Quando un bambino inizia a fare i primi passi è bene che indossi le scarpe o no? Il parere di un’esperta elimina i dubbi.
Vedere il proprio bambino crescere non può che generare grande emozioni per un genitore, desideroso di poter assistere in prima persona a tutti i vari progressi che può compiere. Una sensazione simile è quella che si può avvertire quando inizia a fare i primi passi, momento allo stesso tempo parzialmente temuto perché è da lì che sarà più indipendente, per questo è necessario sorvegliarlo al massimo se si vuole evitare che possa correre dei pericoli.
Nella fase iniziale il piccolo avrà ovviamente bisogno di essere assistito e tenuto per mano, anche semplicemente quando farà i movimenti in casa, ambiente che già conosce. Capire come si debba agire è comunque determinante se non si vuole che possa avere danni che si porterà dietro nel tempo, per questo c’è chi potrebbe essere indeciso sul fargli indossare le scarpe o meno. Avere il supporto di un esperto è determinante per risolvere i dubbi.
Scarpe sì o scarpe no quando il bambino inizia a camminare?
Ogni genitore si può comportare in maniera diversa con il proprio bambino, sarà però capitato a tutti di notare una differenza piuttosto comune, ovvero vedere bambini che hanno pochi giorni di vita indossare le scarpe e altri che hanno magari festeggiato il primo compleanno ma non le hanno.
La gestione della situazione diventa inevitabilmente diversa quando il bimbo inizia a fare i primi passi. Si tende a pensare che indossare una calzatura possa aiutarlo a essere più stabile, ma è davvero così? A eliminare i dubbi ci ha pensato l’osteopata Milena Borghi, con un video pubblicato sul suo profilo Instagram, che potrà essere utile a tanti genitori.
“E’ bene usare le scarpine solo quando cammina all’esterno – ha precisato – e solo per il tempo che si resta fuori. Le cosiddette scarpine “primi passi” (si trovano in vendita, ndr) non servono a dare stabilità al piede. Il piede di un bimbo è infatti un vero e proprio organo di senso, riceve informazioni quando si appoggia al suolo e le invia al cervello. E’ poi il cervello a organizzare tutta la sequenza del passo. Non si deve quindi ostacolare questo processo ingabbiando il piede in una scarpa. Molto meglio lasciarlo scalzo, il bimbo diventerà via via più sicuro”.
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E’ quindi sbagliato, come si credeva una volta, pensare che le scarpe possano aiutare a camminare meglio. Nel momento in cui se ne acquista un paio è però importante che abbiano caratteristiche ben precise, l’estetica non è l’aspetto primario. La punta deve essere ampia per permettere libertà di movimento, la suola invece dovrebbe essere flessibile, così da consentire di mettersi sulle punte (è un movimento consueto quando ci si inizia a muovere), mentre sarebbe bene che la tomaia presenti dei rinforzi (contrafforti) interni ed esterni bassi (al di sotto dei malleoli) in modo tale da non danneggiare la caviglia. Importante anche la scelta del materiale, si deve puntare su qualcosa che favorisca la traspirazione. Nei periodi caldi la gomma non è l’ideale, facilita la sudorazione aumentando la possibilità che si formino infezioni.