In gravidanza uno dei grandi problemi che si presenta è legato all’alimentazione: cosa mangiare e cosa no? Un punto sul pesce consentito (o meno).
La gravidanza è un periodo della vita di una donna caratterizzato da molteplici attenzioni, soprattutto per quanto riguarda l’alimentazione. Tra i vari dubbi che possono sorgere, uno dei più comuni riguarda il consumo di tonno in scatola. È sicuro? Quali sono le raccomandazioni degli esperti?
Il tonno è noto per essere un pesce di taglia grande e, come tale, tende ad accumulare nel suo organismo quantità maggiori di mercurio rispetto a pesci di dimensioni minori. Durante la gravidanza, l’attenzione verso il consumo di alimenti potenzialmente ricchi di mercurio diventa prioritaria a causa dei possibili effetti tossici che questo metallo pesante può avere sul feto. Nonostante ciò, non è necessario eliminare completamente il tonno dalla dieta ma piuttosto moderarne l’assunzione.
Tonno in gravidanza, sì o no? (E se sì, quanto se ne può consumare?)
Per quanto riguarda il tonno in scatola, questo può essere inserito nell’alimentazione della futura mamma con cautela. È consigliabile limitarne il consumo a non più di una volta alla settimana e preferire porzioni controllate, circa 150 grammi per volta. Questo permette non solo di ridurre l’esposizione al mercurio ma anche al sale spesso presente in abbondanza nei prodotti conservati.
Il tonno si presta a numerose ricette: dal classico abbinamento con i fagioli alla pasta al tonno, dalla pizza fino ai patè. Anche quando cucinato o inserito in preparazioni diverse, le raccomandazioni rimangono le stesse: moderazione nella frequenza e nelle quantità consumate settimanalmente. Un caso particolare è rappresentato dal tonno affumicato che dovrebbe essere evitato durante la gravidanza poiché crudo e quindi soggetto alle stesse restrizioni del salmone affumicato o marinato.
Gravidanza, pesce consigliato (e pesci da evitare assolutamente)
Nonostante le precauzioni necessarie con alcuni tipi di pesce come il tonno e il pesce spada, esistono numerose alternative sicure e benefiche per la salute della madre e del bambino. Pesci magri come platessa o sogliola sono facilmente digeribili mentre varietà più grasse come salmone possono fornire importanti acidi grassi omega-3 essenziali per lo sviluppo neurologico del feto.
Inoltre, il pesce azzurro rappresenta una preziosa fonte di vitamina D oltre agli omega-3 già citati.
Sebbene sia incoraggiata una certa quantità settimanale di pesce nella dieta delle donne incinte (da 225 a 335 grammi), alcune specie vanno totalmente escluse a causa dell’elevata concentrazione di mercurio che possono contenere: tra queste troviamo lo squalo, lo sgombro reale ed altri specificati nelle linee guida sulla nutrizione in gravidanza.