Alcuni consigli per ridurre il rischio di contrarre la bronchiolite vengono dati dagli esperti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Vediamoli insieme.
La bronchiolite è un’infezione virale acuta che colpisce il sistema respiratorio dei bambini di età inferiore ad un anno con maggiore prevalenza nei primi 6 mesi di vita e maggiore incidenza tra nei mesi che vanno da novembre a marzo.
Il Dottore Renato Cutrera, responsabile del reparto di Broncopneumologia al Bambino Gesù, indica quale virus causa la bronchiolite e quali sono i mesi più a rischio: “La broncopneumologia è una patologia virale che colpisce i bambini sotto i due anni. Sono molti i virus coinvolti, ma il principale si chiama virus respiratorio sinciziale. E’ un virus particolarmente attivo nell’emisfero nord, quindi anche in Italia, nel periodo invernale, con un picco che può variare tra dicembre e febbraio. L’infezione colpisce la maggior parte dei bambini e diventa, quindi, endemica. A tre anni tutti i bambini o quasi tutti sono già positivi agli anticorpi contro questo virus“.
Anche quest’anno, nella maggior parte dei casi vi è stata co-infezione (VRS, adenovirus, bocavirus…) mentre il virus influenzale è stato ancora poco riscontrato.
Gli esperti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù danno dei semplici consigli da rispettare per evitare che i bambini possano contrarre la bronchiolite.
Cosa fare per ridurre il rischio di contrarre la bronchiolite
Alcune semplici regole, come le corrette norme igieniche, possono aiutare a ridurre il rischio di poter contrarre la bronchiolite o ad evitare ulteriori infezioni che possono anche andare a peggiorare il quadro clinico:
- Lavarsi le mani, è buona regola prima di prendere in braccio un lattante o un neonato avere cura di avere mani pulite
- Evitare il contatto con adulti o fratellini più grandi già raffreddati
- Non fumare in casa, il fumo passivo è uno dei fattori più importanti per l’aggravamento della malattia
- Evitare di improvvisare diagnosi o somministrare medicine senza consultare il pediatra in caso di presenza dei sintomi del raffreddore (tosse, difficoltà respiratorie)
- Lavaggi nasali, il virus provoca delle ostruzioni dei bronchi a causa del catarro e bisogna perciò liberare le vie aeree
- Aiutarlo nella nutrizione, frazionare i pasti ed aumentare la frequenza diminuendo le dosi
- Incentivare l’allattamento al seno, il latte materno contiene fattori protettivi contro questa malattia
- Rivolgersi al proprio pediatra prima di recarsi al pronto soccorso
- Rivolgersi direttamente al pronto soccorso solo nel caso in cui il bambino presenti una difficoltà respiratoria molto grave o addirittura abbia assunto un colorito cianotico delle dita delle mani o intorno alle labbra.
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279 accessi al pronto soccorso per bronchioliti al Bambino Gesù
Per i bambini molto piccoli o che già presentano patologie di base come cardiopatie congenite, sindromi genetiche, prematurità, c’è il rischio di gravi difficoltà respiratorie che richiedano il ricovero della persona colpita. In questo caso ed in altri il pediatra può decidere di inviare il bambino in ospedale.
Nel periodo tra il 1° dicembre 2018 e il 3 gennaio del 2019, al Bambino Gesù hanno registrato 279 accessi per bronchioliti. E’ circa il 40% del numero di accessi registrato complessivamente nella passata stagione, tra il 1°dicembre 2017 e il 31 marzo 2018, ma non si è ancora raggiunto il picco.
Il numero di accessi a dicembre 2017 era stato di 252, il numero più alto della stagione, sceso poi a 241 a gennaio 2018 (127 accessi) e dimezzatosi a febbraio e marzo (108 accessi).
Il dott. Antonino Reale, responsabile di Pediatria dell’emergenza del Bambino Gesù, stima che al 67,7% dei casi di dicembre 2018 è stato assegnato il codice giallo e solo all’1% il codice rosso. Nel dicembre 2017 la percentuale di codici gialli era stata di 77,8% sul totale degli accessi.
Nel dicembre 2018 sono stati ricoverati il 51% dei bambini,1 su 2, tra questi 20 bambini in Sub Intensiva neonatale e Terapia Intensiva neonatale e 11 nelle Terapie Intensive. La percentuale dei ricoveri era stata più alta nella scorsa stagione: 56,7% a dicembre 2017; 59,3% a gennaio e marzo 2018 e addirittura 60,6% a febbraio.
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Voi unimamme siete a conoscenza di questa situazione sanitaria che tocca i nostri piccoli figli? Seguirete i consigli degli esperti?