La Corte di Cassazione ha preso un importante decisione che riguarda il divorzio: l’ex moglie non ha diritto al mantenimento.
Secondo quanto stabilito dalla legge italiana al momento del divorzio tra i coniugi è possibile che il giudice stabilisca che uno dei due debba corrispondere l’assegno di mantenimento all’ex.
L’assegno di mantenimento è un sostegno economico che, secondo la legge, il coniuge che si trova nella situazione economica migliore deve corrispondere all’altro coniuge, nel caso in cui questo abbia redditi insufficienti per adempiere alle proprie necessità. In sostanza, il coniuge che ha una maggiore disponibilità reddituale deve sostenere l’ex coniuge in difficoltà. Tuttavia, con l’ultima decisione presa dalla Corte di Cassazione è stata introdotta un’importante novità. A quanto pare se l’ex coniuge è giovane ed è in grado di trovarsi un lavoro, egli non avrà diritto all’assegno di mantenimento.
Divorzio: stop all’assegno di mantenimento per l’ex coniuge
Con l’ordinanza numero 17805/2023 la Corte di Cassazione ha deciso che, al momento del divorzio, se il coniuge, che si trova in difficoltà economica è giovane e in grado di lavorare, non può avere diritto all’assegno di mantenimento.
In passato, i giudici riconoscevano alle ex moglie l’assegno divorzile per il solo fatto di essere titolari di un reddito inferiore a quello degli ex mariti. Attualmente le cose sono cambiate, infatti, l’assegno di mantenimento deve essere una sorta di merito. Ad oggi, infatti, l’assegno di mantenimento non è dovuto nel caso in cui il coniuge meno abbiente abbia le capacità per rendersi economicamente autonomo.
Ad esempio, se un medico chirurgo e un insegnante divorziano, il coniuge che fa il medico chirurgo, pur essendo molto più ricco dell’ex moglie, non è tenuto a versare l’assegno divorzile solo perché è molto più ricco di lei. In sostanza, oggi la disparità di reddito tra ex coniugi non legittima il riconoscimento dell’assegno di mantenimento. A meno che non si riesca a dimostrare che la differenza reddituale sia la conseguenza di una scelta maturata e condivisa da entrambi i coniugi durante il matrimonio.
Ad esempio, se i due coniugi hanno deciso di comune accordo che la moglie avrebbe accettato un contratto part time per poter accudire la casa e la prole, siamo di fronte ad una scelta professionale che deriva da esigenze familiari. Entrambi coniugi hanno inciso nell’assunzione della decisione finale.
Nel caso appena descritto è previsto il riconoscimento dell’assegno di mantenimento, perché la disparità economica è causata dal contributo dato alla formazione del patrimonio familiare.