Gravidanza settimana per settimana

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Gravidanza: tutte le informazioni da sapere sulla gestazione. Come si calcola, lo sviluppo del feto settimana per settimana, i cambiamenti e l’alimentazione.

La gravidanza è quello stato di benessere e di felicità che accompagna ogni futura mamma, in media, per 40 settimane, ovvero 280 giorni. Settimane nelle quali il corpo della donna si modifica e durante le quali un piccolo seme diventa bimbo.

Tanti gli interrogativi e le preoccupazioni che assillano la mente dei futuri genitori. Di seguito trovi una risposta per ognuno dei tuoi dubbi!

gravidanza settimana per settimana
Foto da Unsplash

Interrogativi e preoccupazioni alle quali noi di Universomamma vogliamo cercare di dare una risposta per rendere, quanto più possibile, serena l’intera durata della gravidanza. Settimane nelle quali parleremo, di volta in volta e in modo approfondito, dei cambiamenti nella donna e nel bambino dando degli utili consigli.

La gravidanza è un evento che viene calcolato in settimane partendo dall’ultima mestruazione. Una gestazione, secondo quanto riporta il sito del Ministero della Salute, si può definire:

  • A TERMINE: quando il parto avviene tra le 37 e le 41 settimane
  • PRETERMINE: (o parto prematuro) quando il parto avviene prima delle 37 settimane
  • PROTATTA: (oltre il termine) quando il parto avviene dopo 42 settimane

Sicuramente si tratta di un cambiamento importante per il corpo della mamma, a cominciare dallo sviluppo del feto e dell’utero che si modifica man mano che la gravidanza procede. La formazione della placenta, del liquido amniotico e delle membrane, i maggiori liquidi trattenuti, fanno sì che si aumenti gradualmente di peso, che comunque non deve essere mai troppo, tra i 9 e i 12 chili.

Il seno aumenta di volume, le areole e i capezzoli si scuriscono e può capitare – ancora prima che il bambino sia nato – che fuoriesca del liquido giallognolo, il “colostro” che serve per alimentare il piccolo fino a che non arriverà la montata lattea.
Anche l’aumento di peso e del volume dell’utero provocano un modificazione del peso e della postura causando non di rado la lombosciatalgia in gravidanza.

All’avvicinarsi del parto, soprattutto la sera, si possono cominciare a sentire dei dolori soprattutto al basso addome e alla schiena. Possono aumentare le contrazioni dell’utero, mano a mano che il tempo della nascita si avvicina, tant’è che la donna può sentire la pancia indurirsi e cominciare a sentire delle contrazioni che possono durare qualche secondo e che non sono dolorose.

Allo stesso tempo, visto che il bambino è più in basso e si sta preparando a nascere, c’è maggiore bisogno di urinare. Possono esserci dei segnali che precedono il parto:

  • perdita del tappo mucoso, ovvero perdite vaginali simili al muco e gelatinose
  • aumento delle contrazioni

Con l’avvio del travaglio le contrazioni diventano più frequenti e dolorose fino a che il collo dell’utero sia completamente dilatato e la donna può cominciare il periodo espulsivo spingendo per far scendere il bambino.  Dopo 10-15 minuti dalla nascita viene espulsa la placenta.

Quando fare il test di gravidanza 

Quando si sta cercando la “cicogna” è inevitabile chiedersi quale sia il momento più opportuno per fare il test di gravidanza. Perché il risultato sia attendibile è meglio di mattina appena alzate con la prima urina del mattino – senza aver bevuto durante la notte – e a digiuno: in questo modo la pipì sarà più concentrata e rileverà con più precisione l’ormone beta hCG.
test incinta
Foto da AdobeStock
Ci sono alcune donne che impazienti fanno il test lo stesso giorno in cui dovrebbe venire loro il ciclo. Dopo quanti giorni si può fare il test di gravidanza? In teoria sarebbe meglio aspettare almeno 3-4 giorni dal presunto ritardo e se il test è negativo – soprattutto se si hanno cicli irregolari – aspettare ancora qualche giorno. Dipende appunto dalla regolarità del ciclo: se è preciso, è probabile che un ritardo sospetto possa essere sintomo di gravidanza, ma non è detto. Il corpo reagisce in maniera imprevedibile quando è sottoposto a degli stress – e cercare di rimanere incinte per qualcuna lo è – e può manifestarlo con dei cambiamenti nel ciclo mestruale.
In commercio esistono dei test precoci che promettono di individuare l’ormone della gravidanza fino a sei giorni prima dell’arrivo del ciclo. Attenzione però: potrebbero infatti dare un falso risultato: per esempio in alcuni casi potrebbe esserci stato un ritardo nell’ovulazione e quindi fare il test troppo presto potrebbe dare un risultato negativo quando invece si è incinte. Si chiamano falsi negativi perché danno appunto un risultato sbagliato: avere un test che indica “non incinta” non significa che non ci sia una gravidanza in atto. Per esempio si può avere fatto il test troppo presto, meglio allora rifarlo dopo una settimana nel caso in cui il ciclo non comparisse.
Se anche al persistere del ritardo il test risulta comunque negativo o poco chiaro, per fugare ogni dubbio si può fare l’esame del sangue per misurare il dosaggio delle beta hCG.

Come funziona il test di gravidanza 

Si tratta di un semplice esame che si può fare comodamente da casa e che misura l’ormone  Beta HCG, che non è presente nel corpo della donna quando non è incinta, ma che invece è rilevabile quando è avvenuto il concepimento.

Il test di gravidanza è di solito un bastoncino che si può acquistare sia on line sia in farmacia sia nella grande distribuzione. Il suo funzionamento è piuttosto semplice: si deve urinare sulla parte assorbente del bastoncino (oppure immergerla per 5 secondi in un contenitore per le urine) e poi aspettare il risultato mettendo lo stick in orizzontale. Solitamente una stanghetta indica che non si è incinte, mentre due indicano che il test è positivo (anche se il responso può variare a seconda del tipo di test).

Cosa fare se il risultato dovesse essere positivo? La prima cosa da fare è contattare il ginecologo che vi prescriverà le Beta HCG e successivamente un’ecografia per verificare la presenza del battito cardiaco fetale.

