Coronavirus in Italia: i dati aggiornati sul contagio. Aumentano le zone rosse. Attenzione ai sintomi più comuni.
La Protezione Civile come ogni sera ha comunicato i dati aggiornati sull’epidemia di coronavirus in Italia. I contagi, come previsto, continuano ad aumentare e hanno superato i 5000 casi. Quello che bisogna fare per evitare che la situazione vada fuori controllo è seguire le indicazioni delle autorità: evitare luoghi affollati, soprattutto se al chiuso, rispettare la quarantena nelle zone rosse, lavarsi spesso le mani, non toccarsi il volto. Sembrano regole banali, eppure c’è chi continua a non osservarle.
Nel frattempo, anche il segretario del Pd e presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti è risultato positivo al coronavirus. A darne l’annuncio, in un video su Facebook, è stato lo stesso Zingaretti: “È arrivato: anche io ho il coronavirus“. “Ovviamente mi attengo e sarò seguito secondo tutti i protocolli previsti per tutti in questo momento“, ha detto il leader dem. “Sto bene e quindi è stato scelto l’isolamento domiciliare“, ha spiegato.
Anche in Vaticano è stato registrato il primo caso di coronavirus. Mentre Papa Francesco, che nei giorni scorsi aveva preso il raffreddore, è risultato negativo al tampone. Domenica 8 marzo la preghiera dell’Angelus non sarà alla finestra degli appartamenti papali, ma verrà trasmessa in video dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico, in diretta streaming, sugli schermi collocati in Piazza San Pietro per evitare gli assembramenti
Di seguito i dati aggiornati sull’epidemia di coronavirus in Italia.
Coronavirus in Italia: i dati aggiornati. Attenzione ai sintomi di febbre e dispnea
Alle 18.00 del 7 marzo 2020, la Protezione Civile italiana ha comunicato gli ultimi dati aggiornati sui contagi di Covid-19, la malattia causata dal nuovo coronavirus (Sars-Cov-2), che da Wuhan, nella provincia cinese di Hubei, si è diffuso a tutto il mondo, probabilmente proveniente da un pipistrello.
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Dall’inizio dell’epidemia le persone che hanno contratto il coronavirus in Italia sono 5.883. Di queste:
- 5.061 sono attualmente positive al virus (+1.145 da ieri);
- mentre 589 sono i guariti (più 66 da ieri),
- e 233 sono i morti (più 36 da ieri)
Riguardo al numero dei decessi, va precisato che questo potrà essere confermato solo dopo che l’Istituto Superiore di Sanità avrà stabilito la causa effettiva del decesso. Questo perché diversi pazienti deceduti soffrivano di patologie pregresse.
Tra i 5.061 positivi al virus:
- 1.843 si trovano in isolamento domiciliare;
- 2.651 ricoverati con sintomi;
- 567 sono in terapia intensiva.
Il numero di contagiati nelle singole Regioni è il seguente:
- Lombardia 3.420
- Emilia-Romagna 1.010
- Veneto 543
- Marche 207
- Piemonte 207
- Toscana 113
- Lazio 76
- Campania 61
- Liguria 51
- Friuli Venezia Giulia 42
- Sicilia 35
- Puglia 26
- Umbria 24
- Molise 14
- Provincia autonoma di Trento 14
- Abruzzo 11
- Provincia autonoma di Bolzano 9
- Valle d’Aosta 8
- Sardegna 5
- Calabria 4
- Basilicata 3
La Lombardia continua ad avere il numero più elevato di contagi da Covid-19 in Italia, più di 3mila, oltre tre volte quelli dell’Emilia Romagna che è al secondo posto con poco più di mille. Segue il Veneto, terzo, mentre le Marche sono quarte con il Piemonte, entrambe le regioni con 207 casi ciascuna.
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Durante la conferenza stampa per la presentazione dei dati aggiornati, il commissario della Protezione Civile Angelo Borrelli e il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro si sono raccomandati con la popolazione di seguire scrupolosamente le indicazioni delle autorità per il contenimento dell’epidemia. Non solo quelle strettamente igieniche, come lavarsi spesso le mani ed evitare i luoghi affollati, ma soprattutto rispettare la quarantena per chi è tenuto ad osservarla e non uscire dalle zone rosse per chi abita nei territori che vi sono stati inclusi. Brusaferro ha sottolineato che non si tratta di suggerimenti ma di veri e propri obblighi non derogabili e che le autorità stanno valutando dei provvedimenti per i trasgressori.
Indicazioni che purtroppo non sono state seguite dai cittadini. Nella giornata di sabato 7 marzo, tutti i media hanno riportato le immagini di folle di sciatori accalcarsi agli impianti sciistici sulle Alpi. Nonostante tutte le raccomandazioni ad evitare assembramenti e a mantenersi nei luoghi pubblici a distanza di almeno un metro dagli altri. Sono state letteralmente prese d’assalto le piste da sci del Trentino, con code agli impianti di risalita, come è accaduto al Passo del Tonale, a Madonna di Campiglio, Andalo, Paganella e Val di Fassa. Immagini che hanno destato sconcerto e la rabbia degli esperti di medicina. In Alto Adige, invece, l’accesso alle telecabine è stato contingentato.
