Quella del corredo è la prima delle spese pesanti da sostenere dopo la gravidanza, a causa dei frequenti cambi di cui necessita il bambino.
La consapevolezza che molte coppie ripongono sulle numerose voci di spesa che si dipanano nella fase successiva al parto è oramai uno scontato fatto culturale. Anzi, molti conoscono ciò a cui vanno economicamente incontro ben prima del lieto giorno. Certo, il budget previsionale accomuna generalmente la sorte di un po’ tutte le coppie di neogenitori. In termini generali, la spesa è ovviamente alta, dettata dalle note esigenze di igiene che si vengono inevitabilmente a presentare.
Non si può nascondere che questa e altre istanze sono troppo spesso alla base di indecisioni, insicurezze, fino a drammatiche rinunce che colpiscono trasversalmente i desideri di genitorialità. È noto come le condizioni economiche influiscano sui progetti di dar vita ad un nucleo familiare; e di certo, gli attuali livelli di crisi economica, di disponibilità media dei redditi e, non ultimo, l’alto costo della vita imposto dall’inflazione, non contribuiscono ad invertire la rotta di una demografia nazionale delle nascite a picco.
La parola d’ordine, anche dal punto di vista della nascita di un figlio in arrivo, è sempre la stessa: risparmio. Un risparmio che parte innanzitutto dall’abbigliamento, ma non solo. I genitori sanno come qualsiasi prodotto destinato al bambino abbia una vita molto breve, in quanto legato alla rapida crescita del lattante. Ecco dunque che un’alternativa, per determinati articoli, giunge da una formula di mutuo soccorso: c’è chi dona un vecchio passeggino in buono stato ad amiche e parenti in dolce attesa.
Dal momento che per molti la spesa è stata sostenuta, non resta che ridare nuova vita a quell’oggetto che rientrerà in servizio comunque per pochi anni, se non per una manciata di mesi. Pertanto, non resta che passare il testimone e permettere di evitare un’ingente spesa. Similmente, anche l’abbigliamento è talvolta spesso oggetto di “passaggi” tra fratelli o sorelle, nati o nate a pochi anni di distanza; non è certo in ballo una questione di moda.
Innanzitutto, questi sono articoli destinati al bebè, di cui non si può fare a meno, con le relative spese medie. I conti: completo polo e salopette (47-77 euro); body (da 4 a 10 euro); scarpine primi mesi 30-80 euro (se è inverno); scarpe primi passi (da 50 a 120 euro); camicina e giacchetta (30-45 euro); pagliaccetto di ciniglia (35-90 euro); maglioncini (da 35 a 75 euro); calzine (3-7 euro).
Se amici e parenti non possono aiutare donando i vecchi abitini dei loro figli, c’è sempre un’alternativa sostenibile: quella del mercatino dell’usato. Se si vuole puntare sul “nuovo”, si può sempre ricorrere al discount, tra corredini economici e tutine tra i 10 e i 15 euro. Una piccola consolazione per il portafoglio.
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