Adolescenza: se i figli cambiano non dipende sempre dagli ormoni. Le interessanti scoperte di uno studio
Uno studio sulla crescita nell’adolescenza che mette in discussione tutto quello a cui abbiamo creduto finora. I comportamenti degli adolescenti non dipendono solo dai cambiamenti fisici e dagli ormoni. Lo afferma lo studio dell’Università di Buffalo, nello Stato di New York, e dell’Università del Massachusetts di Amherst. Ecco le nuove scoperte.
Adolescenza: i cambiamenti non dipendono sempre dagli ormoni
Una scoperta che se fosse confermata cambierà per sempre il nostro modo di comprendere l’adolescenza e gli approcci all’educazione degli adolescenti.
Secondo un recente studio condotto da ricercatori dalle università di Buffalo e del Massachusetts il cambiamento di comportamento nei ragazzi quando crescono non è necessariamente legato alla pubertà e agli ormoni. L’abbandono dei giochi d’infanzia, l’inquietudine, l’aggressività e i comportamenti ribelli sono stati sempre attribuiti al profondo mutamento fisico e mentale nei ragazzi, nel quale gli ormoni giocano un ruolo decisivo.
Inoltre, pubertà e adolescenza vengono spesso associate, ma sebbene si verifichino nello stesso periodo, sono due fenomeni differenti.
- Pubertà: è il periodo di cambiamenti fisici, durante il quale il corpo di un bambino si trasforma in quello di un adulto e acquisisce la capacità di riprodursi, sviluppa le caratteristiche sessuali secondarie e produce ormoni sessuali.
- Adolescenza: è il periodo di transizione psicologica dall’infanzia all’età adulta. Si tratta di un processo più ampio della crescita biologica e riguarda il passaggio dallo stato sociale del bambino a quello dell’adulto, che varia nella durata a seconda delle culture, dei gruppi sociali e anche degli individui. Si tratta dello sviluppo cognitivo, emotivo e sociale del ragazzo.
Lo studio americano ha provato ad individuare quali cambiamenti nei ragazzi dipendono dallo sviluppo puberale, quindi dai mutamenti fisici e ormonali, e quanti invece ne sono indipendenti e dipendono più dall’evoluzione sociale e psicologica dell’adolescente.
Per cogliere queste differenze, i ricercatori hanno studiato i criceti siberiani (Phodopus sungorus). Gli studiosi hanno preso in esame questi animaletti perché hanno una pubertà che si sviluppa in momenti differenti, a seconda di quando sono nati. I criceti che nascono quando le giornate sono lunghe, come in primavera, sviluppano presto la pubertà e si accoppiano entro l’anno. Mentre quelli che nascono in autunno, quando le giornate sono più corte, ritardano la pubertà, per non partorire durante l’inverno.
Nel loro esperimento, i ricercatori hanno cambiato l’esposizione alla luce di questi animali, in modo da controllare i loro cambiamenti ormonali e innescare subito la pubertà o rimandarla. Questo ha permesso ai ricercatori di individuare quei cambiamenti nei comportamenti che non sono legati alla pubertà.
Tra i comportamenti presi in esame c’è quello legato al gioco, un comportamento comune a tutti i mammiferi. I ragazzi smettono di giocare e tendono ad atteggiamenti di dominanza sociale e aggressività, tipici dell’adolescenza, quando crescono, questo cambiamento avviene attraverso comportamenti che segnano il passaggio dall’infanzia all’età adulta. La stessa cosa accade negli animali.
I ricercatori hanno osservato nel loro studio che i criceti smettevano di giocare tutti alla stessa età, a prescindere dalla maturazione sessuale. I criceti per cui la pubertà non era ancora iniziata hanno smesso di giocare nello stesso momento di quelli che erano già entrati in pubertà. Questo significa che questo tipo di cambiamento non ha nulla a che vedere con gli ormoni né con lo sviluppo sessuale. Piuttosto con i cambiamenti del gruppo sociale.
Pertanto, anche negli esseri umani alcuni cambiamenti tipici dell’adolescenza non dipendono dagli ormoni, ma sono semplicemente coincidenti con la pubertà.
Il risultato importante dello studio è quello di aver messo in discussione il nesso di causalità tra comportamento e cambiamento fisiologico. Una scoperta che si può applicare non solo all’adolescenza.
Lo studio rappresenta una base importante da cui partire per portare avanti altri studi più approfondititi che consentano di mappare i circuiti endocrini dipendenti o indipendenti dalla pubertà e precisare come interagiscono per regolare lo sviluppo negli adolescenti.
Che ne pensate unimamme? Avreste mai pensato a questa differenza?
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