In Italia milioni di donne non lavorano e rischiano di non avere pensione. Ecco la misura che le permette di avere 1000 euro al mese.
Ancora oggi essere donna in Italia rappresenta un grosso svantaggio sociale. Il tasso di occupazione nel nostro Paese si ferma al 51,2%, sotto la media Ue di oltre 10 punti (67,7%). Nell’ultima analisi condotta dal World Economic Forum, chiamata Global Gender Gap, nel Bel Paese il gap di genere si è allargato, facendo passare in un solo anno l’Italia dal 62esimo al 79esimo posto nel mondo su 146 paesi analizzati.
Questo risultato scoraggiante ha svelato come l’Italia, anziché andare avanti, continua a retrocedere per quanto riguarda la questione femminile. Non possono essere, infatti, non presi in considerazione i dati riguardanti la partecipazione economica delle donne italiane rispetto ai dati globali. Nonostante qualche miglioramento, l’Italia è tra gli ultimi paesi nel mondo per occupazione femminile e partecipazione economica. Il Paese è passato dal 111 posto al 104esimo, ma risulta agli ultimi posti, in quanto i paesi analizzati sono 146.
1000 euro al mese per le donne, ecco i dettagli del nuovo provvedimento
Dunque la questione femminile nel nostro Paese riguarda soprattutto gli svantaggi occupazionali e l’indipendenza economica delle donne, che sono i fattori che maggiormente incidono sulla posizione dell’Italia nella classifica di quest’anno e quelle condotte negli anni scorsi. I fattori di questo svantaggio sono dovuti a cause culturali, sociali ed economiche. In Italia persistono ancora stereotipi di genere che impediscono l’empowerment femminile e la scarsa presenza di servizi che aiutano la donna a conciliare carriera e famiglia.
Di conseguenza le donne, soprattutto le madri e le pensionate, sono maggiormente a rischio povertà. Sembrerebbe però che il Governo voglia dare degli aiuti a risolvere questa situazione.
E’ vero che il nostro Paese non sembra ancora essere capace a creare politiche di lavoro e welfare per aiutare le donne a uscire da questo svantaggio economico. Questo è un aspetto da rimproverare non soltanto a questo Governo, ma pure ai precedenti. Un’altra causa è l’eterna crisi economica e la scarsa possibilità ad uscire dalla precarietà, anche se questo riguarda tutti, soprattutto i più giovani.
Le più svantaggiate socialmente dopo i giovani sono le casalinghe e le disoccupate che rischiano di non avere una pensione adeguata per sopravvivere. Questo perché l’assenza di contributi non permette di poter avere un reddito da pensionamento, come accade per i lavoratori. Tuttavia, esistono delle risorse per questa categoria di donne, che rappresenta più della metà della popolazione femminile, in quanto quasi 6 donne su 10 sono costrette a rinunciare al lavoro dopo la nascita di un figlio. Queste permettono alle donne di arrivare a 1000 euro al mese.
Si chiama Fondo Casalinghe ed è una risorsa dell’INPS che non è riservata solo alle donne, ma anche agli uomini che rinunciano al lavoro per occuparsi a tempo pieno della famiglia. Innanzitutto per accedere a queste risorse bisogna avere dei requisiti. I privati devono ottenere l’autorizzazione dell’ente per procedere al pagamento e riguarda tutti quei soggetti che non hanno versato contributi né presso l’INPS né in altre casse previdenziali. Una volta autorizzato, il soggetto è esonerato dagli oneri connessi alla contribuzione del fondo famigliare.
I versamenti minimi sono di 25 euro e non esiste limite massimo all’importo. Chi li versa periodicamente per 12 pesi fanno accumulo ai fini pensionistici, mentre chi sceglie di farlo una tantum accumulerà solo due mensilità. Si può ottenere la pensione anche con un fondo di 5 anni accumulati anche con 25 euro di mensilità. Tuttavia, è bene considerare che la pensione sarebbe soltanto di 7 euro al mese.
Questa forma di pensionamento si può ottenere dai 65 anni di età e per chi ha versato contributi sufficienti a garantire una pensione di 1,5 volte l’assegno sociale può ottenerla già a partire dai 57 anni. Si tratta di una pensione contributiva correlata all’importo che riceverai al momento del pensionamento. Ad esempio, per avere una pensione di 1000 euro al mese bisogna versare 600 euro al mese per 30 anni, ovvero 7mila euro l’anno.