Archie è un bimbo di 4 anni che sta lottando con un tumore, un neuroblastoma, ed ha anche contratto il Covid-19 ma l’ha sconfitto: la sua storia per dare speranza.
Archie Wilks è un bambino di 4 anni che sta combattendo la sua battaglia contro un neuroblastoma che gli è stato diagnosticato nel gennaio del 2019. Il Neuroblastoma, come si legge su Orphanet, è un tumore infantile maligno delle cellule delle creste neurali, che danno origine al sistema nervoso simpatico. Ha un’incidenza annuale di circa 1 ogni 70 mila bambini nella fascia dei bambini sotto i 15 anni e viene diagnosticano nel 90% dei casi prima dei 5 anni. Nel mezzo di questa pandemia Archie era uno dei soggetti che rischiava gravi conseguenze se colpito dal coronavirus.
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Un bambino di 4 anni affronta 2 battaglie: contro il tumore e contro il Covid-19
Archie infatti è sottoposto a chemioterapia e immunoterapia. Sua mamma, Harriet Wilks, ha raccontato alla BBC, che lei e il marito erano estremamente preoccupati per Archie “eravamo preoccupati di come l’avremmo gestita se fosse stato contagiato“. Purtroppo il piccolo, la cui battaglia viene raccontata sulla pagina Facebok Archie’s Journey, ha contratto anche il coronavirus. “Eravamo abituati agli ospedali, ma siamo rimasti confinati in una stanza insieme per 6 giorni. Non potevamo lasciare la stanza, quindi è stato qualcosa di leggermente diverso” ha raccontato la mamma alla BBC. Ha però aggiunto che “le infermiere hanno reso tutto molto sopportabile.”
I genitori non sanno dove il figlio potrebbe aver preso il coronavirus ed hanno dato l’annuncio su Facebook il 29 marzo scorso con un post: “Archie ha il Covid – 19 e ora è ricoverato in ospedale, ma sta bene. Anche Henry ce l’ha al 99% ed è arrabbiato a casa. Siamo isolati già da 17 giorni, usciamo solo per le medicine in ospedale, tenendo tutto sterile e lontano da chiunque e nonostante questo l’ha presa. Un pensiero confortante è che abbiamo fatto il possibile per non diffonderlo. Sebbene Archie e Henry stiano venendo a patto col Covid-19 altre persone non lo faranno. Non merita il rischio e nessun genitore vuole essere in un reparto di ospedale chiedendosi se i suoi figli staranno bene e chiedendosi a chi potrebbero averlo trasmesso. State a casa, state al sicuro, salvate vite. Henry farà twerk e Archie continuerà ad ordinare cose al papà sull’isolamento in ospedale. Questo è un periodo in cui la paura è diffusa ed è preoccupante il modo e la facilità con cui si è diffuso il virus. Non preoccupatevi per noi, è la solita storia. Tenetevi al sicuro, questo manterrà gli altri al sicuro.”
Il piccolo Archie vive con i genitori e il fratello gemello Harry. L’8 aprile scorso la famiglia ha detto che il bimbo non ha più bisogno dell’ossigeno di notte e che il peggio è passato. Dall’inizio di questa vicenda i genitori del piccolo hanno raccolto fondi per farlo partecipare a una sperimentazione presso il Memorial Sloan Kettering Cancer Centera New York per dargli una possibilità contro il Neuroblastoma. La raccolta fondi è attiva su Just Giving e per ora ha raccolto più di 187 mila sterline su un obiettivo di 230 mila sterline. Nella pagine si legge: “i bambini che completano il trattamento per il neuroblastoma e sono liberi dal cancro hanno ancora il 50% di avere una ricaduta, una volta che ha una ricaduta il 90% dei piccoli non sopravvive“.
Unimamme, cosa ne pensate di questa vicenda raccontata sulla BBC?
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