Giornata mondiale del tumore ovarico: difficile da diagnosticare e ad alta mortalità

giornata mondiale del tumore ovarico
Tumore all’oavio (iStock)

Giornata mondiale del tumore ovarico: un cancro difficile da diagnosticare e ad alta mortalità

L’8 maggio ricorre la Giornata mondiale dedicata al tumore ovarico, una forma di cancro molto insidiosa e altamente mortale della quale non si sa abbastanza. Una malattia in merito alla quale l’informazione e la sensibilizzazione sono fondamentali.

Giornata mondiale del tumore ovarico: 8 maggio

Il tumore ovarico è un cancro difficile da diagnosticare che spesso viene scoperto solo ad uno stadio avanzato, per questo motivo è ad alta mortalità. Diventa importante, dunque, sensibilizzare le donne sul tema e a questo scopo è stata istituita, dalla World Ovarian Cancer Coalition, la Giornata mondiale del tumore ovarico, che ricorre l’8 maggio.

La Giornata vuole sensibilizzare tutte le donne sulla gravità della malattia e su come riconoscerla. Purtroppo, una diagnosi precoce è difficilissima, perché i sintomi del cancro alle ovaie sono generici e comuni a molte altre malattie:

  • disturbi gastrointestinali,
  • gonfiore addominale,
  • disturbi urinari.

Anche quando questi disturbi segnalano qualcosa di più grave, il più delle volte è già troppo tardi, perché il tumore è ad uno stadio avanzato.

L’Airc spiega che “meno del 20 per cento dei tumori ovarici viene diagnosticato in fase precoce, ma quando ciò accade la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi supera il 94 per cento“. Ecco perché è cruciale informare su questo tumore e favorire il più possibile le diagnosi tempestive.

Ogni anno, nel mondo, secondo le stime:

  • circa 295mila donne ricevono la diagnosi di tumore ovarico
  • circa 184mila muoiono
  • circa 760mila donne, invece, convivono con questo tumore.

Purtroppo, l’incidenza del cancro all’ovaio è in crescita: si stima che entro il 2035 si avranno 371 mila nuove diagnosi, con un incremento del 55% dei casi. Quello dell’ovaio è il sesto tumore più frequente nella popolazione femminile e a più alta mortalità.

In Italia si contano “50 mila pazienti, 5.200 nuove diagnosi l’anno e, negli stadi avanzati, un indice di sopravvivenza a 5 anni che non supera il 40%“, spiega Nicoletta Cerana, presidente nazionale di Acto – Alleanza contro il Tumore Ovarico Onlus, la prima e unica rete italiana di associazioni di pazienti con tumore ovarico.

Il tumore al seno colpisce 52mila italiane ogni anno e ha una sopravvivenza a 5 anni dell’87%.

Una differenza enorme nelle probabilità di sopravvivenza, che dipende dalla diagnosi precoce.

Per il tumore ovarico, “ogni tentativo di screening ha fallito completamente”, afferma Nicoletta Colombo, Direttore Unità Ginecologia Oncologica Medica dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano e a capo del comitato scientifico di Acto. I controlli ginecologici standard, come l’esame della pelvi e il Pap Test, non servono ad individuare questo tumore.

L’ecografia transvaginale ha aiutato nella diagnosi del cancro ovarico, ma identifica soprattutto i tumori già avanzati, così come la misurazione del Ca-125, un marcatore tumorale presente nel sangue che potrebbe aiutare a individuare la malattia in una fase relativamente precoce, se si sospetta qualcosa. Il Ca-125, inoltre, è un test con dei limiti, che dà molti risultati falsamente positivi, per questo non è utile come screening da proporre a tutte le donne, indipendentemente dal loro livello di rischio individuale.

giornata mondiale del tumore ovarico
Tumore alle ovaie (iStock)

Oggi la ricerca si sta concentrando sull’identificazione di altri marcatori nel sangue che possano essere utilizzati in un eventuale screening per tutte le donne. Alcuni mesi fa, vi avevamo segnalato uno studio dell’Università di Adelaide, in Australia, che aveva scoperto e messo a punto un nuovo metodo di diagnosi del cancro alle ovaie attraverso un esame del sangue. I ricercatori australiani avevano scoperto l’interazione tra una tossina, utilizzata nell’esame del sangue, e un glicano (polisaccaride) anormale espresso sulla superficie delle cellule cancerose e rilasciato nel sangue. Le donne con cancro ovarico presentavano livelli elevati di polisaccaride. Il metodo deve essere ancora messo a punto, ma potrebbe essere la svolta per uno screening di massa.

Alle difficoltà attuali di diagnosi, si aggiunge anche la scarsa conoscenza delle donne sulla malattia e i suoi sintomi. Nel 2018, la World Ovarian Coalition ha effettuato uno studio internazionale, “Every Woman“, su un campione di 1.531 pazienti di 44 Paesi. Dalle interviste alle pazienti è emerso che

  • circa 7 su 10 delle non avevano mai sentito parlare della malattia prima della diagnosi
  • 9 su 10 non avevano riconosciuto i sintomi, aspettando più di sei mesi prima di rivolgersi a un medico.

Rispetto alla media mondiale, le donne in Italia hanno una maggiore conoscenza del tumore ovarico e migliori tempi di diagnosi: il 56,5% delle italiane conosce questo tumore e il 62,3% delle pazienti ha ricevuto una diagnosi a un mese dalla prima visita, contro una media mondiale del 43,2%. Dati riportati da Repubblica nell’articolo dedicato al tumore ovarico.

Difficoltà di diagnosi e scarsa conoscenza della malattia dimostrano che è fondamentale sensibilizzare il più possibile sul tumore ovarico, in attesa di poter realizzare uno screening preventivo di massa, sul modello del Pap Test.

La Giornata mondiale del tumore ovarico è nata nel 2013 e in 6 anni è stato coinvolto un milione di persone, grazie alle attività e alle campagne condotte da 140 associazioni di 50 Paesi, che fanno parte della World Ovarian Cancer Coalition.

Che ne pensate unimamme? Conoscevate il tumore ovarico e la sua pericolosità?

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