Quali sono le novità in merito alla riforma pensioni 2023? Cosa accadrà a quota 103 e a Opzione donna?
Entro il 26 giugno avverrà un nuovo confronto che tratterà il tema della Previdenza Sociale. In tale occasione, si deciderà se nella Legge di bilancio 2024 si procederà con la proroga o la cancellazione di Opzione donna, Quota 103 e APE sociale.
Il governo ha intenzione di parlare nuovamente del discorso legato alla riforma delle pensioni. Anche se l’esecutivo capitanato da Giorgia Meloni ha più volte specificato che non è possibile intervenire sulla legge Fornero, ora è il momento di capire se anche per il 2024 i lavoratori avranno a disposizione delle soluzioni di pensionamento anticipato come Quota 103 o Opzione donna.
La medesima incertezza riguarda anche lo scivolo pensionistico APE sociale che, per il momento, sarà accessibile fino alla 31 dicembre 2023. Scopriamo quali sono le opzioni al vaglio del governo.
Riforma pensioni: le opzioni al vaglio del governo
In merito alla riforma pensioni l’ipotesi più suggestiva è quella di estendere ad ogni lavoratore l’opportunità di ritirarsi dal lavoro con 41 anni di versamenti contributivi a prescindere dall’età anagrafica.
A quanto pare il governo di centro-destra, in vista della prossima legge di bilancio, dispone di un tesoretto di circa 8-10 miliardi di euro da poter utilizzare in ambito pensionistico. Con ogni probabilità avanzerebbe un margine anche per le pensioni minime. In tal caso, si potrebbe valutare di incrementare il loro valore, seguendo la scia delle promesse che Forza Italia ha fatto durante la campagna elettorale.
Nel caso in cui le risorse a disposizione del governo dovessero essere inferiori, si potrebbe optare per una proroga di quota 41 salutando in maniera definitiva opzione donna. Vi è infine anche una terza opzione che prevede risorse ancora inferiori, ovvero circa 4 miliardi di euro, che ridurrebbero notevolmente il margine di manovra. In tal caso, si potrebbe addirittura decidere di congelare quota 41 e confermare quota 103 per un anno.
Sarà compito dell’osservatorio sulla spesa previdenziale stabilire la quantità delle risorse che il governo ha effettivamente a disposizione, per effettuare la riforma pensioni in vista del prossimo anno.
A tale proposito ricordiamo che quota 103 consente di andare in pensione al raggiungimento del 64º anno di età dopo aver versato 41 anni di contributi. Mentre Opzione donna è indirizzata solo in favore delle lavoratrici che hanno raggiunto 58 anni di età e 35 anni di versamenti contributivi. Per le lavoratrici autonome è necessario rispettare un requisito anagrafico più alto, di 59 anni.