Unimamme, forse saprete che la pertosse è una malattia infettiva per la quale però esiste un vaccino. La storia che vi raccontiamo oggi parla di un bimbo che ha affrontato il lato più “oscuro” di questa malattia.
Inizialmente Riley, un bimbo nato nel febbraio del 2015, sembrava stare bene, ma a qualche giorno di distanza dalla nascita ha cominciato a presentarsi una tosse occasionale che ha insospettito i genitori che l’hanno condotto dal medico. Secondo il pediatra il piccolo aveva solo il raffreddore.
Bambino con la pertosse: un tragico caso evitabile
Dal momento che la tosse non passava i genitori l’hanno poi portato in ospedale dove gli è stata diagnosticata la bronchiolite, ma in realtà si trattava di pertosse, una malattia che per i bambini che non hanno ancora compiuto un anno, come Riley, può diventare molto pericolosa.
In breve la pertosse ha raggiunto il cuore e i polmoni di Riley distruggendo tutto con le sue tossine e il bambino di appena 40 giorni è morto.
“Riley è morto pacificamente tra le mie braccia dopo una dura battaglia. Lo staff è stato magnifico e ha fatto tutto quello che poteva per salvarlo, ma la pertosse era troppo grave” hanno scritto i genitori sulla Pagina Facebook.
Anche Greg, il padre del bimbo, ha scritto parole molto toccanti su questa vicenda. “Sono il guscio di un uomo senza il mio bambino e non sono sicuro di come riuscirà a cavarmela“.
Come accennavamo esiste un vaccino che può essere somministrato alle donne durante il terzo trimestre di gravidanza per evitare tragedie come quella di Riley, solo che in Australia, dove è ambientata questa triste vicenda, questo non avviene.
Quindi la mamma del bimbo e il padre hanno deciso di aprire una pagina Facebook e condividere un filmato sugli ultimi giorni di Riley per sensibilizzare le persone circa la necessità delle vaccinazioni.
“Studi hanno dimostrato che non solo è sicuro ma che se una mamma si vaccina per la pertosse il figlio sarà il 90% meno incline a contrarre la malattia” dichiara Catherine Hughes, mamma di Riley “Sfortunatamente questo non mi è stato offerto durante la gravidanza”.
I coniugi Hughes hanno fatto pressione, nel loro Paese, affinché le donne incinte non dovessero pagare per il vaccino, riuscendoci.
“Molto probabilmente Riley sarebbe ancora qui se avessi saputo della vaccinazione contro la pertosse durante la gravidanza“.
Ora Catherine ha deciso di dedicare tutta se stesse a far sì che nessun bimbo muoia come è successo a Riley. Sia lei che suo marito si recano negli ospedali australiani per sensibilizzare i genitori sulla possibilità di vaccinarsi in gravidanza per la pertosse.
Catherine ha parlato addirittura con il ministro della Salute per un registro delle vaccinazioni degli adulti, così da sapere quando una persona deve fare un richiamo.
Il suo desiderio di dare un “senso” alla morte del figlio l’ha spinta anche ad organizzare una raccolta fondi con Unicef Australia riuscendo a mettere insieme 75 mila vaccini per i Paesi in via di sviluppo e raccogliendo 70 mila dollari da donare alle ricerche contro la pertosse.
“Anche se ci sentiamo come se avessimo fallito come genitori ci sentiamo un po’ meglio sapendo che speriamo di aver aiutato a proteggere altri bambini”.
Catherine ha cominciato la sua compagna a favore dell’immunizzazione contro la pertosse pochi giorni prima della morte di Riley pubblicizzando una foto di suo figlio avvolto in una coperta.
“Se non vi siete immunizzati contro la pertosse, considerate di farlo. Spezza il cuore vedere un bimbo di 4 settimane lottare contro questa malattia, tenetelo a mente. Se siete contro i vaccini, contro la logica, contro il dovere di occuparvi della vostra società, sentitevi liberi di dare un’occhiata a questa foto di mio figlio in ospedale a 4 settimane con la pertosse e poi venitemi a dire che le vaccinazioni sono una brutta cosa”.
Unimamme, prima di lasciarvi vi diamo qualche dato sulla pericolosità di questa malattia. La pertosse è una malattia a infezione batterica molto contagiosa dei polmoni e delle vie aeree.
Per i bambini sotto i 12 mesi è molto pericolosa. I piccini sono a rischio finché non assumono almeno 2 dosi di vaccini (a 4 mesi di età) poiché gli anticorpi della mamma non assicurano una protezione affidabile.
Sintomi:
certamente la presenza di una tosse secca e persistente che progredisce fino a intensi colpi di tosse. Questi sono seguiti da un rumore di tosse convulsa da cui pertosse prende il nome.
I sintomi delle pertosse spesso somigliano a quelli del raffreddore e comprendono:
- naso bloccato o gocciolante
- starnuti
- occhi che lacrimano
- tosse secca e irritata
- mal di gola
- leggero innalzamento della temperatura
- sentirsi male in generale
Questi sintomi possono durare anche 1-2 settimane prima di aggravarsi. Il secondo stadio viene chiamato parossistico ed è caratterizzato da intensi attacchi di tosse convulsa. Ogni attacco dura circa 2 minuti. I piccini sotto i 6 mesi dopo la tosse possono dare segni di soffocamento e smettere di respirare.
Infine, l’esperto di malattie infettive Sanjaya Senanayake raccomanda la vaccinazione contro la pertosse. Lui sottolinea che i bambini molto piccoli come Riley sono ad alto rischio e che il numero dei piccoli sotto i 6 mesi deceduto per la pertosse è dell’1%.
Stando ai dati nel 2015 ci sono stati 244 casi di pertosse nell’Australia dell’Ovest rispetto ai 292 dell’anno precedente e ai 232 delle prime 10 settimane del 2013.
Nel 2013, il Dipartimento della Salute ha dichiarato che, rispetto ai programmi di vaccinazione, la pertosse rimane presente in Australia.