Cordoni ombelicali scomparsi in Svizzera: 15mila famiglie italiane coinvolte

Migliaia di cordoni ombelicali scomparsi da una banca privata Svizzera. Le famiglie italiane coivolte cercano di avere notizie, ma non hanno risposte chiare.

Sono tante le coppie di genitori che decidono di conservare il cordone ombelicale dei bambini appena nati per poter così “mettere da parte” delle celle staminali. In Italia non è possibile conservare i cordoni ombelicali al di fuori delle strutture sanitarie. Per questo molti genitori decidono di affidarsi a banche estere che al momento del parto provvedono a recuperare il campione per poi conservarlo.

In questi giorni sono nate diverse polemiche che vedono al centro una bio-banca di cellule staminali Svizzera, la Cryo-Save. La banca avrebbe trasferito in Polonia i campioni che le erano stati affidati, nello scandalo sono coinvolti anche tante famiglie italiane.

Cordoni ombelicali scomparsi in Svizzera: 15 mila famiglie italiane coinvolte, è polemica

Presso la procura di Ginevra è stata presentata una denuncia da parte dell’autorità elvetica competente in materia di salute, l’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), verso la banca che si occupa di conservare i cordoni ombelicali, la “Cryo-Save”. I cordoni ombelicali, come riportato da Repubblica sarebbero a Varsavia in una società diversa.

Le indagini sono ancora in corso e le poche notizie che si hanno, vengono anche attraverso delle mail che la stessa società indagata manda alle tante famiglie, anche italiane, che si sono rivolte a lei. In Italia la conservazione del cordone ombelicale non può essere fatta se non rivolgendosi a strutture pubbliche e con determinate condizioni. La legge prevede che la raccolta intra-familiare o autologa possa essere effettuata senza avere un costo quando c’è un’indicazione scientificamente comprovata (ad esempio se il neonato fratellino di un bambino leucemico è compatibile per il trapianto).

Il cordone può essere donato a banche pubbliche che poi lo useranno in caso ci sia una persona compatibile con un problema ematologico. Chi vuole tenere per il proprio figlio il cordone si affida a banche private estere. Il costo si aggira intorno ai 2-3 mila euro e la quota viene chiesta tutta al momento del contratto. Tantissime coppie italiane hanno deciso di rivolgersi a cliniche private e si stima che sia 15mila le famiglie che si erano rivolte alla banca svizzera.

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La banca sembrerebbe non navigare in buone acque e nella primavera scorsa avrebbe comunicato ad alcune famiglie italiane che avrebbero trasferito il materiale biologico in Polonia. Le famiglie hanno chiesto spiegazioni e sono arrivate mail da un’altra società, la Famicord. Il Italia la Cryo-Save sembrerebbe essere fallita e tante famiglie italiane non sanno che fine hanno fatto i loro campioni, che in base ai contratti dovevano essere conservati per 20 anni.

“Ho pagato 2000 euro alla Cry-Save, ma non so che fine hanno fatto i miei campioni”: lo sfogo di una madre

Dopo lo scandalo, una madre ha deciso di raccontare in forma anonima, sempre a Repubblica, la sua storia. Inizia tutto nel dicembre del 2014 quando sta per nascere la sua prima figlia. Decidono di affidarsi alla Cryo-Save e scelgono di conservare per i canonici 20 anni due campioni, uno di tessuto del cordone ombelicale e l’altro di sangue cordonale. La cifra concordata è quella di 2000 euro. Dopo il prelievo hanno inviato i campioni in svizzera e tutto sembrava essere andato a buon fine.

Per cinque anni nessuna notizia, poi nel maggio del 2019 ricevono una mail che li informa che i loro campioni sono stati trasferiti in Polonia, a Varsavia nel laboratori della PBMK (Famicord). Poco dopo vengono contatti dalla societa Cryo-Save italiana per estendere il tempo di conservazione dai 20 ai 30, loro accettano, dopo diverse telefonate dell’azienda e pagano la cifra pattuita. Pagano, ma non ricevono conferma dell’avvenuto pagamento, cercano di contattare la società, ma a fine agosto il sito italiano viene cancellato. Cercano così informazioni in rete e trovano un gruppo Facebook, “Genitori Cryo-Save”  dove vengono a conoscenza che la società sarebbe fallita ed allora si rivolgono a Famicord. Dopo tante peripezie riescono a parlare con un’impiegata che gli spiega che ancora non può fargli sapere dove sono finiti i loro campioni.

A settembre, sempre via mail arriva la riposta di Famicord dove li informano che il campione di tessuto di cordone ombelicale si trova nei loro laboratori di Varsavia, per il campione di sangue ancora nessuna notizia. Dopo qualche giorno arriva loro un’altra mail nella quale li informano che entrata in ballo anche un’altra società. La mamma conclude la sua lettera affermando che: “Dopo tre mesi non sappiamo dove sia finito uno dei due campioni. Inoltre non abbiamo ricevuto la conferma del prolungamento del periodo pagato con altri 370 euro a giugno”.

Come loro tante famiglie restano in attesa di nuovi sviluppi.

Voi unimamme avete donato il cordone ombelicale o vi siete rivolte a cliniche estere? Eravate a conoscenza di questa vicenda che vede coinvolta la Cryo-Save?

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