La legge italiana vieta rumori sopra la soglia tollerabile, specialmente di notte, ma cosa accade se questo avviene tra le lenzuola?
Che sia uno stereo troppo alto, liti, o addirittura le urla di un bambino, la legge vigente vieta di superare una determinata soglia (misurata in decibel) di rumore. Questo per il quieto vivere, ovviamente, ma cosa accade se questi rumori sono frutto dell’amore notturno, tra vari gemiti, scricchiolii del letto e frasi colorite? Qui la questione si infittisce.
Alla fine basterebbe avere un po’ di buon senso: tono di voce più basso e una leggera accortezza sul movimento del mobilio. Eppure i casi di lamentela sono reali, e non pochi. Poco delicata è anche la situazione in cui i vicini, stanchi delle continue routine accese, sono costretti a bussare la porta degli inquilini di sopra per chiedere loro di trattenere l’entusiasmo. Insomma, una situazione scomoda.
Ma in alcune circostanze non è solo il proprio sonno ad essere disturbato, ma anche quello dei bambini a cui bisogna dare spiegazioni di tali rumori (specialmente se seguiti da frasi fantasiose). Ecco, per questo la legge non si esprime, poiché non vi è una normativa per la tutela dei minori, almeno in tal senso. L’importante pare essere il concetto di ‘non superare i decibel’, anche quelli discutibili nella loro misurabilità. In tutto ciò, la buona notizia è che la legge si espone più o meno chiaramente nel complesso per dare una risposta a questo tipo di situazioni.
Come difendersi se i vicini sono “troppo rumorosi” di notte
Come detto in apertura, il rumore dell’amore non è illecito. Tuttavia, la legge non entra nel merito del tipo di rumori, ma della loro intensità e frequenza. Il nodo centrale è se questi superano la soglia della ‘normale tollerabilità’, concetto che resta ambiguo e dipende dal contesto. In assenza di limiti oggettivi in decibel, la giurisprudenza italiana valuta l’intensità, la durata e l’orario dei rumori.
Il giudice di pace di Foggia, ad esempio, ha invitato una giovane coppietta alla moderazione durante le ore notturne, ricordando che il diritto al riposo prevale. L’iter è presto che fatto: se i vicini sono disturbati, meglio iniziare con una comunicazione diretta e rispettosa. Se le lamentele continuano, si può arrivare in tribunale, dove il giudice può imporre restrizioni su orari e comportamenti rumorosi.
In queste situazioni è sempre consigliabile documentare i disturbi, magari con registrazioni audio (eh sì), se si intende agire legalmente. Sebbene la legge non imponga un ‘coprifuoco sessuale’, la tutela del riposo dei condomini è garantita, e bilancia il diritto alla quiete con quello alla privacy. Insomma, meglio risolvere tutto con discrezione e rispetto reciproco, evitando di portare il condominio in tribunale per giustificare il proprio amore o lamentare quello altrui.