Bambini siriani morti di freddo nei campi profughi, il più piccolo era appena nato

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Bambina in un campo profughi siriano (Immagine di repertorio. Foto di MOHAMAD ABAZEED/AFP/Getty Images)

Bambini siriani morti di freddo nei campi profughi, il più piccolo era appena nato, aveva solo un’ora di vita.

La tragedia infinita dei bambini siriani nei campi profughi. Non solo vittime della guerra, costretti a lasciare le loro case e le loro città per vivere nelle tendopoli dei campi profughi, costretti ad abbandonare la scuola senza nessuna prospettiva di futuro. Anche il gelo invernale si accanisce contro di loro.

L’Unicef ha denunciato che 15 bambini siriani sono morti nei campi profughi a causa del freddo. Nel 2019. La maggior parte di queste piccole vittime aveva meno di un anno. Uno era appena nato, aveva solo un’ora di vita.

Bambini siriani morti di freddo nei campi profughi

Bambini piccoli morti a causa del freddo nei campi profughi tra Libano e Siria. La denuncia arriva dall’Unicef, che segnala il decesso di 15 piccoli uccisi dal gelo. La maggior parte di loro, 13 bambini, aveva meno di un anno e un neonato una sola ora di vita. Insieme al freddo anche la mancanza di cure mediche adeguate e di medicine è letale per questi bambini. Come ad Hajin, nelle vicinanze di Deir-Ez-Zor, a est della Siria, una zona martoriata dai combattimenti.

Delle 15 vittime vittime, 8 sono morte a Rukban, in Giordania, e altre 7 dopo la fuga da Hajin.

Durante la notte fa tanto freddo e siamo costretti a dormire per terra. Quando sono cominciate le piogge abbiamo spostato le nostre tende sui terreni più in alto e abbiamo acceso il fuoco ma poi tutto si è allagato”, è la testimonianza di Maher, 10 anni, raccolta dall’Unicef.

Purtroppo nelle ultime settimane, prima le alluvioni e poi la neve e il gelo hanno colpito duramente le zone dove si trovano numerosi campi profughi siriani. Le tendopoli sono state devastate dalla tempesta Norma che si è abbattuta sulla regione, costringendo migliaia di sfollati a spostarsi per cercare un altro riparo. Poi la neve e le temperature gelate hanno aggravato le condizioni già estremamente precarie dei profughi, peggiorando la salute dei più piccoli.

Le temperature rigide e le durissime condizioni di vita a Rubkan, nella zona al confine Sud-occidentale della Giordania con la Siria, stanno mettendo sempre più in pericolo la vita dei bambini. Ha dichiarato Geert Cappelaere, direttore regionale dell’Unicef per il Medio Oriente e il Nord Africa. “In un solo mese, ha riferito, almeno 8 bambini sono morti, la maggior parte di loro sotto i quattro mesi e uno con una sola ora di vita“.

A Rubkan si trovano 45mila profughi, circa l’80% di loro sono donne e bambini. Il freddo estremo e la mancanza di cure mediche per le madri, prima e dopo il parto, e per i neonati hanno peggiorato le loro condizioni di vita già durissime.

Un’altra zona dove i profughi sono duramente colpiti è quella di Hajin, nelle vicinanze della città di Deir-Ez-Zor, nell’est della Siria, dove 10mila persone sono scappate dallo scorso dicembre, a causa delle violenze e dei combattimenti. Le famiglie in fuga dal conflitto sono ancora in cerca di un rifugio sicuro e costrette ad stare al freddo per giorni senza un riparo o generi di prima necessità. Nel viaggio pericoloso e difficile dei profughi sono morti 7 bambini, la maggior parte di loro era sotto l’anno di età.

Le vite dei bambini continuano ad essere portate via da condizioni di salute che sono prevenibili o curabili. Non ci sono scuse per questo nel 21° secolo. Queste tragiche perdite di vite opera dell’uomo devono finire ora“, ha ribadito con forza Geert Cappelaere. “Senza cure, protezione e ripari adeguati e accessibili altri bambini moriranno, giorno dopo giorno, a Rukban, Deir-Ez-Zor e altrove in Siria. La storia di giudicherà per queste morti assolutamente evitabili“.

Il responsabile Unicef ha richiamato tutte le parti in conflitto e quelli che hanno influenza su di loro a dare un passaggio sicuro alle famiglie di profughi in cerca di un riparo oltre la linea del fuoco e di agevolare l’accesso all’assistenza medica per i loro bambini a Hajin e nelle altre zone della Siria. Il bisogno di assistenza è urgente a Rubkan, è una questione di vita o di morte. L’Unicef ha richiesto di autorizzare urgentemente un convoglio umanitario nella zona, con unità cliniche mobili, per consegnare forniture e servizi salvavita.

“Sicuramente, non è chiedere troppo quando le vite di decine di migliaia di bambini – bambini – dipendono da questo“, dall’assistenza umanitaria e dalle cure ai profughi che dovrebbero essere concesse nelle zone di guerra.

Un appello di fronte al quale le parti in conflitto si sono mostrate sorde.

Il documento dell’Unicef che denuncia le morti dei piccoli siriani a causa del freddo e della mancanza di cure.

Che dire unimamme? Non ci sono parole quando la vita dei bambini non viene rispettata, perfino in violazione dei trattati e delle regole che disciplinano i conflitti.

Meno di un mese fa, a fine dicembre, vi avevamo riportato la denuncia di Unicef sui bambini vittime di guerre nel mondo, mai così tante negli ultimi 30 anni.

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