Quale test di gravidanza scegliere 

In commercio esistono diversi test: quelli classici a bastoncini (in stick) che hanno un’affidabilità abbastanza alta, nel 99% dei casi. Ci sono poi i test di gravidanza digitali che – grazie ad una tecnologia di ultima generazione – permette non solo di capire se si è incinte, ma anche da quante settimane (in genere questi sono quelli più costosi). Se invece avete un ciclo non regolare, potete usare i test di ovulazione per individuare il vostro periodo più fertile come test di gravidanza: in genere, quando individua la presenza dell’ormone HCG il display lo indica con una faccetta sorridente.

Esiste tra i tre una differenza di prezzo: i primi sono quelli più economici (il loro costo si aggira attorno agli 8 euro oppure il doppio se nella confezione ce ne sono 2); i test di gravidanza digitali possono costare anche 20 euro, ma dipende dove si acquistano (on line infatti il prezzo scende sensibilmente). I test di ovulazione possono arrivare a costare anche 30 euro, ma anche in questo caso comprandoli on line si può avere un notevole risparmio.

Calcolo delle settimane di gravidanza

La gravidanza inizia il giorno dell’ultima mestruazione: si tratta di una comodità per i medici perché mentre la data dell’ultimo ciclo è certa, quella del concepimento non lo è (si possono fare solo delle ipotesi basandosi sui giorni del periodo fertile).

I ginecologi sono soliti datare la gravidanza attraverso il regolo ostetrico, uno strumento che divide la gestazione in settimane e giorni (per esempio 14+3). C’è però un’enorme confusione per il calcolo della gravidanza perché ad esempio essere alla 12esima settimana significa che si è tra 11+0 e 11+6  (cliccando su settimane di gravidanza vedrete la corrispondenza precisa tra giorni e settimane).

Ma come funzionano esattamente i numeri che vi abbiamo appena mostrato? Facciamo un esempio: se siamo a 15+4 il numero a sinistra (15) indica che il feto ha completato 15 settimane e 4 giorni (il numero a destra) di gestazione.

Infatti la prima settimana si conta dal primo giorno dell’ultimo ciclo che viene chiamato giorno zero (0+0) e non dal concepimento. I giorni successivi sono 1, 2, 3, … fino al giorno 6 che è l’ultimo della prima settimana. Viene utilizzata questa datazione (settimane + giorni) perché i mesi non sempre hanno la stessa durata, mentre ovviamente le settimane sì. In questo modo saprete che quando si scopre di essere incinte in realtà non si è nella quarta settimana, ma si entra nella quinta settimana di gestazione.

E’ anche importante conoscere che le settimane di gravidanza non corrispondono al mese di gestazione. Come faccio quindi a sapere in che mese mi trovo se so a che tipo di settimana sono? L’età gestazionale si basa sul conto di 280 giorni (40 settimane) dalla data dell’ultima mestruazione più 15 giorni aggiuntivi.

COME SI DIVIDONO I TRIMESTRI DI GRAVIDANZA

Di seguito trovate la divisione canonica per i trimestri di gravidanza, ciascuno caratterizzato dalla sua durata, momento di inizio e conclusione.

Primo trimestre di gravidanza

  • 1° meseinizia dal primo giorno delle ultime mestruazioni (0 settimane + 0 giorni) e finisce a 4 settimane + 3 giorni
  • 2° mese: inizia a 4 settimane + 4 giorni e termina a 8 settimane + 5 giorni
  • 3° mese:  inizia a 8 settimane + 6  giorni e termina a 13 settimane + 1 giorno

Secondo trimestre di gravidanza

  • 4° mese:  inizia a 13 settimane + 2 giorni e termina a 17 settimane + 4 giorni
  • 5° mese: inizia a 17 settimane + 5 giorni e termina a 21 settimane + 6 giorni
  • 6° mese: inizia a 22 settimane + 0 giorni e termina a 26 settimane + 2 giorni

Terzo trimestre di gravidanza

  • 7° mese: inizia a 26 settimane + 3 giorni e termina a 30 settimane + 4 giorni
  • 8° mese: inizia a 30 settimane + 5 giorni e termina a 35 settimane +  0 giorni
  • 9° mese: inizia a 35 settimane + 1 giorno e termina a 40 settimane + 0 giorni

Pertanto se siamo ad esempio 18+2 siamo nella 19esima settimana e nel quinto mese di gravidanza.

Quali sono i sintomi gravidanza

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La gravidanza è un momento di grandi cambiamenti per il corpo di una donna. Alcune magari si vedono più “ingombranti”, mentre altre starebbero incinte tutta la vita, visto che l’attesa porta anche alcuni benefici, come:

  • seno più florido,
  • pelle più bella,
  • capelli più folti e lucidi.

nove mesi di gestazione portano con sé anche alcuni problemucci, tutti comunque facilmente affrontabili. Niente panico quindi se sentite qualche doloretto più del solito: non è l’età, ma la vostra condizione di donna gravida.

Partiamo dall’inizio. Come capire se si è rimaste incinte? Prima di scoprire di esserlo, leggevo in rete che molte donne, pur di auto convincersi di esserlo, s’inventano dei fanta-sintomi, o meglio interpretano dei segnali relativi ad altro come causa di gravidanza.  Alcune arrivano addirittura a smontare il test di gravidanza perché non credono che sia negativo (davvero, l’ho letto!).

Il sintomo inequivocabile dell’avvenuto concepimento è la mancanza di mestruazioni: “sventolare mutanda bianca” insomma è il segnale di cui ogni donna deve tenere conto per fare il test di gravidanza.

Esistono poi degli altri sintomi, più o meno soggettivi, che non si manifestano in tutte le donne, o che sono legati ad altro. Ecco quelli più comuni:

  • sanguinamento da impianto: si tratta di un episodio di spotting, ovvero di qualche macchia di sangue, che potrebbe significare l’avvenuto attecchimento dell’embrione nell’utero. Potrebbe però anche voler dire che il ciclo sta arrivando, oppure dei cambiamenti nel ciclo mestruale;
  • tensione o dolore al seno: anche in questo caso si può trattare dell’inizio della gravidanza, ma anche di altre cause come arrivo del ciclo, squilibri ormonali, pillola anticoncezionale.
  • stanchezza: i primi tempi della gravidanza vi potrà capitare di sentirvi molto affaticate e di avere molta voglia di dormire. Ma la stanchezza può anche significare altro, come stress, normale affaticamento, influenza o raffreddore.
  • nausea: le chiamano nausee mattutine, ma in realtà si possono manifestare anche in altri momenti della giornata. Di solito durano fino al terzo mese di gravidanza per poi diminuire e sparire. A volte provocano vomito. Altri motivi della nausea possono essere un’intossicazione alimentare o altri disturbi di stomaco;
  • mal di schiena: si potrebbe manifestare già all’inizio, ma  è negli ultimi mesi che proprio a causa dello sviluppo del feto che ormai pesa parecchio, si potrebbe soffrirne e si potrebbe far fatica a dormire per via del pancione. Che fare? Una soluzione è molto piacevole: farsi fare un bel massaggio dal proprio compagno, cosa che oltre a rilassare è un momento piacevole per la vita di coppia;
  • voglia di fare pipì più di frequente;
  • voglie di certi cibi: può capitare che si manifesti improvvisamente un bisogno impellente di un certo cibo, magari neanche tanto apprezzato prima della gravidanza.

