Ormai tutti sanno quali possano essere i danni del fumo passivo, non soltanto per gli adulti ma soprattutto per i più piccoli.
Quello che spesso non viene considerato è il fumo di “terza mano”, ovvero quello che si attacca ai vestiti, alle pareti, ai mobili ed ad altri oggetti e che contiene molte delle stesse sostanze chimiche presenti nelle sigarette. Pertanto se i vostri figli – soprattutto se piccoli – trascorrono del tempo con qualcuno che fuma potrebbero essere particolarmente vulnerabili.
Fumo passivo di “terza mano”: i danni da esposizione e come proteggere i bambini
I ricercatori del Dipartimento del Lawrence Berkeley National Laboratory, insieme ai medici della UC di San Francisco e alla Nanjing Medical University hanno sviluppato la ricerca sui danni del fumo “di terza mano”.
“Fino ad oggi c’è ben poca evidenza sugli effetti sulla salute dall’esposizione al fumo di terza mano, visto che abbiamo appena iniziato la ricerca in questo campo” dice l’autore dello studio Bo Hang, uno scienziato del Berkeley Lab. “E quello che stanno trovando ora è sorprendente“:
- Esporre al fumo di terza mano un bambino nato da sole 3 settimane dalla nascita fino allo svezzamento può causare un peso molto basso e una conta alterata delle cellule del sangue associate al sistema immunitario, in particolar modo piastrine e globuli bianchi.
Questi risultati sono in linea con le osservazioni esistenti sugli effetti del fumo di terza mano, che possono ovviamente incidere anche gli adulti – tra i sintomi più comuni ci sono naso chiuso, irritazione agli occhi e sintomi allergici e anche l’asma può anche essere aggravato dal fumo di terza mano – anche se i bambini sono più vulnerabili. I bambini infatti trascorrono più tempo a terra, mettono le mani in bocca più frequentemente e quindi respirano più aria contaminata rispetto agli adulti, considerando la loro dimensione corporea.
I bambini possono anche essere più suscettibili al danno del fumo di terza mano in quanto possono metabolizzare le sostanze chimiche in modo diverso rispetto agli adulti. Alti livelli di prodotti di decomposizione del fumo di terza mano sono state infatti misurate nelle urine dei neonati e dei bambini
Ovviamente la scelta più sicura per i genitori è quella di proteggere i loro bambini e ragazzi da qualsiasi esposizione al fumo di terza mano (o di seconda mano). Ma impedire alla nonna di prendere in braccio il proprio nipotino dopo che per 40 anni ha fumato un pacchetto di sigarette al giorno non è molto realistico.
Che cosa si può fare per ridurre al minimo il rischio?
- ridurre il contatto al minimo tra bambini e abiti dei fumatori
- i fumatori devono lavarsi le mani, fare la doccia e cambiare e lavare i loro vestiti prima di stare vicino ad un bambino
- pulire le superfici di casa più frequentemente e aspirare la polvere
Gli scienziati sperano che ulteriori ricerche possano rivelare ulteriori informazioni sul fatto che i cambiamenti biologici causati dal fumo di terza mano portino a malattie specifiche. Nel frattempo, nel dubbio, meglio smettere di fumare e evitare posti in cui si fuma.
E voi unimamme cosa ne pensate?