I bambini piccoli, durante la notte, tendono a svegliarsi spesso. Ecco come devono comportarsi i genitori.
I genitori, molto spesso, hanno a che fare con i risvegli notturni dei loro piccoli. Possono essere numerosi e presentarsi con una certa frequenza. Il fenomeno più essere più o meno marcato, però, nella maggior parte dei casi, genera grande preoccupazione. Non è insolito assistere ad adulti preoccupati che si precipitano dal pediatra per avere chiarimenti.
In realtà, i motivi che portano a ciò sono abbastanza vari. L’importante è non farsi prendere dal panico e affrontare la situazione con gli opportuni interventi. Verso i 2 o 3 anni, le cose dovrebbero stabilizzarsi.
I bambini, nei primi anni di vita, devono affrontare grandi cambiamenti. Per loro, è tutto nuovo. Le modifiche non riguardano solo l’aspetto esterno, ma soprattutto quello fisiologico e psicologico. Tutto ciò, ovviamente, ha ripercussioni sulle abitudini dei piccoli che, con il tempo, devono adattarsi alle novità. I risvegli notturni fanno parte di tale processo. Nella maggior parte dei casi, non devono destare preoccupazione.
Verso i 2/3 anni d’età, il sonno dei bambini tende a trovare un equilibrio. Il numero dei risvegli diminuisce e anche i genitori possono riposare con più serenità. Fino a quel momento, però, è importante analizzare tutti i fattori. I neonati, normalmente, si svegliano per la poppata. Devono mangiare piuttosto spesso e, di conseguenza, interrompono i loro pisolini per chiedere il latte. I risvegli avvengono spesso anche nelle fasi di passaggio dal sonno profondo quello leggero.
Nei bimbi più grandi, a ogni modo, possono entrare in gioco anche altri fattori:
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