Credenze popolari vogliono che un aumento della voglia di salato rappresenti la possibilità di aspettare un maschio, mentre la maggior voglia di dolce quella di una femmina. Non c’è però nulla di scientifico in questo, ricordatelo.

I sintomi di gravidanza più imbarazzanti

Negli Stati Uniti è uscito un libro intitolato Expecting 411: Clear Answers & Smart Advice for Your Pregnancy scritto da Michele M. Hakakha, medico e ginecologa, che vuole affrontare la gravidanza in maniera schietta: “Molte cose accadano al corpo di una donna quando è incinta e molte sono scioccanti: i peli crescono sulla tua pancia, problemi di stomaco e costipazione, perdite vaginali crescenti, emorroidi, giusto per nominarne qualcuno” – dice Hakakha – “Ci sono cose di cui le donne non parlano. Per questo c’è un po’ di imbarazzo”.

Vediamo insieme quali sono i sintomi di cui si parla poco:

1 – Eccesso di gas: virtualmente ogni donna può avere più gas intestinali. Questo perché la gravidanza provoca un eccesso di ormoni che può rallentare il tratto intestinale. In più durante la gravidanza non controlliamo più i muscoli come prima, e quindi può succedere di non riuscire a trattenere i gas. Anche se non ci può eliminare il problema, si può ridurre la tendenza alla flatulenza con esercizi e cambiamenti nella dieta: alcuni cibi infatti fanno produrre più gas quindi vanno eliminati: ad esempio bibite gassate, fagioli, broccoli, cavolfiori e frutta secca e nelle persone intolleranti al lattosio anche i prodotti caseari. Circa l’esercizio fisico questo aumenta la motilità intestinale, favorendo un più veloce passaggio del cibo e quindi meno ristagno di feci e meno produzione di gas.

Le prime settimane di gravidanza 

Nella prima settimana di gravidanza, solitamente, non si sa di essere incinte a meno che non si stia cercando di avere un bambino, ragion per cui si monitora il tutto. Normalmente ci si rende conto di essere in dolce attesa solo nel momento in cui non arriva il ciclo mestruale. In questo periodo, la prima settimana, chiaramente, non esiste alcun bambino ma solo dei follicoli, circa 15-20, che stanno maturando all’interno dell’ovaio, uno dei quali rilascerà l’ovulo che sarà pronto a essere fecondato dallo sperma. Vediamo, dunque, cosa succede a te, futura mamma, e al tuo bimbo restando al tuo fianco settimana dopo settimana e condividendo con te gioie, ansie e preoccupazioni.

Per essere chiare fino in fondo durante la prima settimana di gravidanza non si è ancora incinte poiché solo dopo questo periodo la cellula uovo viene fecondata dallo sperma all’interno delle tube di Falloppio, dando origine, in questo modo, a uno zigote che col passare del tempo si trasformerà in feto. Se vengono fecondate più cellule uovo si avrà una gravidanza gemellare.

Se hai appena scoperto di essere incinta ricordati che bisogna assolutamente condurre una vita sana per cui è necessario:

  • smettere di assumere alcool e droghe,
  • smettere di fumare,
  • mangiare cibi sani,
  • non praticare sport estremi o pericolosi, e
  • riposare.

Aumentano il livello di estrogeni che possono donare dell’energia in più e anche il progesterone che insieme alla prolattina sono i responsabili dei cambiamenti del corpo come per esempio il seno o l’aumento della temperatura o la stitichezza.

Il primo trimestre di gravidanza è ovviamente quello che per una donna è particolare: inizia infatti l’avventura che la porterà a diventare madre. Dal momento in cui il test è risultato positivo, mille pensieri balzano in testa. “Andrà tutto bene?”, “Sarà sano?”, “Speriamo che passino in fretta queste settimane!”. Sono solo alcune delle paure che una futura mamma manifesta.

D’altronde la pancia non si vede: si sta di aspettare un bambino, ma ancora non ci sono segni tangibili. Si, magari iniziamo a aumentare leggermente di peso (e non tutte!) ma non ci sono ancora evidenti cambiamenti esteriori. Eppure, anche se non ce ne accorgiamo, ci sono in realtà dei cambiamenti importanti nel nostro corpo. 

Nel primo trimestre di gravidanza ci sono invece dei segnali “invisibili” che indicano al corpo che è in corso “la dolce attesa”:

  1. Il cuore ha 15 battiti in più al minuto: se normalmente i battiti del cuore sono 70 dopo 12 settimane di gestazione infatti i battiti salgono tra gli 80 e i 90 al minuto. Perché? Perché il corpo deve portare più sangue per poter far fronte a tutti i cambiamenti che stanno avvenendo dentro di te.
  2. Inspiri di più: durante il primo trimestre di gravidanza la “ventilazione al minuto”, ossia il volume di gas (soprattutto aria) inalata o espirata dai polmoni al minuto, cresce del 50%.
  3. Sta crescendo un nuovo organo: oltre al bambino, stai facendo crescere anche la placenta, l’unico organo non permanente all’interno del corpo. Comincia a formarsi una settimana dopo il concepimento e produce l’hcg, l’ormone che viene rilevato durante il test di gravidanza.
  4. Il corpo produce un nuovo ormone:  l’hcg è tra l’altro l’ormone responsabile delle nausee mattutine durante il primo trimestre.
  5. Le arterie si dilatano e il sangue scorre più veloce: avrai notato che devi fare pipì più spesso durante le prime settimane? Questo avviene anche perché le arterie si dilatano e il tuo sangue scorre più veloce , quindi più sangue arriva ai reni che per questo devono lavorare di più e  quindi producono più urina nella vescica. Per essere precisi il sangue scorre 3,5 volte più veloce rispetto al periodo precedente la gravidanza e le arterie raddoppiano come ampiezza.
  6. La cistifellea cresce: durante il primo trimestre la cistifellea (organo che aiuta la digestione) cresce perché aumenta l’ammontare di ormoni (il progesterone) nel corpo. Crescendo però rallenta il suo funzionamento, favorendo così il senso di costipazione e un maggiore rischio di calcoli biliari.
  7. Il corpo produce progesterone 16 volte in più: il progesterone, uno dei più importanti ormoni della gravidanzaè la causa di alcuni sintomi come la stanchezza e l’aspetto non proprio roseo. I livelli di progesterone aumentano durante tutta la gravidanza, ma è proprio durante il primo trimestre che si ha il picco.
  8. La temperatura basale aumenta: la temperatura basale, ossia a riposo, aumenta di circa 0,4 gradi per tutti i cambiamenti ormonali in corso.

