Il pianto di un bambino può essere uno dei suoni più angoscianti e preoccupanti per un genitore.
Spesso, ci si trova a domandarsi cosa stia provocando tale disagio nel proprio figlio e come sia possibile alleviarlo. Le ricerche nel campo dell’età evolutiva, arricchite dalle osservazioni psicoanalitiche madre-bambino, hanno fornito importanti spunti su come interpretare e gestire questi momenti.
Secondo Ainsworth et al. (1978), i bambini che ricevono risposte sensibili dai loro genitori durante il primo anno di vita tendono a piangere meno rispetto a quelli che non godono della stessa prontezza nelle cure parentali. Questa sensibilità contribuisce a creare una “base sicura” per il bambino, fondamentale per il suo sviluppo emotivo e relazionale.
La base sicura è quel senso di protezione che permette al bambino o all’adolescente di esplorare il mondo esterno con fiducia, sapendo di avere un rifugio sicuro dove ritornare in caso di bisogno. Questo concetto implica la disponibilità dei genitori ad intervenire solo quando necessario, offrendo sostegno ed incoraggiamento senza soffocare l’autonomia del piccolo.
John Bowlby paragonava i genitori agli ufficiali che comandano una base militare: la maggior parte del tempo la loro presenza è discreta ma diventa essenziale nei momenti di bisogno. La capacità dei genitori di trovare un equilibrio tra intervento e autonomia è cruciale per lo sviluppo sano del bambino.
Tuttavia, ci sono situazioni in cui i bambini possono manifestare pianti intensi e prolungati che sembrano inconsolabili. In questi casi, escludendo cause organiche, si potrebbe trattare di episodi in cui il piccolo sperimenta angoscia o rabbia profonda. Il contenimento fisico diventa allora uno strumento prezioso: abbracciando il figlio con sicurezza e parlandogli con calma si cerca di placarne l’eccesso emotivo.
Queste manifestazioni possono essere segnali che la base sicura non è sufficientemente solida o contenitiva. È importante quindi riflettere sulla qualità della relazione costruita con il proprio figlio fin dai primissimi scambi affettivi.
In alcuni casi i genitori possono arrivare a temere le reazioni emotive dei propri figli fino al punto da cedere ad ogni loro richiesta pur di evitarle. Questa condotta può trasmettere al bambino una percezione d’insicurezza poiché sente che non vi è una guida ferma capace di proteggerlo dalle sue stesse paure.
Costruire una relazione funzionale significa dedicarsi all’ascolto attivo delle esigenze del proprio figlio senza tuttavia rinunciare alla propria autorità benevola; significa essere quel porto sicuro verso cui tornare sempre dopo aver navigato le acque talvolta turbolente dell’esistenza infantile.
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