Peggio ancora ha fatto una coppia di Codogno, marito e moglie, che ha violato la zona rossa della loro città per andare a sciare in Trentino. I due erano andati nella loro casa di montagna, ma si sono sentiti male e si sono recati al pronto soccorso. Qui sono risultati positivi al tampone del coronavirus. Le autorità sanitarie trentine hanno contattato quelle lombarde per trasferire la coppia a casa. Marito e moglie ora rischiano una denuncia per essersi allontanati dalla zona rossa.
La coppia ha commesso due gravi violazioni: uscire senza autorizzazione dalla zona rossa e andare al pronto soccorso con sintomi respiratori, come tosse e raffreddore. Le autorità, infatti, stanno ripetendo più volte di non andare al pronto soccorso con l’influenza, il raffreddore o altri sintomi respiratori per non rischiare di contagiare altre persone e non contaminare gli ambienti. Chi sta male deve chiamare il proprio medico di famiglia, la guardia medica o uno dei numeri verdi regionali. Se i sintomi sono gravi si deve chiamare il numero di emergenza 112 o 118.
I sintomi del coronavirus
Il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità ha dato delle indicazioni importanti su come riconoscere i sintomi del coronavirus: nei pazienti che sono risultati positivi al Covid-19 e sono deceduti per la malattia i sintomi di esordio più comuni sono la febbre e la dispnea (difficoltà a respirare). Mentre meno comuni sono i sintomi gastrointestinali (diarrea) e l’emottisi, l’emissione di sangue dalle vie respiratorie ad esempio con un colpo di tosse. Una conclusione che risulta dall’analisi dei dati dei 155 pazienti italiani deceduti al 6 marzo condotta dall’Istituto Superiore di Sanità.
Febbre e dispnea sono presenti come sintomi di esordio rispettivamente nell’86% e nell’82% dei casi esaminati. Altri sintomi iniziali riscontrati sono tosse (50%), e appunto diarrea ed emottisi (5%). “Questi dati suggeriscono che per chi presenta solo febbre è sufficiente allertare il proprio medico rimanendo a casa – ha spiegato Silvio Brusaferro -, mentre in presenza di entrambi i sintomi è meglio contattare il 112 o 118. In ogni caso ricordiamo che bisogna assolutamente evitare di andare per proprio conto dal medico o al pronto soccorso, per evitare di esporre il personale e i pazienti a rischi. Seguire questa e tutte le altre norme di prevenzione dettate in questi giorni è fondamentale per rallentare il più possibile l’epidemia e proteggere le persone più fragili. Le misure individuali di limitazione dei contatti sociali sono fondamentali per poter contrastare il virus, facciamo appello al senso di responsabilità di tutti”, ha ribadito Brusaferro. Ulteriori indicazioni sul sito web dell’ISS.
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Aumentano le zone rosse in Italia: nuove misure restrittive
Nella serata di sabato 7 marzo si è diffusa rapidamente la notizia di un nuovo decreto del governo con nuove misure per limitare la diffusione dell’epidemia, con l’aumento delle zone rosse, dalle quali non si può uscire e nelle quali non si può entrare (come quelle già istituite in alcuni comuni della Lombardia e del veneto). La bozza del decreto, anticipata dai giornali, è stata poi confermata, almeno nei punti principali, durante la notte dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, irritato per la diffusione del testo non ancora definitivo.
Il governo ha deciso la chiusura dell’intera Lombardia, con divieto di uscita e ingresso se non per gravi motivi familiari e di lavoro, e l’istituzione di nuove zone rosse nelle seguenti 14 province: Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini (Emilia Romagna), Pesaro e Urbino (Marche), Venezia, Padova, Treviso (Veneto), Asti, Alessandria, Vercelli, Novara e Verbano Cusio Ossola (Piemonte). Le nuove disposizioni sono valide dall’8 marzo fino al 3 aprile. Come riporta Repubblica.
Chi non rispetterà i limiti agli spostamenti e le nuove misure per fronteggiare il coronavirus disposte in Lombardia e nelle altre 14 province italiane può essere punito con l’arresto fino a 3 mesi e fino 206 euro di ammenda. Sono le stesse sanzioni già previste per chi violava le prime disposizioni per le zone rosse già istituite.
In Lombardia e nelle 14 province interessate dal provvedimento è stata disposta la chiusura di tutte le palestre, piscine, spa e centri benessere. Le competizioni sportive all’aperto sono ammesse solo senza pubblico (a porte chiuse). I centri commerciali dovranno essere chiusi nel weekend. Saranno chiusi anche i musei, i centri culturali e le stazioni sciistiche. Le scuole continueranno a essere chiuse fino al 3 aprile. I concorsi sono stati sospesi.
Sono sospese tutte le manifestazioni organizzate, anche gli eventi in luogo pubblico o privato, compresi quelli di carattere culturale, ludico, sportivo e religioso, anche se svolti in luoghi chiusi ma aperti al pubblico, come grandi eventi, cinema, teatri, pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche e locali assimilati. Sospese le cerimonie civili e religiose, compresi matrimoni e funerali.
I bar e i ristoranti potranno rimanere aperti solo dalle 6.00 alle 18.00 e l’obbligo, a carico del gestore, di far rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, con sanzione della sospensione dell’attività in caso di violazione.
Che ne pensate unimamme dell’epidemia di coronavirus e di queste nuove disposizioni restrittive? Siete preoccupate? Abitate nelle zone rosse?
Informazioni aggiornate sul Covid-19 in Italia le trovate sul sito web del Ministero della Salute.
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