Se il coronavirus può essere trasmesso dal cibo non è ancora ben chiaro. Un esperto da dei consigli su come comportarsi in cucina.
Inizia per tutti noi un periodo di isolamento forzato ed insieme alle molte preoccupazioni c’è anche quella alimentare. Cosa comprare, cosa mettere nel carrello della spesa? E ancora più importante: possiamo mangiare tranquilli oppure il cibo che compriamo potrebbe essere contaminato? Sono due domande molto importanti alle quali cercheremo di dare una risposta in questo articolo.
Coronavirus e cibo: ecco come ci si deve comportare in cucina
A proposito della sicurezza del cibo che stiamo mangiando, il professore di Microbiologia alimentare all’università di Teramo, Antonello Paparella, ha cercato di dare una risposta in un’intervista sul giornale il Fatto quotidiano. Esiste uno studio fatto su ben 22 ricerche sulla persistenza degli altri coronavirus, questo studio dice che possono resistere “fino a 9 giorni”. In realtà, dice il professore, “non sappiamo quanto persista questo virus nell’ambiente e sulle superfici. I lavori pubblicati su altri coronavirus suggeriscono una durata di ore e non di giorni. Nonostante questo non può essere esclusa la trasmissione alimentare dato che nelle feci di alcuni pazienti sono state trovate tracce di Sars-CoV-2, si tratterebbe comunque di casi eccezionali”. L’Oms, in un rapporto pubblicato il 21 febbraio, raccomanda di evitare il consumo di cibi crudi o non cotti bene di origine animale e una volta cotti manipolarli bene evitando che entrino in contatto con altri cibi crudi ancora non cotti o alimenti che si possono mangiare crudi come la frutta e la verdura. Come spiega il professore: “In frigorifero la verdura deve restare nel suo cassetto, carne e pesce crudi in contenitori a tenuta e gli alimenti cotti in recipienti coperti. Senza dimenticare di usare, dopo la cottura, utensili diversi da quelli impiegati per gli alimenti crudi e di lavare accuratamente le mani prima e dopo la preparazione”. È sempre l’OMS a informare che i coronavirus sono sensibili alle normali condizioni di cottura e sono inattivati a 70°C.
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Per quanto riguarda il frigorifero: come ricorda l’OMS, purtroppo in frigorifero il virus è in grado di resistere anche per qualche giorno, senza però moltiplicarsi dato che il virus ha bisogno per farlo di noi e delle nostre cellule. I coronavirus hanno dimostrato di poter sopravvivere anche 2 anni in condizioni di congelamento (-20°). Comunque per i cibi industriali non ci sono problemi perchè soggetti a sanificazione adottate dalle aziende che eliminano il virus della Sars quindi anche questo.
Per quanto riguarda i cibi che consumiamo crudi come la verdura e la frutta sarebbe auspicabile utilizzare dei sanificanti oltre al solito lavaggio. Anche se il professore rassicura dicendo che l’eventuale rischio di trasmissione è molto basso considerando che non è cibo che viene mangiato subito dopo che è stato raccolto e durante la distribuzione del prodotto il virus dovrebbe morire.
Inoltre è bene anche sanificare le superfici della cucina con disinfettanti adatti:
- l’etanolo, cioè l’alcol, al 62-71%,
- l’acqua ossigenata allo 0,5%
- l’ipoclorito di sodio (Amuchina, o più semplicemente una candeggina) allo 0,1% sono in grado di eliminare il virus in un minuto.
Come riportato da il Fatto Alimentare, queste precauzioni sono valide se si è in quarantena o se si è a contatto con persone potenzialmente esposte al virus.
Voi Unimamme cosa ne pensate di queste precauzioni per cucinare, vi sembrano esagerate?
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