Unimamme, in passato vi avevamo parlato dell’aborto selettivo che accade in Gran Bretagna a discapito delle bambine, che vengono abortite solo per via del sesso, oggi invece ci concentriamo su ciò che accade in un paese europeo spesso considerato tra i “più felici del mondo”: la Norvegia.
Aborto selettivo in Norvegia: consentita la riduzione anche se i feti sono sani
Come si legge su The Local le autorità norvegesi in materia di salute hanno stabilito che le donne straniere che portano in grembo due o più gemelli potranno abortire uno dei feti negli ospedali del paese anche se uno dei due è sano.
In Svezia e Danimarca, invece, la riduzione embrionale non è disponibile nello stesso modo.
Anche in Italia è consentita solo se “terapeutica”, ossia nel caso in cui la gravidanza gemellare possa ledere psichicamente o fisicamente la mamma.
Torunn Janbu, del Directorate of Health norvegese ha dichiarato esplicitamente: “tutte le donne che siano norvegesi o residenti in Norvegia, hanno lo stesso diritto all’aborto e alla riduzione fetale”.
Inoltre, poiché il personale non è tenuto a chiedere l’indirizzo delle pazienti potenzialmente si stanno ponendo le basi per una sorta di “turismo dell’aborto”.
A quanto pare già alcune donne dei Paesi del Nord hanno già preso contatti con ospedali norvegesi per attuare la procedura.
Gli avvocati del dipartimento di Giustizia norvegese hanno decretato che le procedure di riduzione selettiva non devono differire da come viene trattato ogni altro aborto e quindi dovrebbero essere a disposizione delle donne fino alla 12° settimana di gravidanza.
“Noi non dobbiamo rispondere dal punto di vista etico” ha dichiarato Janbu “abbiamo solo informato i servizi per la salute su come applicare la legge”.
La decisione, in realtà, va contro il parere di molti dottori secondo i quali questa procedura comporterebbe molti rischi sia per la mamma che per il feto rimanente.
“Non abbiamo riscontrato nessun beneficio medico da questo, al contrario espone il secondo bimbo a pericoli, mentre il rischio di aborto aumenta” riassume il dottor Birgitte Heiberg Kahrs.
In effetti, cercando casi del genere in Italia, è avvenuto in passato che donne che si erano sottoposte alla embrio-riduzione avessero poi perso tutti i feti.
E voi unimamme, che ne pensate di questa nuova possibilità data alle donne?