Dolori al basso ventre in gravidanza 

dolori al basso ventre in genere sono normali e sono sintomo della gravidanza, visto che sono dovuti al corpo luteo, la ghiandola che produce il progesterone e che nel caso di gravidanza continua a produrlo e quindi fa sentire dolore. Nei primi tre mesi è piuttosto normale avvertire tensione, fastidio e peso, esattamente come nel ciclo mestruale, visto che accompagnano l’utero in crescita. Se però sono insistenti o accompagnati da perdite di sangue rosso vivo è meglio consultare il ginecologo.

Come cresce il bambino all’inizio della gravidanza

crescita feto
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Nella prima settimana di gravidanza ogni zigote, futuro feto, è formato da 36 cromosomi, forniti da entrambi i genitori, che contengono il materiale genetico che determina le caratteristiche del bambino:

  • sesso,
  • colore degli occhi,
  • colore dei capelli,
  • altezza,
  • e ogni altro tratto distintivo dello stesso.

In questo periodo il tuo futuro bambino si chiama blastocito e ha delle dimensioni microscopiche. Più in là nelle settimane la parte esterna del blastocito diventerà placenta e la parte interna darà origine all’embrione.

È vero che nella stragrande maggioranza delle volte la prima settimana di gravidanza passa del tutto inosservata ma è vero anche che il tuo corpo può mandarti dei segnali chiari che lasciano presumere una probabile gestazione. Ecco quali:

  • ritardo del ciclo
  • tensione e gonfiore del seno
  • fastidio ad alcuni odori
  • maggiore sensibilità ed irritabilità
  • fame
  • stanchezza
  • nausea
  • dolori alla schiena
  • sonnolenza
  • euforia inspiegabile
  • vomito
  • aumento della libido
  • minzione frequente
  • voglie strane

Il test è positivo? Allora recati nel laboratorio di analisi più vicino a te e fai un prelievo del sangue, o un test delle urine, per conoscere la quantità dell’ormone Beta-HCG che, variando settimana dopo settimana, riuscirà a dirti, con esattezza, da quanti giorni sei in dolce attesa.

Dopo che è avvenuto il concepimento, alla fine della prima settimana di gravidanza, l’embrione misura 0,1 millimetri. Quando si scopre di essere incinte è bene cominciare fin da subito ad assumere l’acido folico usato per esempio contro la spina bifida. Meglio iniziare a due mesi dal concepimento perché – come dicono le ricerche – funziona meglio.

Durante la seconda settimana di gravidanza l’ovulo è stato, ormai, fecondato dallo spermatozoo all’interno della tuba di Falloppio e l’impianto embrionale si è ben radicato nell’utero. Ormai sei una mamma! Nelle prime due settimane è possibile avere alcune macchie di sangue definite perdite da impianto che non devono preoccuparti. Chiaramente se noti che le perdite durano molto e aumentano di intensità è il caso di avvertire il tuo medico curante o il tuo ginecologo.

Durante la seconda settimana di gravidanza i sintomi, molti dei quali possono lasciar pensare alla sindrome premestruale, sono gli stessi di quelli descritti nella prima settimana di gravidanza, quando la cellula uovo si trova nella tuba di Falloppio. È probabile che ti senta stanca, apatica nonché “vittima” di nausea e vomito. Gli odori forti possono darti fastidio e il tuo umore può subire repentini cambiamenti. Tranquilla, è tutto normale, passerà!

I valori del tuo Beta-HCG, l’ormone che viene prodotto dall’organismo della donna solo nel momento in cui l’embrione si impianta nell’utero, nella seconda settimana sono tra i 45 e i 1175 mU/ml. La presenza di tale ormone, come saprai, è individuabile attraverso l’esame del sangue o delle urine.

Ricordati che da adesso in poi è assolutamente vietato fumare, bere alcolici o utilizzare droghe di qualsiasi genere, il tuo bambino potrebbe subire seri danni. Se puoi cerca di evitare anche di utilizzare le tinture per i capelli perché nocive, nel caso ne fossi costretta ricorda di usare quelle naturali prive di ammoniaca.

Nella seconda settimana di gravidanza l’embrione ha un’età approssimativa di 7-14 giorni,è formato da 150 cellule e ha tre strati che vengono chiamati foglietti embrionali:

  • endoderma, definito anche strato interno, che darà origine alla formazione del sistema respiratorio e digerente,
  • mesoderma, definito anche strato intermedio, dal quale si formeranno gli organi genitali, le ossa, i reni, i vasi sanguigni e i muscoli,
  • ectoderma, o strato esterno, dal quale si svilupperanno il cervello, i nervi, la pelle e i capelli.

Una macchina perfetta che, lavorando all’unisono, darà vita al tuo bellissimo bambino.

Che cosa non fare durante le prime settimane di gravidanza

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Durante le prime settimane gravidanza in generale è bene seguire il consiglio di ascoltare il proprio corpo: è vero che non è una malattia, ma qualche precauzione in più non è mai troppa.

Appena il test è positivo chiamate subito il ginecologo per capire il da farsi: può darsi che vi dia da fare subito le Beta-HCG per vedere se nel giro di qualche giorno triplicano il loro valore (e quindi la gravidanza sta proseguendo bene) oppure c’è chi preferisce vedersi direttamente alla prima ecografia attorno alla settima settimana (tra 6+0 e 6+6) per controllare che ci sia l’impianto in utero (per il battito di solito si aspetta attorno alla nona settimana).

Per non correre dei rischi sarebbe meglio evitare gli sport troppo violenti o energici che possono aumentare il rischio di aborto; no allora a sci, arti marziali o equitazione.

