Coronavirus e influenza stagionale: analogie e differenze spiegate dal prof. Roberto Burioni in un video.
In questi giorni in cui l’Italia è alle prese con l’epidemia di coronavirus, che sta sollevando non poche apprensioni, l’immunologo Roberto Burioni spiega che la malattia, chiamata Covid-19, non è una semplice influenza. Entrambe sono dei virus che danno sintomi respiratori ma con delle differenze. Il coronavirus, infatti, sarebbe più contagioso e soprattutto avrebbe un decorso della malattia più grave della semplice influenza.
Finora, stando agli ultimi dati aggiornai dall’Istituto Superiore di Sanità, alle ore 18.00 del 27 febbraio, i casi complessivi di coronavirus in Italia erano 650, di cui 17 deceduti e 45 guariti (sono guariti anche tutti i casi dello Spallanzani di Roma: i due turisti cinesi e l’italiano rientrato da Wuhan). Per fortuna anche il paziente 1 di Codogno, il 38enne da cui era originato il focolaio nella provincia di Lodi, sta meglio ed è fuori pericolo. L’uomo, ricoverato all’ospedale San Matteo di Pavia, ha ripreso a respirare autonomamente.
Coronavirus e influenza stagionale: analogie e differenze
Negli ultimi giorni per contenere l’eccesso di allarmismo intorno al coronavirus, che ha scatenato un vero e proprio panico, con persone corse ad acquistare mascherine per il viso e disinfettante per le mani, ad accaparrarsi generi alimentari nei supermercati e con molti altri comportamenti irrazionali, si è detto che la malattia non è altro che una forma di influenza.
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In realtà, non è proprio così. Hanno alcune caratteristiche simili, ma sono diversi. Covid-19 e influenza stagionale sono entrambi due virus che danno sindrome respiratoria. I sintomi iniziali sono sostanzialmente identici, spiega Roberto Burioni, immunologo dell’ospedale San Raffaele di Milano, in un video pubblicato sul sito web Medical Facts. Coronavirus e influenza, poi, sono simili nel modo di trasmissione, entrambi di trasmettono attraverso gli starnuti, i colpi di tosse, ma soprattutto con le mani. Infatti, se ad esempio un malato tossisce nella mano e poi con la mano sporca tocca ad esempio una maniglia, questa rimane contaminata e chi la tocca dopo di lui e si porta la mano alla bocca, al naso o agli occhi viene contagiato. Questa forma di contagio è la stessa sia per la normale influenza che per il coronavirus. Ecco perché è così importante lavarsi le mani e non toccarsi la bocca o gli occhi. Così come bisogna pulire bene gli oggetti di uso comune come lo smartphone. Se con la mano contaminata dal virus, per uno starnuto o un colpo di tosse, tocco lo smartphone e poi mi lavo le mani ma non pulisco lo smartphone, questo rimane contaminato e se lo tocco le mani si sporcano di nuovo.
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La prima differenza tra influenza stagionale e coronavirus è che il virus dell’influenza che ci colpisce ogni anno non è un virus nuovo. La caratteristica dell’influenza è che dura circa 2 o 3 mesi, arriva solitamente alla fine di dicembre o ai primi di gennaio, infuria per un paio di mesi, poi ai primi o alla metà di marzo finisce. Da questa durata viene il nome di “influenza” perché anticamente di pensava che malattia fosse determinata dall’influenza delle stelle sulle persone. Il virus dell’influenza torna periodicamente ogni anno a causa della sua mutazione. Infatti si tratta di un virus che cambia ogni anno, seppure di poco. Invece, ad esempio il morbillo è sempre lo stesso. Per questo motivo, anche se si prende l’influenza un anno in quello successivo non si è immunizzati completamente.
Il virus dell’influenza cambia in modo diverso: in alcuni anni è molto diverso da quello dell’anno precedente, in altri invece è molto simile. La differenza è importante, perché se il virus cambia poco troverà dei pazienti con immunità elevata, i casi di influenza saranno pochi e soprattutto saranno più lievi, invece se il virus dell’influenza cambia molto l’immunità dei pazienti sarà minore, si verificheranno più casi che saranno anche più gravi. Va ricordato, comunque, come sottolinea Burioni, che il virus dell’influenza per quanto sia diverso da quello dell’anno precedente si tratta sempre di una variante e questo consente sempre una immunità con un certo grado di protezione. Una protezione che varia da individuo a individuo. La protezione, poi, è assicurata anche dal vaccino.
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Invece, la differenza principale con il coronavirus è che tutto fa pensare agli scienziati che nessuno di noi abbia una immunità nei confronti di questo virus, essendo nuovo. Quindi il coronavirus ha la potenzialità di circolare molto di più e contro il coronavirus al momento non abbiamo difese.
L’altra fondamentale differenza è che per il virus dell’influenza abbiamo un vaccino, che va preparato ogni anno perché l’influenza muta. Invece, per il coronavirus un vaccino ancora non c’è. Servirà ancora almeno un paio d’anni – come hanno già spiegato diversi medici. Un’altra differenza è che per combattere l’influenza esistono dei farmaci, non sono di grande efficacia ma “è sempre meglio di niente“, spiega Burioni. Per il coronavirus, invece, ancora non abbiamo farmaci.
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Infine, l’ultima importante differenza sta nel tipo di infezione respiratoria che provocano influenza e coronavirus. Un virus più scende in profondità nell’apparato respiratorio e più è grave. Il più leggero è il raffreddore, che si ferma al naso. Invece quello dell’influenza scende fino alla trachea e ai bronchi. Da qui due tipi di problemi possono essere causati dall’influenza: il primo è una tracheite o una bronchite che fanno tossire; l’altro è la distruzione dalle piccole ciglia che stanno sulla superficie dei bronchi e della trachea dell’apparato respiratorio che spingono verso l’esterno il muco che intrappola i batteri. La conseguenza è che il paziente che ha avuto l’influenza dopo la guarigione è più sensibile alle malattie causate dai batteri, come la polmonite batterica. Queste malattie si curano con gli antibiotici, ma rischiano di non guarire, invece, quando un paziente è debole, con patologie pregresse, che sommate alle conseguenze dell’influenza possono provocarne la morte.
Il coronavirus, oltre a provocare le stesse conseguenze dell’influenza, arriva fino alla parte più profonda dell’apparato respiratorio, dove si trovano gli alveoli. Questa caratteristica lo rende particolarmente pericoloso. Gli alveoli, infatti, sono strutture delicatissime che servono al nostro sangue per prendere l’ossigeno dall’aria. Quando il coronavirus intacca gli alveoli provoca una polmonite virale primaria. Si tratta di una forma grave di polmonite per la quale non ci sono farmaci efficaci. Bisogna aspettare che il paziente guarisca da solo. Questo accade nella maggior parte dei casi, ma in una certa percentuale di casi il paziente va aiutato a respirare con il ricovero in terapia intensiva, con somministrazione di ossigeno e intubazione. Questi posti letto in terapia intensiva non sono centinaia di migliaia. Nei casi più gravi il paziente muore. Qui sta la diversità e la maggiore gravità del coronavirus.
Avete capito tutto unimamme? E’ importante capire anche per poter rispondere alle domande dei nostri figli.
Ulteriori informazioni su Medical Facts.
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Informazioni aggiornate in tempo reale sulla diffusione dei casi di Covid-19 in Italia le trovate sul sito web del Ministero della Salute.
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