Può capitare che il proprio bimbo, invitato a mettersi scalzo su un prato o sulla sabbia, si rifiuti di farlo: le reali motivazioni.
I bambini sono una scoperta continua, fatta di progresso, crescita ed emozioni. Sono molte le loro reazioni che i genitori non capiscono, o in alternativa, non riescono a comprendere sin da subito. Una di queste è la reversione verso determinati tipi di terreno, come può essere una distesa di sabbia o, più banalmente, un prato.
Può infatti capitare di invitare il bambino a camminare scalzo su una superficie, ma lo stesso si dimeni per far sì che ciò non accada. Il motivo? In realtà ce n’è più di uno e tutti riconducono ad una motivazione che è tutt’altro che un capriccio. SE da una parte fa bene camminare scalzi per prendere consapevolezza del terreno e per la circolazione, dall’altra sarebbe bene non obbligare il bambino a fare ciò che non si sente di fare.
La soluzione? Capire quale sia il reale motivo e accompagnarlo verso la ‘liberazione’ o trovare una soluzione più adatta per tutti. Prima di questo, vediamo quali possono essere i motivi per cui il bambino ha paura di mettere i piedi sul prato o sulla sabbia.
Quando il tuo bambino si rifiuta di camminare scalzo su erba o sabbia, può sembrare un capriccio difficile da capire. Spesso, il primo istinto del genitore è quello di insistere, ma questo porta quasi sempre all’effetto opposto. In realtà, dietro questo comportamento ci sono diverse motivazioni che vanno oltre la semplice testardaggine.
Come abbiamo ribadito più volte, camminare scalzi è molto utile per il bambino, ma per alcuni il contatto con superfici sconosciute può generare un naturale timore. Se non hanno mai sperimentato la sensazione dell’erba o della sabbia sotto i piedi, infatti, potrebbero sentirsi insicuri o spaventati. Nei primi tre anni di vita, i piccoli tendono a esplorare il mondo con curiosità, ma superata questa soglia – intorno ai 3 anni – diventano più cauti e diffidenti verso ciò che non conoscono.
D’altra parte, se hanno già provato a camminare scalzi su queste superfici e l’esperienza è stata negativa — magari a causa del fastidio o del dolore — è comprensibile che non vogliano ripeterla. Il ricordo di una sensazione sgradevole può creare una sorta di blocco psicologico.
Senza dimenticare che i piedi dei bambini sono particolarmente sensibili, più dei nostri. Questa ipersensibilità è dovuta alla presenza di una grande quantità di recettori nervosi, che rendono il contatto con l’erba o la sabbia molto più intenso di quanto possiamo immaginare. Ciò che per noi può essere piacevole, per loro potrebbe risultare eccessivo, come il solletico o addirittura un lieve dolore.
Ed è anche la consistenza di queste superfici a giocare un ruolo fondamentale. I bambini non hanno filtri: se trovano l’erba troppo pungente o la sabbia fastidiosa, lo dimostrano senza mezzi termini. Infine, potrebbe esserci una ragione ancora più profonda e istintiva: un antico meccanismo di difesa. Il loro istinto di sopravvivenza potrebbe spingerli a evitare il contatto con superfici che percepiscono come potenzialmente pericolose, anche se non sono in grado di razionalizzarlo.
In questa circostanza, capirne il motivo è l’arma più potente a nostra disposizione: solo così possiamo davvero comunicare in modo efficace con il bimbo, senza pressioni e incomprensioni di vario genere.
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