Una ragazza di 14 anni ha minacciato a lungo di suicidarsi per un cellulare, ma è stata dissuasa dopo una trattativa con la polizia.
Unimamme, quando gli esperti suggeriscono limiti e regole per l’utilizzo degli apparecchi tecnologici, lo fanno per la sicurezza e il benessere dei ragazzi.
Ragazzina minaccia il suicidio su un balcone: arriva la polizia
Nel caso che vi stiamo per presentare una tragedia è stata sfiorata a causa dello smartphone, oggetto del desiderio supremo di bambini e ragazzi, utilizzato come fosse una propaggine del proprio corpo, con tutte le conseguenze del caso.
La polizia di un quartiere di Milano, precisamente Casoretto, è dovuta intervenire per impedire il suicidio di una quattordicenne.
Secondo le primissime ricostruzioni la mamma aveva lasciato a casa le figlie di 16, 14 e 8 anni da sole per andare a fare la spesa.
Dopo una discussione con la sorella maggiore a causa dello smartphone l’adolescente è uscita sul balcone al secondo piano del palazzetto dove vive e si è seduta sulla ringhiera.
Quando la polizia è arrivata sul luogo la ragazza aveva le gambe a penzoloni all’esterno. Due agenti sono rimasti in strada per sorvegliare la zona, mentre altri due sono saliti nell’abitazione per cercare di parlare con la giovane e convincerla a mettersi al sicuro.
Quando la mamma è rientrata ha indicato il modo più facile per avvicinarsi al balcone. A quel punto, dopo aver parlato con i membri della polizia la ragazzina ha deciso di non buttarsi e mettersi in salvo.
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In seguito la ragazzina è stata accompagnata all’ospedale Niguarda per un controllo. La famiglia ha dichiarato che la ragazza non aveva mai manifestato tendenze suicide o che avesse problemi con loro.
Unimamme, noi speriamo che ora questa ragazzina ottenga l’aiuto di cui ha bisogno.
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Secondo voi lo smartphone è stato il pretesto per un gesto inconsulto?