L’autismo è un disturbo dello sviluppo che si manifesta nei primi anni di vita, influenzando significativamente il comportamento e la capacità di interazione sociale del bambino.
La tempestiva comprensione e il riconoscimento dei segnali precoci sono essenziali per fornire il necessario supporto ai bambini affetti da questa condizione.

I sintomi dell’autismo, come riportato da recenti studi, spaziano in una varietà di anomalie comportamentali visibili già nei primi anni di vita.
Sintomi dell’autismo nei bambini
Tra questi, l’assenza di contatto visivo, la difficoltà a rispondere al proprio nome, una marcata preferenza per il gioco in solitudine e problemi nella comunicazione dei propri desideri rappresentano alcuni dei più evidenti campanelli d’allarme.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che circa uno su 160 bambini sia affetto da disturbo dello spettro autistico (ADS) già a partire dai due anni d’età. Questa probabilità aumenta notevolmente se nel nucleo familiare è già presente un caso di autismo, raggiungendo 1 su 5 se il bambino ha un fratello maggiore con lo stesso disturbo.
Nonostante i segni dell’autismo possano iniziare a manifestarsi durante lo sviluppo fetale, la diagnosi nei primi mesi di vita rimane complessa. Questo ritardo diagnostico rappresenta un ostacolo, poiché un intervento terapeutico precoce potrebbe migliorare significativamente lo sviluppo del bambino.
La ricerca scientifica sta avanzando verso la possibilità di una diagnosi precoce dell’autismo. Un esempio significativo è lo studio condotto attraverso l’analisi di immagini ottenute da risonanza magnetica cerebrale su oltre 100 bambini. Questa ricerca, realizzata da un team dell’Università del North Carolina e dell’Università di Washington in collaborazione con IBIS Networks, ha evidenziato come un aumento anomalo del volume cerebrale nei primi dodici mesi possa indicare un elevato rischio di sviluppare un disturbo dello spettro autistico entro i due anni di età.
Annette M. Estes, coautrice dello studio, enfatizza l’importanza della diagnosi precoce, sottolineando come intervenire in una fase iniziale possa radicalmente cambiare il decorso clinico dei bambini con sviluppo cerebrale anomalo.
È tuttavia cruciale ricordare che questi risultati sono ancora in fase preliminare e richiedono ulteriori conferme attraverso studi su gruppi più ampi. Solo così potranno essere considerati affidabili per applicazioni cliniche su larga scala. La conferma di questi risultati potrebbe aprire la strada a strategie diagnostiche mirate non solo a soggetti ad alto rischio ma potenzialmente estendibili a tutta la popolazione infantile.
Riconoscere i segnali precoci dell’autismo è vitale non solo per gli specialisti ma anche per genitori ed educatori. Comprendere queste manifestazioni precoci è fondamentale per avviare tempestivamente le terapie necessarie a supportare lo sviluppo sociale ed emotivo dei bambini affetti da questo disturbo.