Un bambino nato con meno del 2% di cervello ha sfidato tutti i pronostici.
Unimamme, in passato vi avevamo già parlato del piccolo Noah, un bambino nato con meno del 2% di cervello.
Durante la gravidanza i medici avevano detto alla mamma che il figlio aveva sviluppato una condizione molto rara, che si chiama idrocefalo. Per ben 5 volte le chiesero se voleva abortire, ma lei e il marito risposero di no.
Secondo i medici Noah non sarebbe stato in grado di camminare, parlare, essere minimamente autonomo.
Un bambino nasce con meno del 2% del cervello: la sua storia
“Volevamo dare comunque una possibilità a nostro figlio”.
Quando nacque Noah i medici scoprirono che aveva meno del 2% di cervello. Il piccino venne sottoposto a diversi interventi, continuando a crescere e a sfidare i pronostici su di lui. A 3 anni le scansioni mediche mostravano una crescita dell’80% delle sue capactà.
Ora Noah ha 6 anni, ha imparato a parlare e, grazie a una clinica australiana molto all’avangurdia, spera di poter camminare, fare surf e sciare. Il papà ha spiegato che si tratta di una terapia neuro fisica, un mix di esercizi di fisioterapia ed esercizi cognitivi.
Ospiti a Good Morning America papà Rob e mamma Shelley hanno descritto i progressi di Noah come straordinari.
“È un argomento che ci emoziona sempre tanto. Alcune persone dicono che non puoi far crescere un cervello. Altre pensano che deve essere sempre stato lì. Ma se fosse stato schiacciato sarebbe stato gravemente danneggiato, sarebbe stato disabile mentalmente e fisicamente“.
La coppia ha spiegato la loro determinazione nel volere questo bambino che presentava una situazione tanto grave. “Eravamo genitori adulti, se ai giovani veniva offerta quella scelta potevano sentirsi spinti a farlo, ma noi conosciamo il nostro pensiero, siamo persone positive. Volevamo dare a Noah la possibilità di vivere”.
La mamma di Noah ricorda il giorno della nascita del figlio con grande felicità “Il giorno in cui è nato è stato fantastico. Lo abbiamo aspettato con il fiato sospeso”.
Shelley ha ricordato che la sala operatoria era molto affollata, quando Noah nacque “lanciò un urlo strepitoso”.
Ora Shelly e famiglia tengono aggiornati i medici che avevao detto che il bambino non ce l’avrebbe fatta, circa i suoi progressi.
“È straordinario. Mandiamo loro e-mail e foto e portiamo loro regali a Natale”.
Per ora il piccolo è su una sedia a rotelle, ma spera di migliorare grazie alle cure nella clinica australiana.
“Di solito non lo fanno per i bambini. Ma siamo incredibilmente fortunati ad avere una possibilità. La capacità del cervello di guarire e correggere il sistema nervoso del corpo è sorprendente”.
Noah ora parla e ha imparato a leggere, scrivere e contare, i genitori sperano che un giorno riuscirà a camminare da solo.
Unimamme, cosa ne pensate di questa straordinaria storia di speranza?