“Siamo l’esercito del selfie/ Di chi si abbronza con l’iPhone/ Ma non abbiamo più contatti/Soltanto like a un altro post” questo è il ritornello di una canzone di questa estate “L’esercito dei selfie“. Se si tratta di una canzone volutamente ironica, il testo contiene comunque un messaggio interessante: non siamo più capaci di goderci ciò che ci circonda perché siamo ossessionati da come veniamo percepiti sui social. L’espressione di tutto questo è sicuramente il selfie, che coinvolge soprattutto i più giovani, almeno secondo quanto affermato dalle ultime ricerche.
Selfie: può diventare una patologia?
Secondo infatti una ricerca inglese, infatti:
- i ragazzi già a 10-12 anni scattano più foto per riuscire a trovare il selfie giusto da postare sui social (il 15% ne scatta più di 6)
- soffrono nel vedere che un loro selfie viene ignorato
- si sentono tristi per il fatto che in una foto postata da altri non sono venuti particolarmente bene (27%)
Un altro studio pubblicato sull’International Journal of Eating Disorder ha inoltre scoperto che le adolescenti con più selfie sui social:
- presentano nei test una sopravvalutazione dell’importanza della forma e del peso
- una più elevata insoddisfazione della propria immagine
- un rigido ideale di magrezza e un più frequente ricorso alla dieta
- un maggiore intervento al fotoritocco
A tutto questo si aggiunge anche un problema di ansia: chi si scatta costantemente selfie incappa nel meccanismo del controllo costante dei like ricevuti, chiedersi come mai una foto non è stato accolto come avrebbe dovuto, e confrontarsi costantemente con l’aspetto dei coetanei o con quello delle celebrità.
Si tratta quindi di una rivoluzione culturale a cui dobbiamo porre attenzione anche noi adulti e genitori, che siamo vissuti in un mondo senza social. Ricordiamoci quanto fosse importante l’approvazione del gruppo quando eravamo adolescenti: figuriamoci oggi che potenzialmente da ogni parte del mondo possono vedere le nostre immagini.
Dobbiamo essere in grado di stare vicino ai nostri figli in un passaggio delicato della vita, ma è anche altrettanto vero che i social sono una realtà in continua evoluzione e dobbiamo imparare a gestirli. Non possono e non devono diventare motivo di ansia.
E voi unimamme cosa ne pensate?
Intanto vi lasciamo con la storia di un ragazzo che ha trasformato il selfie in una malattia.