Ci sono poi delle domande che spesso attanagliano le future mamme come per esempio quali farmaci prendere, se si può viaggiare o se si può continuare a fare i colpi di sole o la tinta in gravidanza.

FAQ: le domande più frequenti fatte dalle future mamme

I dubbi all’inizio di una gravidanza possono essere molti. Cerchiamo insieme di rispondere alle più comuni.

Si può volare in gravidanza?

Barbara S. Levy, ginecologa, sul sito babycenter risponde a questo quesito. “Sì, a meno che la gravidanza non sia troppo avanzata o che non ci siano delle difficoltà accertate. In ogni caso, è una buona idea discutere dei piani di volo con il vostro dottore o l’ostetrica prima di prendere l’aereo”

Ci sono alcune situazioni in cui non è molto sicuro viaggiare, come:

  • alcuni segni di possibile aborto, come crampi, dolore o sanguinamento
  • avere un’insufficienza cervicale 
  • preeclampsia
  • essere sotto osservazione per un parto pre termine
  • avere una rottura prematura delle membrane (PROM) che significa che si perde liquido amniotico o le acque si sono rotte ma che non sei ancora in travaglio 

Il tuo medico potrebbe anche raccomandarti di non volare:

  • se hai una gravidanza gemellare dopo 28 settimane
  • se hai delle restrizioni intrauterine
  • se avete avuto una storia di aborto o di gravidanza extrauterina
  • se avete una placenta previa o altre anormalità della placenta 
  • se avete delle condizioni croniche mediche, come il diabete o la pressione alta, che non sono ben controllate 
  • se avete una storia di coaguli di sangue, parlatene con il vostro medico prima di considerare di fare dei viaggi molto lunghi.
  • sarebbe poi meglio non volare durante l’ultimo mese di gravidanza, quando c’è maggiore possibilità di entrare in travaglio.
  • Se state pianificando di viaggiare durante il terzo trimestre, informatevi prima con la compagnia aerea per vedere quali sono le politiche di trasporto per le donne in attesa e l’eventuale documentazione.

Se viaggiate in un posto che non conoscete, chiedete alla vostra ostetrica se vi può aiutare a trovare un indirizzo medico della vostra destinazione nel caso abbiate bisogno di attenzione medica durante la vacanza.

  • Stilate una lista completa di contatti da chiamare per le emergenze, se siete nel secondo o nel terzo trimestre,
  • portatevi una copia del vostro libretto sanitario se necessario.

Finché siete in salute e non avete problemi ostetrici, non c’è motivo per cui non possiate viaggiare; non preoccupatevi per gli scanner dell’aeroporto: le radiazioni sono a bassa frequenza e non possono far del male né a voi né al bambino.

Durante il volo, ci sono alcune cose che potete fare per avere il volo più confortevole:

  • cercate per esempio un posto che sia vicino al bagno;
  • indossate dei vestiti premaman supportati da delle calzamaglie che possono aiutarti a migliorare la circolazione.
  • non bevete o mangiate cibi e bevande gasate o che possono produrre gas come fagioli, cavoli e acqua gasata.

Circa il 15% delle gravidanze si interrompe nelle prime 12 settimane. I primi 3 mesi di gravidanza, infatti, sono i più delicati. Per questo molte donne preferiscono non annunciare la gravidanza prima della fine del terzo mese, quando saranno sicure che l’ovulo fecondato si sia impiantato bene e la gravidanza si sia avviata senza problemi. Nei primi mesi di gravidanza si possono seguire alcune precauzioni in più per scongiurare il rischio di un aborto.

E’ sempre bene seguire i consigli del ginecologo, soprattutto se ci sono dei problemi che potrebbero mettere a rischio il buon andamento della gravidanza. In assenza di particolari problemi, basta un po’ di buon senso: evitare fumo e alcolici, evitare i farmaci (a meno che non siano stati prescritti dal medico, informato sullo stato di gravidanza), seguire una alimentazione sana, riposarsi ed imparare ad ascoltare i bisogni del proprio corpo.

Si può fare la tinta in gravidanza?

Se siete in dolce attesa e vi state chiedendo se potete continuare a farvi il colore ai capelli sicuramente vi sarete imbattute nella famosa teoria secondo la quale le sostanze contenute nelle tinta potrebbero entrare in circolo nel vostro sangue (per esempio attraverso un piccolo taglietto o abrasione sulla cute) arrivando al feto per poi essere eliminate attraverso le urine.

In realtà gli studi fatti fino a oggi non hanno mai riscontrato una maggiore incidenza di anomalie, malformazioni o deficit fetali nei figli di donne che durante la gravidanza si sono tinte i capelli. Tuttavia, per precauzione, molti ginecologi sconsigliano di farsi la tinta ai capelli, almeno nei primi 3 mesi di gravidanza.

In realtà i suddetti rischi (che, ricordiamolo, non sono comunque provati) non valgono nel caso dei colpi di sole. Il motivo? I colpi di sole vengono fatti partendo da qualche millimetro fino a qualche centimetro dalla cute, quindi le sostanze utilizzate per la schiaritura (ammoniaca, ossigeno, ecc) non entrano in contatto con la pelle e, di conseguenza, con il vostro sangue e con il feto.

Quindi sì, i colpi di sole in gravidanza si possono fare, magari seguendo qualche accortezza:

  • rivolgetevi a un salone specializzato e lasciate perdere l’home made;
  • assicuratevi di essere posizionate in una zona ben areata, magari di fianco a una finestra, in modo da non “respirare” sostanze potenzialmente tossiche;
  • fate i colpi di sole dal quarto mese di gravidanza in poi;
  • chiedete al vostro parrucchiere di utilizzare la “cuffia” bucherellata in modo da evitare qualsiasi rischio che il prodotto entri in contatto con la vostra cute.

Si può fare la sauna in gravidanza?

alcuni ricercatori hanno ritenuto importante approfondire la questione attraverso uno studio della capacità di autoregolazione della temperatura corporea in gravidanza e l’impatto effettivo allo stress da calore sulle future mamme. Per farlo, sono stati confrontati i risultati di 12 studi pubblicati fino a luglio 2017 sulla reazione allo stress da calore e sono state effettuate misurazioni sulla temperatura corporea di 347 donne in dolce attesa mentre queste facevano sport o mentre si sottoponevano a un riscaldamento “passivo” entrando in una sauna o un bagno turco.

