Un bambino che, all’improvviso, diventa schizzinoso nei confronti del cibo può allarmare. Ecco come bisogna comportarsi.
Il lavoro dei genitori non è affatto facile. Crescere un bambino comporta un’enorme responsabilità. È importante avere tutte le informazioni del caso per non farsi turbare da situazioni che, in realtà, sono normali. Molte mamme, spesso, si rivolgono al pediatra per problemi legati all’alimentazioni. Lamentano una certa reticenza del bambino a mangiare.
Magari, dopo mesi relativamente tranquilli, il piccolo cambia abitudini senza alcun motivo apparente. La paura principale è che possa esserci un problema di salute sottostante. Nella maggior parte dei casi, però, le cose non stanno così. C’è una spiegazione ben precisa al fenomeno.
Genitori allarmati dal rifiuto del bambino: cosa fare se non vuole mangiare
I bambini non sempre hanno un buon rapporto con il cibo. Alcuni di loro impiegano più tempo per sperimentare i sapori. Altri, invece, fin da neonati sono dei grandi mangioni. Si tratta di sfumature perfettamente normali, che fanno parte dello sviluppo dei più piccoli. Quando c’è un cambiamento improvviso, tuttavia, i genitori tendono, giustamente, ad allarmarsi.
L’argomento cibo rischia di trasformarsi in una vera e propria ossessione. Le cose peggiorano con il protrarsi nel tempo del rifiuto del bambino. La prima cosa da fare, in questi casi, è quello di valutare altri possibili sintomi. La causa, a volte, può essere legata al disturbo da reflusso esofageo o a coliche particolarmente dolorose. Anche un eventuale dolore alle orecchie o ai denti può avere un ruolo determinante.
Spesso, però, non è presente nessuno di questi motivi. Il fenomeno, semplicemente, si basa su un processo fisiologico legato alla crescita. Durante lo sviluppo, i bambini possono attraversare delle fasi dove sembrano tornare indietro. Ciò può avvenire in diversi ambiti della quotidianità. L’alimentazione è uno di questi. L’obiettivo è quello di trovare un nuovo equilibrio, così da potersi adattare, con maggiore facilità, alle esperienze che andrà ad affrontare.
Il consiglio principale è quello di osservare il comportamento del bambino. Non bisogna avere paura di mettersi in contatto con il pediatra. Sicuramente, sarà in grado di rispondere con accuratezza a ogni domanda. Una volta escluso un malessere fisico, non bisognerà fare altro che attendere la conclusione della fase in corso.
Sostegno e comprensione saranno fondamentali per il benessere dei figli. È meglio non insistere eccessivamente perché, così facendo, si otterrà solo l’effetto contrario. Poco dopo, probabilmente, sarà possibile assistere all’acquisizione di competenze prima sconosciute.