Se proprio figlio sembra sentirsi al centro del mondo, nessun problema: non si tratta di narcisismo, bensì di una fase dello sviluppo.
Ci risiamo, un bambino si è fatto male e nostro figlio reagisce a questa sofferenza altrui con indifferenza e noncuranza (se non una risata sadica). E ancora: ogni qualvolta gioca con qualcuno sembra sempre voler prendere le redini del gioco anche quando l’intero gruppo ha già scelto la dinamica. Senza parlare del suo desiderio di essere sempre al centro dell’attenzione. Ebbene sì, questi sono solo alcuni dei molteplici casi in cui hai etichettato tuo figlio come un essere egocentrico e insensibile.
Eppure la psicologia ha un parere decisamente più rassicurante in merito a questi gesti, non necessariamente correlati ad un carattere poco incline verso gli altri. Il comportamento egoistico nei bambini piccoli è una fase naturale dello sviluppo psicologico, strettamente legata alle loro capacità cognitive e alla loro comprensione del mondo. Questo egocentrismo è infatti parte di un processo evolutivo e riflette diversi aspetti della crescita mentale e dell’acquisizione delle competenze sociali.
I bambini piccoli, infatti, si trovano in una fase dello sviluppo cognitivo descritta da Jean Piaget come il ‘periodo preoperatorio’. In questa fase stanno sviluppando le loro capacità di pensiero simbolico e di uso del linguaggio, ma il loro pensiero è ancora molto centrato su di sé. Non hanno ancora sviluppato pienamente la capacità di considerare i punti di vista degli altri, un processo noto come ‘decentramento’. Il risultato? Pensano che le altre persone vedano il mondo esattamente come lo vedono loro. Ma quanto dura questa fase?
Quanto dura l’egocentrismo nei bambini
Il concetto per cui ogni bambino appare come un narciso inguaribile è ben chiaro: I bambini piccoli non hanno ancora una piena comprensione delle emozioni, dei pensieri e delle prospettive degli altri. Per esempio, possono credere che ciò che desiderano o pensano sia anche ciò che tutti gli altri vogliono o pensano. Tuttavia, è bene sapere che la predisposizione all’empatia non è del tutto innata, ma si sviluppa con il tempo.
L’egocentrismo nei bambini non è solo una fase naturale, ma anche parte necessaria dello sviluppo cognitivo, che tende a svanire man mano che i piccoli crescono e il loro pensiero si evolve. In genere, questo periodo di egocentrismo comincia a ridursi intorno ai 5-6 anni, ma può variare da bambino a bambino.
Durante questi anni, i bambini iniziano a sviluppare una maggiore consapevolezza delle prospettive e dei sentimenti altrui. Cominciano a capire che gli altri possono avere pensieri e emozioni diverse dalle loro, e questa crescita li aiuta a superare la visione egocentrica dei primi anni della loro vita. Importante in questa fase anche la parte genitoriale, quella da cui assimilano più informazioni.
Ad esempio, con la scuola d’infanzia i bambini cominciano a essere più empatici e capaci di considerare i punti di vista degli altri – persone con cui, volente o nolente, devono convivere. In questo frangente le loro interazioni sociali diventano più complesse e sfumate, e iniziano a comprendere meglio le regole del gioco condiviso e la necessità di fare compromessi. Quindi cari papà, ma soprattutto mamme (voi che potreste vedere questo atteggiamento come anomalo poiché siete per natura più inclini all’empatia): nessun problema, solo esperienza e tanta pazienza.