Una scuola di Washington è finita nella bufera perché ha allestito il banco di un ragazzino autistico nel bagno.
Unimamme, sappiamo che ci sono bambini con esigenze particolari che meritano attenzione all’interno della scuola che, come sappiamo, non è solo il luogo dove si impara a fare di conto, ma anche il posto dove si apprendono lezioni di convivenza, rispetto, da applicare all’interno della società.
Bimbo finisce a studiare in bagno
Per questo ci colpisce la storia denunciata dalla mamma di un bimbo autistico. Ecco che cosa ha scritto sul suo account Facebook:
“Mio figlio ha delle esigenze particolari e dà il suo meglio in un luogo molto tranquillo. Questa è la soluzione della sua insegnante. Sì, questo è mio figlio al bagno.
Sì, questo è il banco di mio figlio su una toilette. Lei ha fornito anche un materassino da campeggio e un cuscino per riposare sul pavimento del bagno.
Ho chiesto se poteva lavorare in biblioteca e lei ha risposto di no. Ha anche aggiunto che a lui stava bene perché “loro non lo usano come bagno”. Mio figlio è stato umiliato, era imbarazzato, disgustato per questo inumano suggerimento.
L’ho portato subito a casa e non tornerà. Quando siamo tornati ha vomitato per l’ansia.
Questo è il modo migliore? Come può andare bene? Dobbiamo fare meglio.
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Il messaggio di questa mamma, insieme alla foto del banco del figlio in bagno ha ottenuto 16 285 Like e 10 334 condivisioni diventando virale.
Shannon McMinimee, avvocato della famiglia di Danielle Goodwin, la mamma di questo bimbo, ha commentato: “non riesco a credere che qualcuno abbia pensato che questa era una buona idea. Ci sono moltissimi modi con cui sistemare studenti con disabilità senza umiliarli”.
Il bambino ha un disordine autoimmune e quindi stare nel bagno per lui sarebbe molto problematico.
In un messaggio postato online il sovrintendente della scuola Bellingham Public School Greg Baker ha detto alla CNN “per quanto ne sappiamo la cabina viene usata come ripostiglio e non come toilette”. L’uomo ha aggiunto che per mancanza di fondi non c’è un luogo, in tutto l’istituto, dove collocare i bambini con bisogni speciali di livello socio emotivo.
Sempre il sovrintendente ha aggiunto: “eravamo ben intenzionati, ma alla fine non abbiamo proceduto”.
La famiglia del piccolo ha deciso di fare causa alla scuola.
Unimamme, cosa ne pensate di questa vicenda?
Voi conoscete casi simili in Italia?