Conoscere la temperatura basale in gravidanza è fondamentale, ecco il metodo da utilizzare per non sbagliare.
Ogni donna dovrebbe tenere monitorato l’andamento del suo corpo, ben sapendo come a ogni fase della vita corrispondano momenti diversi. Quando è fertile, infatti, si avranno le mestruazioni, anche se non tutte possono vantare un ciclo regolare, una volta concluso questo periodo si passa alla menopausa, che può essere temuta da molti ma che non è detto possa provocare disagi. A volte può però essere necessario tenere monitorata la temperatura basale in gravidanza, concetto che può essere noto a poche, ma che sarebbe cruciale conoscere, visto che diventa determinante in un’occasione ben precisa.
Tenerla controllata consente di capire meglio le dinamiche del ciclo mestruale e della gestazione. Con questo termine si definisce la temperatura più bassa del corpo in un periodo di 24 ore, solitamente misurata prima di alzarsi dal letto la mattina. A seconda del valore che può emergere si può sapere qualcosa di più sulla condizione di ognuna.
Nelle donne in età fertile la temperatura basale si modifica durante il ciclo mestruale a seconda della fase del mese. Misurarla può quindi essere un modo per verificare come stia evolvendo il ciclo e anche se si sia arrivati alla fase dell’ovulazione.
Il valore può variare a seconda della quantità di progesterone in circolo: questa è minore durante la fase follicolare (prima fase del ciclo mestruale che inizia con la mestruazione) e aumenta, raggiungendo il suo picco, in fase luteale (seconda fase del ciclo mestruale dopo l’avvenuta ovulazione). Questo provoca modifiche anche allo spessore dell’endometrio e al muco cervicale.
La misurazione della temperatura basale può essere utile per capire quando si sta avvicinando la fase di ovulazione e stabilire così quando sia meglio avere rapporti per programmare una gravidanza. Non solo, si può comprendere anche se si sia già incinta, anche se ovviamente questo dovrà essere confermato attraverso un test e una visita dal ginecologo.
Ma quali sono i valori che dovremmo tenere presenti? La temperatura basale sarà più bassa prima dell’ovulazione (ad esempio tra i 36.3°C e i 36.7°C) mentre nel periodo dopo l’ovulazione si alza di qualche grado (37°C e oltre). Il dat rimarrà lo stesso fino all’arrivo della mestruazione o salirà qualora ci fosse la fecondazione dell’ovulo.
Effettuare il controllo non è così impossibile. Sono disponibili in commercio i termometri digitali basali, ma vanno bene anche quelli analogici, a condizione che riportino anche i decimali. L’ideale, possibile, sarebbe effettuare la misurazione per via rettale, si può agire anche in via orale o vaginale ma potrebbero essere meno precise. E’ necessario effettuare la valutazione ogni mattina alla stessa ora e prima di alzarsi dal letto, Quanto emerso dovrà poi essere segnato su un foglio, così da verificare se ci siano oscillazioni. Il metodo non è comunque dei migliori se si vuole avere un figlio, specialmente se si ha un ciclo irregolare. C’è chi lo utilizza anche come sistema anticoncezionale, ma non ha l’efficacia della pillola o del cerotto.
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