I risultati, pubblicati sul British Journal of Sports Medicine, sono stati sorprendenti perché nessuna delle donne prese in esame ha superato i 39° di temperatura corporea. Chi praticava esercizio fisico aveva in media una temperatura di 38,3°C, chi faceva esercizio in acqua di 37,5°C e persino chi entrava in sauna con il pancione arrivava in media a una temperatura corporea di 37,6°C. Anzi, i ricercatori hanno persino evidenziato che man mano che progredisce la gravidanza l’innalzamento della temperatura corporea in queste situazioni è via via più esiguo.

In caso di gravidanza fisiologica in cui si esclude il rischio di parto prematuro, dunque, secondo lo studio una donna incinta può sottoporsi a 35 minuti di esercizio aerobico ad alta intensità (frequenza cardiaca all’80-90% rispetto alla massima) con una temperatura esterna fino a 25°C e umidità relativa del 45%. Anche 45 minuti di esercizi in acqua (con temperatura da 28,8 a 33,4°C) non possono che far bene a chi si prepara alle fatiche del parto e, in generale, vuole restare in forma. Sì anche a 20 minuti di relax in un bagno turco (40°C) o in sauna (70°C, 15% di umidità relativa).

Gravidanza extrauterina o gravidanza ectopica

La gravidanza extrauterina (gravidanza ectopica, GEU) quasi sempre, coglie di sorpresa la donna causandole, spesso, un vero e proprio trauma. Infatti chi sta portando avanti la propria gravidanza si ritrova a dover affrontare l’eventualità di un intervento chirurgico per il rischio di emorragia interna.

Foto da Unsplash

Si tratta di una gravidanza che ha la frequenza di circa l’1% e si parla di gravidanza ectopica quando l’embrione si impianta all’esterno dell’utero (nel 98% dei casi in una tuba), dove dovrebbe invece dovrebbe formarsi. Questa situazione, purtroppo, se non diagnosticata in breve tempo, è causa di conseguenze molto importanti per la donna. 

Le cause principali per le quali si formano le gravidanze extrauterine riguardano problemi a carico delle tube:

  • la salpingite (infiammazione della salpinge o tuba uterina),
  • la gonorrea e la clamidia (infezioni ginecologiche)
  • altre malattie sessualmente trasmissibili,
  • insuccesso di metodi di sterilizzazione,
  • chirurgia delle tube,

Ma possono anche ricondursi

  • all’assunzione di particolari farmaci,
  • all’endometriosi,
  • alla spirale (dispositivo anticoncezionale intrauterino).

In alcuni casi, però, la gravidanza extrauterina può verificarsi anche senza alcun motivo specifico. Tuttavia, da studi effettuati, si evince che la donna che ha già avuto un episodio, ha più possibilità di averne anche una seconda, per cui deve essere ben seguita se ha intenzione di avere un bambino.

I sintomi della gravidanza extrauterina

Ogni donna che ha un ritardo del ciclo mestruale, delle perdite ematiche insolite e un dolore al basso ventre, deve essere considerata a “rischio” di gravidanza extrauterina finchè questa diagnosi non venga esclusa.

Inoltre i livelli del beta-hcg (gonadotropina corionica), che è l’ormone che indica la gravidanza, sono inferiori alla norma (in una gravidanza normale il tempo di raddoppiamento del beta-HCG è di 1,5 giorni all’inizio della gravidanza e 3 giorni alla 7a settimana).

In alcuni casi si sospetta di una gravidanza extrauterina quando durante l’ecografia

  • non si riesce a individuare l’impianto all’interno dell’utero,
  • viene scoperta un’attività cardiaca nella tuba,
  • vi è presenza di sangue in addome,
  • si scopre una sospetta massa ecogenica distinta dall’ovaio.

La diagnosi di gravidanza extrauterina viene effettuata tradizionalmente con un’ecografia transvaginale, dopo la quale, se attesta che ci si trovi in una situazione di GEU, si decide la terapia da adottare che può essere

  • farmacologica,
  • chirurgica, ovvero si asporta la tuba coinvolta tramite laparoscopia
  • d’attesa, cioè la donna espelle da sola il prodotto del concepimento tramite un aborto tubarico.

Poiché la gravidanza extrauterina è un’esperienza traumatica sia dal punto di vista fisico che da quello emotivo, è opportuno lasciare tutto il tempo necessario alla donna prima di parlare di una nuova gravidanza.

Gravidanza isterica

Si chiama gravidanza isterica o falsa gravidanza un disturbo di natura psicosomatica in cui la donna ha dei sintomi molto simili ad una gravidanza, tanto da convincersi di essere per davvero incinta. Si tratta di un fenomeno – piuttosto raro a dir la verità – dovuto al fortissimo desiderio di avere un figlio, non realizzato per cause di sterilità o per le fortissime pressioni psicologiche su quando si diventerà genitori. Si può anche manifestare nel caso opposto, ovvero quando la donna ha il terrore di rimanere incinta oppure non vuole esserlo.

Si tratta di un disturbo molto antico: addirittura il primo a parlarne è stato Ippocrate nel 300 a.C., ma anche nel Medioevo e nell’Inghilterra del 1500; si dice infatti che Maria Tudor – passata alla storia come Maria La Sanguinaria – ne abbia sofferto.

Ci possono essere dei fattori di rischio come per esempio – oltre a quelli già citati – legati a insufficienza epatica, lupus, neoplasie addominali, iponatriemia e colecistite. Sono maggiormente esposte le donne che:

  • soffrono di depressione
  • donne con infertilità che hanno tentato a lungo di concepire un bambino
  • le donne che hanno recentemente avuto (spontaneo o indotto).
  • le donne che hanno paura di una gravidanza indesiderata o che si sentono colpevoli dopo un rapporto sessuale.

I sintomi possono essere appunto molto simili a quelli di una gravidanza come:

  • assenza di mestruazioni
  • nausea
  • ingrossamento del seno
  • aumento di peso
  • movimenti fetali
  • produzione di latte

Eppure non esiste alcun bambino, come possono testimoniare facilmente l’ecografia e gli esami del caso. Il termine pseudociesi o gravidanza isterica è stato ideato da John Mason Good nel 1923 e significa appunto “falsa gravidanza” dal greco  pseudes (falsa) and kyesis (gravidanza).

L’età media delle donne affette da questa patologia è di 33 anni, anche se la letteratura scientifica ha riportato di casi di bambine e di persone anziane. Spesso alla base ci sono fattori psicologici, che inducono il corpo a credere, anche a causa dei cambiamenti ormonali, che appunto sia in corso una gestazione.
Riconoscerla è abbastanza semplice: basta appunto un test di gravidanza, per cui questo tipo di problematica è facilmente individuabile. Nei Paesi in cui per esempio questi non sono disponibili o nelle culture in cui la gravidanza ha un grosso valore e la donna che non ha figli viene considerata un fallimento, la pseudociesi è molto più comune. 

