Una ragazza francese di 16 anni è morta per coronavirus, prima era sana. La situazione precipitata all’improvviso.
Unimamme, brutte notizie arrivano dalla Francia, anch’essa alle prese con l’emergenza coronavirus. Una ragazza di 16 anni, Julie, è deceduta a causa del Covid 19.
Ragazza francese: triste epilogo
A dare il triste annuncio è stato il Direttore generale della Salute Jérôme Salomon che, durante una recente conferenza stampa, risalente al 25 marzo, ha parlato appunto della morte di una ragazza di 16 anni a causa del coronavirus. Al momento si sa che la ragazza viveva nell’Ile de France, che è una delle regioni più colpite. Nonostante i giornalisti gli abbiamo sottoposto “comprendete che non possiamo darvi maggiori dettagli” ha dichiarato Salomon.
La decisione di diffondere la notizia del decesso di una persona in così giovane età è stata giustificata con la necessità di trasparenza, ricordando però che la morte per coronavirus in un’età simile è molto rara. Il professor Jean-Daniel Lelièvre, a capo del reparto di malattie infettive Henri-Mondor di Créteil (Val de Marne), ha commentato: “la morte di un giovane di 16 anni per coronavirus è eccezionale, nei nostri reparti vediamo persone di 40 anni, non ragazzi, non in questo momento”.
Julie, che frequentava un liceo dell’Essonne è morta tra la notte di martedì 24 marzo e mercoledì 25. Sua sorella maggiore, Manon, ha osservato: “bisogna smetterla di credere che tocchi solo le persone anziane, nessuno è invincibile davanti a questo virus mutevole“. La sorella di Julie ha ricordato la fulminea evoluzione della malattia della deceduta “nell’ultima settimana aveva una leggera tosse, poi a fine settimana aveva il muco, lunedì abbiamo visto un medico di medicina generale e le hanno diagnosticato un disturbo respiratorio, prima non aveva avuto particolari malattie“. Da quel momento le cose sono precipitate, Julie è stata ricoverata presso l’ospedale Longjumeau (Essonne), poi trasferita al Necker (nel 15° arrondissement di Parigi). Martedì 24 marzo, verso sera, è stata intubata, ma non ha retto “i suoi polmoni non hanno retto, i medici hanno fatto il possibile, ma risvegliarla sarebbe stato inutile”.
La sorella ha aggiunto che hanno fatto in tempo a vederla, ma per breve tempo, visto il rigido protocollo “è complicato, ma ci vorrebbe un po’ di umanità”. Quando riapriranno le scuole, in Francia, sono previste commemorazioni per Julie, come un minuto di silenzio e una marcia bianca e rossa “bianco per il suo buonumore e rosso perché era il suo colore preferito”.
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Sabine, la madre di Julie ha detto “è una cosa insopportabile, lo shock di perdere un bambino, il senso della vita, l’obbligo di andare avanti. Noi dovevamo avere una vita tradizionale. Lei aveva solo un po’ di tosse”. Julie aveva cercato di curarla nel modo tradizionale, con sciroppo, erbe, inalazioni, ma ciò che aveva non era un raffreddore comune o un’influenza. Sabine aveva fatto in tempo a vedere la figlia, ricoverata in pediatria, quando ancora la malattia non era stata individuata. La figlia le era apparsa stanca, aveva detto “mi fa male il cuore”. Inizialmente i risultati dei primi test al coronavirus erano risultati negativi, ma nella serata di martedì 24 è arrivata la doccia fredda con il risultato del primo tampone fatto all’ospedale di Longjumeau e Julie risultava positiva al coronavirus, da lì in poi le sue condizioni sono precipitate fino al tragico epilogo finale. A mezzanotte e mezza è arrivata la telefonata che tanto temeva: “vieni, presto“. “In un’ora era già grigia”. Quando Sabine è arrivata in ospedale con la figlia maggiore Julie era già morta. “La sua pelle era ancora calda”.
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Di Julie hanno potuto conservare solo una catenina del battesimo, il resto è stato bruciato, come vuole il protocollo. Il funerale si svolgerà con solo 10 persone presenti. “Abbiamo dovuto scegliere i cari che saranno presenti” ha detto la sorella Manon. “Il giorno della sua morte abbiamo dovuto subito scegliere una bare per lei”. La bara deve rimanere chiusa, Julie non sarà né truccata né vestita. La mamma ha aggiunto “è una cosa complicata da accettare“. Da giovedì sulla tv francese capeggia la scritta che annuncia che una ragazza di 16 anni è morta per il coronavirus “è terribile perché so che è mia figlia” conclude Sabine. Dopo il diploma Julie avrebbe voluto lavorare nell’organizzazione di eventi. Unimamme, questa storia raccontata su Ouest France ha davvero un epilogo drammatico, forse ci può aiutare a far riflettere su come tante cose che consideriamo problemi gravi nella quotidianità o conflitti che riteniamo insanabili in realtà non lo siano. Voi cosa ne pensate? Secondo voi se fossero intervenuti prima si sarebbe salvata? Voi siete attenti ai primi sintomi?
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