Se hai sentito parlare del congelamento degli ovuli e sei interessata, ecco cosa devi sapere in merito e perché lo si fa.
Oggi come oggi, in Italia si fanno sempre meno figli e il calo della natalità è uno dei temi centrali della politica. Avere pochi bambini oggi significa avere pochi adulti domani e, in termini esclusivamente economici, significa che ci sarà meno forza lavoro, meno persone che verseranno le tasse e quindi meno servizi e meno pensioni per tutti. Molte famiglie, però, si trovano a dover decidere di non fare figli per questioni economiche e lavorative: a tal proposito, ecco una delle pratiche più diffuse, cioè il congelamento degli ovuli.
Definito in inglese social freezing, il congelamento degli ovuli è una pratica che consente alle donne di preservare la propria fertilità e, grazie al fatto che ne parlano star del calibro di Emily Ratajkowski, oggi è diventato uno dei temi più dibattuti dalla popolazione femminile. Ecco in cosa consiste e perché si pratica.
Tutto quello che devi sapere sul congelamento degli ovuli
In Italia, così come nel mondo, oggi come oggi le donne si trovano a fare il primo figlio a un’età sempre più avanzata. Questo è causato soprattutto dalle precarie condizioni economiche di molte famiglie che, trovandosi a dover pagare il mutuo, la macchina e le bollette con stipendi medio-bassi, non riescono a pianificare l’arrivo di un figlio prima di una certa età.
Inoltre, le donne spesso si trovano a dover scegliere tra i figli e la carriera e, anche per questo motivo, la possibilità di congelare gli ovuli per avere la possibilità di avere una gravidanza anche più in là con gli anni, quando la propria fertilità è sicuramente meno efficace, è un’opzione da molte accolta con favore.
Le linee guida consigliano di congelare gli ovuli tra i 25 e i 38 anni, poiché avanzando l’età gli ovuli invecchiano e diminuiscono di numero, perdendo di qualità: congelarli li ferma nel tempo, per cui prima lo si fa e meglio è. Questa pratica è consigliata alle donne che soffrono di endometriosi, per avere una risorsa nel caso in cui dovessero sottoporsi ad interventi invasivi che potrebbero danneggiare il tessuto ovarico o anche alle donne che soffrono di cancro, poiché le cure anti-tumorali potrebbero danneggiare anche quelle ovariche, determinando una menopausa anticipata.