I bebè ragionano anche se non parlano, lo dice un recente studio scientifico. Mamma e papà non devono preoccuparsi se il loro bambino tarda a palare, non significa che sia meno intelligente.
I bambini pensano anche quando non parlano. Sembra un’ovvietà, ma non lo è se consideriamo i bambini molto piccoli, i bebè, quando raggiungono l’età della parola ma ancora non iniziano a parlare. Secondo un recente studio scientifico, infatti, una forma di ragionamento logico è presente anche nei bambini che ancora non parlano. Una scoperta importante che accerterebbe l’indipendenza del ragionamento dal linguaggio.
I bebè ragionano anche se non parlano
Una forma di ragionamento logico anche elementare è presente nei bambini prima ancora che inizino a parlare. Lo ha dimostrato uno studio scientifico spagnolo, ribaltando i pregressi convincimenti secondo i quali il ragionamento logico sarebbe legato ai processi linguistici.
Lo studio, condotto da Nicoló Cesana-Arlotti della Universitat “Pompeu Fabra” di Barcellona, insieme ad altri studiosi in collaborazione internazionale, ha accertato con un esperimento che il ragionamento logico è in parte indipendente dai processi mentali di tipo linguistico.
I ricercatori dell’università di Barcellona hanno studiato il comportamento di bambini di 12 e 19 mesi di età applicando il processo logico di esclusione, ovvero quello che si basa sul sillogismo disgiuntivo secondo cui se tra A e B uno solo può essere vero e A è falso, allora B è vero.
I bambini sono stati posti davanti a delle immagini video, studiando le loro reazioni e i movimenti oculari. Ai piccoli venivano mostrati un oggetto A (ad esempio un fiore) e un oggetto B (un dinosauro), che potevano variare di forma, dimensione e colore. Poi un oggetto veniva nascosto e l’altro reso parzialmente visibile. In questo modo, i bambini, vedendo in parte solo un oggetto, ad esempio il petalo del fiore, avrebbero dovuto dedurre quale sarebbe stato l’oggetto nascosto. Quando quest’ultimo veniva svelato e non corrispondeva alle aspettative (ad esempio il dinosauro, se l’oggetto mostrato in parte era il fiore), i bambini mostravano sorpresa o confusione. Dimostrando così di essere in grado di fare ragionamenti logici, pur non avendo ancora sviluppato il linguaggio. I ricercatori hanno studiato le reazioni dei piccoli tracciando i loro movimenti oculari, secondo una tecnica già impiegata negli studi sperimentali di psicologia su individui che non sono in grado di esprimersi a parole.
Dall’esperimento è risultato che i bambini si soffermavano a guardare più a lungo l’oggetto che non si aspettavano, una volta che veniva loro svelato. Una reazione che mostrava la loro confusione e che quindi erano in grado di fare un ragionamento logico basato sul processo di esclusione.
I ricercatori, poi, hanno mostrato ai bambini alcuni filmati per seguire i quali era necessario fare alcune deduzioni razionali. Anche in questo caso sono stati analizzati i movimenti oculari dei piccoli, dai quali è risultato che durante le deduzioni logiche, necessarie per seguire il filmato, le pupille dei bambini si dilatavano, come accade agli adulti nella stessa situazione.
Vi ricordiamo il nostro articolo: Linguaggio dei bambini: come aiutarli a parlare e comprendere da 0 a 5 anni