioni, entrambe, che non tutti possono permettersi.