La vista di un bambino che muove i primi passi è sempre un momento emozionante e carico di aspettative per ogni genitore.
Tuttavia, quando si osserva il proprio figlio camminare in modo insolito, come ad esempio sulle punte dei piedi, è naturale chiedersi se ciò rientri nella norma o se sia motivo di preoccupazione.
Camminare sulle punte, noto anche come toe walking, è una fase abbastanza comune nella crescita motoria dei bambini.
Questo comportamento può essere osservato soprattutto nei primissimi anni di vita e fa parte delle diverse modalità transitorie attraverso cui i piccoli esplorano e affinano le proprie capacità motorie.
Il processo di apprendimento della deambulazione in un bambino può essere paragonato a quello di un giovane atleta che si allena costantemente per migliorare le proprie prestazioni. In questa fase sperimentale, il bambino potrebbe adottare diverse strategie per sentirsi più stabile e sicuro mentre cammina: allargare la base d’appoggio spostando lateralmente le gambe, alternare passi veloci a passi più lenti o ancora camminare con cautela barcollando leggermente.
Tra queste strategie vi è appunto il camminare sulle punte. Questa particolare modalità consente al bambino di spostare avanti il proprio baricentro e ottimizzare l’energia impiegata nei movimenti.
È importante sottolineare che tale comportamento non dovrebbe destare preoccupazione nei genitori se osservato in bambini al di sotto dei 3 anni d’età e in assenza di altri segnali clinici.
Tuttavia, cosa fare se si nota che il proprio figlio persiste nel camminare sulle punte? Innanzitutto, è utile osservarlo attentamente durante le varie attività quotidiane. Spesso questa tendenza rappresenta solo una fase transitoria del suo sviluppo motorio.
Non sono necessari interventi specifici; piuttosto può essere utile incoraggiarlo a sperimentare differenti superfici con i piedi nudi (come erba, sabbia o tappeti vari) per stimolare la sensibilità plantare.
È interessante notare come la tendenza a camminare sulle punte sia stata associata all’utilizzo del girello da parte dei bimbi. L’utilizzo prolungato del girello potrebbe infatti non favorire una corretta acquisizione del controllo posturale in posizione eretta poiché induce alla spinta delle dita dei piedi contro il suolo per muoversi autonomamente.
Quando invece dovrebbero accendersi i segnali d’allarme? Sebbene nella maggior parte dei casi il toe walking sia innocuo e transitorio, ci sono situazioni in cui potrebbe indicare problemi più seri. Ad esempio, se accompagnato da altri sintomi quali difficoltà comunicative o disturbi dell’apprendimento oppure se persiste oltre i 3 anni senza apparente motivo fisico o neurologico identificabile (toe walkers idiopatico), potrebbe essere necessario consultarsi con uno specialista pediatrico per valutazioni approfondite.
In alcuni casi specificati dal pediatra – come presenza di storia familiari significative o altri segni clinici – potrebbero rendersi necessarie visite specialistiche quali neurologiche o neuropsichiatriche per indagare eventualmente condizioni sottostanti più complesse.
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