La salute intestinale dei nostri bambini è un argomento che preoccupa molti genitori, soprattutto quando si verificano cambiamenti nelle abitudini di evacuazione o nell’aspetto delle feci.
In questi casi, uno strumento diagnostico come la Scala di Bristol può rivelarsi fondamentale per interpretare correttamente i segnali che il corpo del bambino sta cercando di comunicare.
La Scala delle feci di Bristol, sviluppata all’Università di Medicina di Bristol da Ken Heaton e Stephen Lewis nel 1997, classifica le feci in sette tipologie diverse basandosi su forma e consistenza. Questa scala ha trovato largo impiego non solo negli adulti ma anche in ambito pediatrico, diventando un ausilio prezioso per i pediatri nella diagnosi e gestione della terapia della stipsi funzionale e altre patologie gastroenteriche.
Innanzitutto, è importante comprendere che la scala distingue le feci dal tipo 1 al tipo 7: dal più solido e difficile da evacuare (tipo 1) all’acquoso (tipo 7). Le variazioni tra questi estremi offrono indicazioni preziose sullo stato dell’intestino del bambino.
Per esempio, le feci del tipo 1 e 2 possono indicare stitichezza. Questa condizione può essere causata da diversi fattori come una dieta povera di fibre, scarsa idratazione o atteggiamento ritentivo. La stitichezza non solo è dolorosa ma può anche portare a complicazioni se non trattata adeguatamente. Il pediatra potrà consigliare modifiche alla dieta o l’utilizzo temporaneo di farmaci per ammorbidire le feci ed evitare il dolore durante l’evacuazione.
Al contrario, se le feci rientrano nei tipi da 6 a 7 della scala – indicando una consistenza più liquida – potremmo trovarci davanti a episodi diarroici. Queste situazioni sono spesso causate da infezioni virali che provocano enterite. Anche se generalmente transitorie, richiedono attenzione particolare all’idratazione del piccolo paziente per evitare complicanze dovute alla perdita di liquidi.
Oltre alla consistenza e forma delle feci, altri due aspetti importantissimi sono il colore e la frequenza delle evacuazioni. Il colore rosso vivo può segnalare sanguinamento nel tratto gastrointestinale inferiore mentre il nero indica sanguinamento più alto nel tratto digestivo; entrambi i casi richiedono valutazione medica immediata. Feci bianche o molto chiare possono invece suggerire problemi alle vie biliari.
Un aumento significativo nel numero delle evacuazioni rispetto al normale può essere sintomo di disturbi gastrointestinali acuti come la già citata enterite virale.
Monitorare attentamente le caratteristiche delle feci dei nostri figli utilizzando strumenti come la Scala di Bristol ci permette non solo una comunicazione più efficace con i professionisti sanitari ma anche un intervento tempestivo in caso si presentino problematiche legate alla salute intestinale. Ricordiamo sempre che ogni cambiamento significativo nelle abitudini intestinali del bambino merita attenzione e possibilmente una consultazione con il pediatra per escludere condizioni che necessitano intervento medico specifico.
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