I casi di cancro nei bambini e nei ragazzi in aumento se abitano vicino ai siti inquinanti.
L’inquinamento è molto dannoso per la salute, soprattutto per quella dei bambini. Lo sapevamo già, una circostanza dimostrata da numerosissimi studi e ricerche che si sono succeduti negli anni. Ora, un recente studio ci segnala gli effetti dell’inquinamento, in particolare l’impatto dei siti inquinati sulla salute di bambini e ragazzi.
Lo studio è tutto italiano ed è stato condotto nell’ambito di “Sentieri“, il progetto dell’Istituto superiore della sanità (Iss) avviato nel 2007, nell’ambito del Programma strategico nazionale “Ambiente e salute”, con l’obiettivo di
- studiare la mortalità delle popolazioni residenti nei SIN (Siti di interesse nazionale per le bonifiche),
- contribuire a individuare le priorità negli interventi di risanamento ambientale, finalizzati alla prevenzione delle patologie causate da fonti di esposizioni ambientali nei SIN.
SENTIERI è l’acronimo di: Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento.
Cancro nei bambini: i pericoli dei siti inquinati
Lo studio Sentieri ha preso in esame le caratteristiche e problematiche di 45 Siti di Interesse Nazionale o Regionale (SIN/SIR) presenti in tutta Italia: come le acciaierie dell’Ilva, la miniere del Sulcis, la città di Casale Monferrato inquinata dall’amianto, le discariche abusive di rifiuti pericolosi del territorio del litorale flegreo e tanti altri luoghi. Nel complesso, si tratta di aree in cui vivono 6 milioni di persone, residenti in 319 comuni, e i cui dati sono stati studiati nel periodo tra il 2006 e il 2013.
Sono state considerate nove tipologie di esposizione ambientale: amianto, area portuale, industria chimica, discarica, centrale elettrica, inceneritore, miniera o cava, raffineria, industria siderurgica.
Lo studio ha accertato che bambini e ragazzi, da neonati e fino a 24 anni, che vivono in zone inquinate o nelle vicinanze di un sito inquinato hanno più probabilità di ammalarsi di cancro.
I casi di tumori maligni sono cresciuti del 9% nei più giovani da zero fino ai 24 anni, considerando il periodo compreso tra il 2006 e il 2013. Lo studio sui casi di cancro è stato effettuato nei siti contaminati italiani dove è attivo il registro tumori (28 su 45).
Oltre la percentuale dell’aumento dei casi, quello che impressiona è l’incidenza del tumore nei bambini e ragazzi che abitano in zone inquinate rispetto ai loro coetanei che vivono in zone “non a rischio”. Nei bambini e ragazzi delle aree inquinate “l’eccesso di incidenza” dei tumori rispetto ai coetanei non a rischio è del:
- 62% per i sarcomi dei tessuti molli,
- 66% per le leucemie mieloidi acute,
- 50% per i linfomi Non-Hodgkin.
- 36% per i tumori al testicolo.
“L’eccesso di incidenza di patologie oncologiche rispetto alle attese riguarda anche i giovani tra 20 e 29 anni residenti nei cosiddetti siti di interesse nazionale, tra i quali si riscontra un eccesso del 50% di linfomi Non-Hodgkin e del 36% di tumori del testicolo”, ha spiegato Ivano Iavarone, primo ricercatore dell’Istituto superiore di sanità e direttore del centro collaborativo Oms Ambiente e salute nei siti contamina.
Inoltre, l’eccesso di incidenza “è del 6-8% di bimbi e ragazzi ricoverati per qualsiasi tipo di malattia rispetto ai loro coetanei residenti in zone non contaminate”, ha aggiunto Iavarone.
Preoccupanti, poi i dati sui neonati: nel primo anno di vita dei bambini c’è “un eccesso di ricoverati del 3% per patologie di origine perinatale rispetto al resto dei coetanei”. Poi c’è “un eccesso compreso tra l’8 e il 16% per le malattie respiratorie acute ed asma tra i bambini e i giovani”.
Insomma, i bambini e ragazzi che abitano vicino siti pericolosi e inquinanti si ammalano più facilmente di tumore, anche nei primi anni di vita, di malattie respiratorie e asma e di tutte le altre malattie in genere.
Ivano Iavarone ha comunque concluso spiegando che “nonostante la maggiore vulnerabilità dei bambini agli inquinanti ambientali e l’aumento dell’incidenza dei tumori pediatrici nei paesi industrializzati, l’eziologia della maggior parte delle neoplasie nei bambini è per lo più ancora sconosciuta“. Serviranno, dunque, altri studi per ulteriori accertamenti, nel frattempo occorre “proseguire la sorveglianza epidemiologica nelle aree contaminate, basata su metodi e fonti informative accreditati”, con l’obiettivo di “monitorare i cambiamenti nel profilo sanitario in relazione a sorgenti di esposizione/classi di inquinanti specifici e per verificare l’efficacia di azioni di risanamento”.
La mortalità nei luoghi inquinati
Lo studio di Sentieri ha misurato anche il rischio di morte per le persone che abitano in zone inquinate, non solo bambini, rilevando un aumento del 4-5% rispetto alla popolazione in generale, sempre ne 2006-2013.
I dati, relativi ai siti di interesse per le bonifiche (Sin) inclusi nella nuova edizione dello studio Sentieri, riguardano anche l’eccesso di mortalità in 11.992 persone per:
- 5.285 per tumori,
- 3.632 per malattie dell’apparato cardiocircolatorio.
I dati sono gli stessi o molto simili di quelli delle precedenti rilevazioni, “questo significa che non vi è stato ancora un generale miglioramento della situazione della contaminazione ambientale a livello nazionale”, ha spiegato Pietro Comba, responsabile scientifico del progetto Sentieri. I dati raccolti con lo studio “servono sostanzialmente a capire quali sono gli interventi di risanamento ambientale più utili e urgenti a fini di tutela della salute”, ha aggiunto Comba.
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