L’unica via possibile per guarire è il supporto psicologico, trattandosi di un disturbo psicosomatico: ecco perché è importante che la donna si faccia aiutare da una persona competente che l’aiuti a capire come mai abbia vissuto questa patologia e a guarire in modo che possa vivere con più serenità il futuro, anche riguardo ad un possibile rapporto ambivalente verso l’essere madre.

Gravidanza a rischio

Foto da AdobeStock

La gravidanza è sicuramente un momento fondamentale nella vita di ogni donna, ma ci possono essere delle situazioni di cui si parla poco e che possono minare questi mesi di attesa. Si tratta della gravidanza a rischio che può manifestarsi con:

  • dolori addominali,
  • piccole contrazioni e perdite vaginali bianche e non maleodoranti
  • perdite di sangue;
  • perdite acquose abbondanti;
  • dolori forti al basso ventre;
  • bruciore intimo, prurito, sintomi tipici della cistite
  • contrazioni regolari.

Se poi si aspettano due gemelli, sicuramente il corpo della donna è molto più affaticato e la gravidanza può presentarsi difficile. Le complicazioni della gravidanza a rischio gemellare possono essere:

  • aborto;
  • malformazioni fetali
  • alterazioni cromosomiche;
  • morte perinatale;
  • ridotto accrescimento fetale;
  • sindrome di trasfusione feto-fetale;
  • anemia
  • ipertensione
  • diabete gestazionale
  • rottura prematura delle membrane e di parto pretermine.

Gravidanza a rischio moduli Inps 

Nel caso di gravidanza a rischio, se la donna è una lavoratrice dipendente, può usufruire della maternità anticipata, mentre le donne disoccupate o le libere professioniste che versano i contributi alla gestione separat Inps possono usufruirne solo per motivi legate alle ragioni di salute e non all’ambiente di lavoro.

Se il ginecologo accerta la gravidanza, bisogna recarsi alla Asl territoriale portando tutti i documenti utili ai fini della richiesta di maternità anticipata, che sono:

  • certificato di gravidanza;
  • documentazione medica del ginecologo che attesta la gravidanza a rischio;
  • documento di identità.

L’Asl fotocopia la domanda da portare poi al datore di lavoro; nel caso in cui poi la gravidanza fosse ritenuta a rischio per l’ambiente e per il tipo di mansioni svolte, può essere lo stesso datore di lavoro che può inoltrare la domanda allaDirezione Territoriale del Lavoro.

Alle lavoratrici dipendenti viene pagato l’80% dello stipendio, anche se si può arrivare fino al 100% della somma se previsto dal contratto collettivo di riferimento. Se invece la mamma è una libera professionista iscritta alla Gestione separata Inps, la maternità viene pagata direttamente dall’ente.

La pancia in gravidanza: come cambia 

A far capire cosa succede è un’istallazione del Museum of Science+Industry di Chicago, dove si trova la versione interattiva del progetto, chiamata Make Room for Baby: si tratta di un video  che mostra il cambiamento del corpo femminile dal punto di vista anatomico ed è interattivo. 

Si può infatti fermare o mandare avanti il video a seconda dell’epoca gestazionale che interessa; a questo si aggiungono le testimonianze delle future mamme.

Primo trimestre:

  • settimane 1-4: il corpo produce ormoni
  • settimane 5-8: l’estrogeno aumenta di 1000 volte
  • settimane 9-12: il cuore pompa più forte

Secondo trimestre:

  • settimane 13-16: il feto inizia a muoversi
  • settimane 17-20: voglie e rifiuti di cibo
  • settimane 21-24: l’utero cresce velocemente

Terzo trimestre:

  • settimane 25-28: il bambino si muove 30 volte al giorno
  • settimane 29-32: gli organi sono spremuti
  • settimane: 33-36: muscoli e articolazioni si allentano

Nascita:

  • l’utero si contrae e la cervice si espande
  • gli ormoni innescano i crampi uterini

Alla fine poi si vede come il corpo ritorna alla normalità dopo il parto.

Interessanti sono i cambiamenti tra la 29esima e la 32esima settimana: i polmoni per esempio si comprimono, al punto che la mamma può sentirsi mancare il fiato.

La pancia in gravidanza è in continua evoluzione, visto che cambia ogni mese; non esiste una pancia uguale all’altra perché la sua forma dipende dalla conformazione fisica della mamma e dalle gravidanze  già avute.
Con la prima gravidanza la pancia impiega di più a mostrarsi, visto che i muscoli hanno una tenuta maggiore: attorno al quarto mese dovrebbe cominciare a diventare evidente, mentre per chi ha già avuto figli si può già notare prima. Di solito è attorno al quinto mese che la pancia è davvero “presente”, mentre nelle ultime settimane addirittura potrebbe leggermente ridursi visto che il bambino è “in posizione”, incanalato con la testa nel bacino.

Potrebbe poi apparire attorno al terzo mese – ma anche più tardi – una linea scura, marrone, detta infatti “linea nigra” che va dall’ombelico fino al pube: non c’è da preoccuparsi, visto che si tratta di un cambiamento legato alla maggior produzione di  melanociti, le cellule della pelle che producono la melanina, responsabile del colore della pelle.  Dopo il parto, regredisce spontaneamente fino a sparire nel giro di qualche mese.

La forma della pancia in passato – in realtà qualcuno lo dice ancora oggi – serviva per capire il sesso del nascituro (tonda se è femmina, a punta se è maschio). In realtà serve per dare delle delle altre informazioni: per esempio se la pancia è molto sporgente potrebbe essere che il bambino sia podalico, ovvero che si presenti di sedere.  Può incidere anche il liquido amniotico: se è ridotto – come accade alla fine del terzo trimestre – la pancia è meno rotonda.

