Assumere una babysitter in nero potrebbe essere davvero rischioso. Ecco quali possono essere i problemi se lo avete fatto.
Generalmente è un problema che si pone per ogni tipo di professione e collaborazione domestica. Ecco cosa rischi se assumi una baby sitter in nero. Il lavoro domestico è senza dubbio tra quelli meno controllati che ci siano.
È comune la convinzione (errata) che chi aiuta in casa non debba essere equiparato a qualsiasi tipo di lavoratore. Questo vale sia per chi svolge lavoretti come pulizie, spesa e vari sia per le persone che si occupano di bambini. Ma ecco quali sono i rischi di avere una babysitter in nero: cosa dice la legge a riguardo.
La legge non prevede alcuna distinzione tra chi è assunto in un’azienda, nel pubblico e nel privato, e chi lavora in casa: un lavoratore è un lavoratore. Il lavoro domestico, tra cui quello della babysitter, prevede quindi una sorta di contratto e delle regole, proprio come per ogni altra posizione del mondo del lavoro. Sono tantissime però le persone che preferiscono assumere persone che aiutano in casa in nero. Ci sono però tantissimi rischi in agguato: vediamo quali. Il lavoro domestico è a tutti gli effetti un lavoro regolare, anche se per pochi giorni o poche ore a settimana, si tratta comunque di lavoro subordinato.
La prima conseguenza alla quale si va incontro quando si assume una babysitter in nero è quella di poter ricevere una sanzione per non aver comunicato l’assunzione all’Inps. Senza di essa infatti la collaboratrice non può essere iscritta all’ente previdenziale. Se non si invia la comunicazione obbligatoria di assunzione il datore può rischiare una multa che va da 1.500 a 12.000 euro.
Oltre a quelle relative alle assunzioni, chi prende in casa una babysitter in nero dovrà anche pagare le sanzioni per l’omesso pagamento dei contributi. In questo caso si parte da un minimo di 3.000 euro. Quindi anche solo per una giornata di lavoro in nero il datore potrà pagare questa cifra che riguarda la sanzione più bassa. Anche la sanzione per pagamento in ritardo dei contributi è rilevante: parliamo del 40% sull’importo dovuto nel trimestre. La babysitter potrebbe inoltre fare causa legale al datore di lavoro richiedendo parte dello stipendio, lo stipendio per intero qualora non vi fosse tracciabilità, trattamento di fine rapporto, ferie non effettuate e indennità di preavviso.
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