Mal di gola e febbre? Potrebbe essere streptococco. Scopri come riconoscerlo e curarlo al meglio per far stare bene tuo figlio.
L’allarme streptococco nei bambini sta diventando un tema di crescente preoccupazione nelle comunità scolastiche e tra le famiglie, attente alla salute dei più piccoli. Ma quali informazioni abbiamo realmente su questo batterio e quali strategie possiamo adottare per contrastarlo efficacemente?
Lo streptococco, e in particolare il Pyogenes (o streptococco beta-emolitico di gruppo A – SBEA), è un microorganismo che fa parte della nostra flora batterica e non sempre è sinonimo di malattia. Infatti, una percentuale che va fino al 20% della popolazione può essere considerata “portatrice sana”, il che dovrebbe tranquillizzarci riguardo al rischio di contagio.
Nonostante ciò, quando lo streptococco si trasforma in un agente patogeno, le malattie che ne derivano sono generalmente facili da gestire. Le infezioni più comuni legate a questo batterio includono la faringotonsillite acuta e le sovra infezioni cutanee, mentre le sindromi post-infettive, sebbene più rare, possono seguire a un’infezione precedente senza essere direttamente causate dal batterio.
I sintomi dello streptococco nei bambini si manifestano principalmente con febbre e dolore alla gola, spesso accompagnati da ingrossamento delle tonsille. Questi segnali possono portare a perdita di appetito e ingrossamento doloroso dei linfonodi. In alcuni casi, può emergere anche un esantema scarlatto, tipico della scarlattina.
La trasmissione dello streptococco avviene per lo più tramite contatto diretto con le secrezioni di un individuo infetto, rendendo l’igiene personale il primo passo fondamentale nella prevenzione dell’infezione.
In presenza di contagio, ottenere una diagnosi precoce è cruciale per iniziare tempestivamente il trattamento più adeguato. Per i bambini oltre i due anni con sintomi di faringite streptococcica, è consigliato un test rapido eseguito da personale medico.
Il trattamento prevede l’uso di penicilline, come l’amoxicillina, a meno di allergie note. È rilevante notare che un ritardo nel trattamento fino a 9 giorni dall’inizio dei sintomi non pregiudica la guarigione.
Per alleviare i sintomi dolorosi e la febbre, possono essere utili il paracetamolo o l’ibuprofene. Se dopo 24-48 ore dall’inizio della terapia antibiotica non si nota un miglioramento, potrebbe trattarsi di un’infezione virale in un paziente già portatore sano di streptococco.
In conclusione, la maggior parte dei casi di streptococco viene eliminata dal faringe entro 24 ore dall’inizio del trattamento antibiotico, senza la necessità di ulteriori test post-terapia.
Affrontare lo streptococco nei bambini richiede dunque una pronta reazione ai primi sintomi e un rapido intervento medico, ma soprattutto una corretta informazione e un’educazione alla prevenzione per limitarne la diffusione.
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