La regressione del sonno in un bambino è una fase tanto comune quanto stressante: perché avviene e come ristabilire la routine.
Essere genitori è il lavoro più difficile del mondo; quante volte ci siamo sentiti dire questa frase? Ebbene sì, tra le tante fasi che possono accadere durante la crescita di un figlio, c’è anche la nota regressione, in questo caso del sonno. Per regressione intendiamo quelle fasi transitorie e benigne in cui si assiste a un rallentamento o passo indietro a livello comportamentale, fisico e di abitudini.
In questa circostanza il bambino perde i ritmi sonno veglia duramente acquisiti nei primi mesi di vita e questo scombussolamento può diventare causa di diversi dubbi e stress che ne consegue.
Tuttavia, come ogni regressione che si rispetti, anche questa ha motivi ben specifici, che vanno captati così da limitare questo periodo il più possibile e tornare a godere di un sonno tranquillo, nonché del benessere psico-fisico dello stesso bambino. Dunque il primo passo sta proprio nell’intercettazione, dopodiché sarà tutto in salita.
Come si può leggere dal titolo, di routine si parla: che sia il riposino notturno, l’addormentamento ad un certo orario o il mantenimento del sonno durante la notte. Il bambino necessita di dormire, così come le abitudini lo aiutano a sentirsi stabile e sicuro.
La regressione del sonno nei bambini è una fase tanto comune quanto frustrante, soprattutto quando sembra che il piccolo abbia finalmente acquisito una buona routine. All’improvviso, le notti tranquille lasciano spazio a risvegli frequenti, difficoltà ad addormentarsi e un irritabilità diffusa. E qui i genitori si trovano a chiedersi: “Dove ho sbagliato?”. La verità è che non è colpa dei genitori. La regressione del sonno è un fenomeno normale, che si verifica in risposta agli scatti di crescita e allo sviluppo delle nuove capacità del bambino.
Ma cos’è esattamente questa regressione? Si tratta di una fase temporanea in cui il bambino, proprio quando sembrava aver trovato un equilibrio, fa un passo indietro. I risvegli notturni si intensificano, il sonno diventa irregolare e la stanchezza aumenta, sia per il piccolo che per i genitori. Tuttavia, sebbene il sonno sia importante per i bambini, questo momento non deve preoccupare troppo: è semplicemente una reazione fisiologica legata alla crescita e alla maturazione del sistema nervoso.
La buona notizia è che, come ogni fase, anche questa è transitoria. Identificare la regressione è il primo passo per affrontarla con serenità. Il secondo è cercare di ristabilire la routine del sonno attraverso piccole accortezze: creare un ambiente rilassato, limitare gli stimoli prima della nanna e mantenere rituali costanti, come il bagnetto o una ninna nanna rassicurante. Un altro consiglio è quello di proporre attività stimolanti durante il giorno, sfogando così la necessità di scoperta del bambino nelle ore diurne.
Infine, è bene ricordare che ogni bambino è diverso, e la durata della regressione può variare: può durare da due settimane a qualche mese. La chiave? Avere pazienza e continuare a sostenere il bambino, sapendo che presto tornerà a dormire più serenamente.
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