Alimentazione in gravidanza: linee guida

Sei in gravidanza? “Allora devi mangiare per due”: questo te lo dicono le nonne, convinte che si debba ingerire una quantità maggiore di calorie perché il corpo deve fare un super lavoro con la presenza del bambino. In realtà questo modo di pensare è sbagliato, anche se le informazioni per le donne su quello che devono mangiare durante la gravidanza non sono ancora diffuse in molte famiglie, mettendo a rischio la salute delle donne e dei loro neonati.

gravidanza peso

In generale – secondo AOGOI, l’Associazione ginecologi e ostetrici ospedalieri – nel documento “Nutrizione durante la gravidanza e l’allattamento – il peso giusto da prendere nel periodo della gestazione è:

  • 12.7 kg- 18.2 kg nel caso in cui si partisse da una situazione di sottopeso (in caso di Indice di Massa Corporea inferiore a 18.5)
  • 11-16 kg nel caso in cui si fosse in una situazione di normopeso (con BMI, Indice di Massa Corporea tra i 18.5 e i 24.9)

Diverso è il caso delle donne con un quadro di sovrappeso o obesità:

  • Sovrappeso (BMI 25-29.9): il peso da prendere a fine gravidanza è tra 2.7-9.0 kg
  • Obesità classe 1: tra i 2.3-6.8 kg
  • Obesità classe II: qui bisogna perdere addirittura peso oscillando tra – 4.0 a +4.0 kg
  • Obesità classe III: perdere 6.8 fino a un aumento di 9 chili

Un sondaggio  commissionato dal National Charity Partnership, una partnership tra Diabetes UK, la British Heart Foundation (BHF) e Tesco, ha scoperto che:

  • più di due terzi delle donne incinte (69%) non sono a conoscenza di quanti extra calorie devono consumare durante la gravidanza. 
  • più di sei su dieci (63%) riferiscono di sentirsi sotto pressione per mangiare di più del normale
  • il 14% delle intervistate dice di essere continuamente sotto pressione 

Il National Charity Partnership sta lavorando con il Royal College of Obstetricians and Gynecologists (RCOG) per colpire il mito di “mangiare per due” e rendere più facile per le persone capire come fare scelte sane durante la gravidanza ed evitare di guadagnare peso malsano.

Alex Davis, capo della Prevention for the National Charity Partnership ha dichiarato: “Il mito di” mangiare per due” è esistito per anni, ma è assolutamente inutile. Mangiare sano e consumare una porzione sana è importantissimo prima, durante e dopo la gravidanza per aumentare le probabilità di concepire naturalmente, ridurre il rischio di gravidanza e complicanze legate alla nascita e rimuovere problemi di salute come il diabete di tipo 2 e le malattie cardiache e circolatorie nel lungo -termine.”

I bisogni energetici non dovrebbero cambiare nei primi 6 mesi di gravidanza e le donne dovrebbero ingerire 200 calorie in più solo nell’ultimo trimestre della gravidanza.  Ciò equivale a due pezzi di pane tostato integrale con olio d’oliva  o una piccola manciata di noci, semi e frutta secca. Tuttavia, pare che queste informazioni non raggiungano la maggior parte delle famiglie.

Secondo l’indagine:

  • più di una donna su tre in gravidanza crede di aver bisogno di mangiare 300 o più calorie in più ogni giorno e circa sei su dieci (61%) pensano di iniziare a consumare queste calorie extra nel primo o secondo trimestre.
  •  una donna su 4 in gravidanza (26%)  ammette di usare il fatto di ‘mangiare per due’ per mangiare snack o pasti poco sani.

Il professor Janice Rymer, vicepresidente della  RCOG, ha dichiarato: “Mangiare troppo durante la gravidanza e mettere troppo peso può essere dannoso per madre e bambino. Le donne che sono in sovrappeso durante la gravidanza hanno un rischio aumentato di avere un aborto spontaneo e di sviluppare il diabete gestazionale,  la pressione sanguigna e la pre-eclampsia. E’ anche più probabile avere un bambino prematuro, avere un cesareo, sperimentare un’emorragia dopo la nascita o sviluppare un coagulo che può essere pericoloso per la vita. Inoltre, le donne in sovrappeso hanno bambini più grandi che hanno essi stessi  più probabilità di diventare obesi e conseguenti problemi di salute“.

È importante, prima di tutto, che la gestante si nutra in modo regolare, evitando di saltare pasti o, al contrario, di nutrirsi in modo pressoché continuo, perdendo completamente il controllo dell’introduzione alimentare globale giornaliera.

Questo controllo è importante, perché la gravidanza crea nell’organismo della donna una nuova situazione che dal punto di vista dietetico comporta un aumento delle necessità caloriche. Innanzi tutto parte delle sostanze alimentari introdotte vengono utilizzate dal feto per la sua formazione e crescita. Il feto infatti prende, dall’organismo materno, tutto quanto gli serve in modo, entro certi limiti, indipendente dalle necessità dell’organismo materno stesso.

Quindi, se una certa sostanza è disponibile in modo limitato, insufficiente, la carenza è particolarmente risentita dalla madre e meno dal feto che se ne assicura la maggior parte. Una eventuale sottoalimentazione perciò, pur nuocendo al feto, debiliterà soprattutto la madre.

La presenza del feto non è l’unico fenomeno nuovo di interesse dietetico che si realizza nell’organismo della donna incinta, importanti sono anche:

  • la crescita dell’utero, cioè la formazione di nuovo tessuto muscolare che deve essere nutrito,
  • l’aumento della massa sanguigna, necessario perché la placenta possa venire convenientemente irrorata.

Tutti questi fenomeni determinano una necessità di aumento di razione calorica, cioè, in pratica della quantità di alimenti assunti nella giornata, e questa necessità si fa sentire con più intensità soprattutto nell’ultimo trimestre di gravidanza.

Per avere un’idea di ciò che è permesso e ciò che invece non è consigliato in gravidanza, vi forniamo uno schema diviso per tipologie di cibo. Si tratta di una tabella molto utile che permette di individuare nello specifico che cosa è consentito e cosa no.

CIBI SI 

  • Formaggi duri:  parmigiano, asiago, emmenthal, pecorino, provolone, tome;
  • Formaggi morbidi: crescenza, feta (di latte pastorizzato), scamorza, caciotta, ricotta, robiola, mozzarella (di latte pastorizzato), caprino, fiocchi di latte, formaggini, formaggio spalmabile;
  • Latte:  pastorizzato, UHT di mucca, capra e pecora.
  • Gelati:  gelati confezionati, ghiaccioli, sorbetti che non contengono uova o latte.
  • Uova: uova sode appena cucinate e non fredde; omelette ben cotte, uova strapazzate, in camicia e fritte ben cotte, uova e albumi pastorizzati e liofilizzati.
  • Salse: maionese confezionata, salse a base di uova pastorizzate e liofilizzate.
  • Carne: carni ben cotte, carni conservate cotte, prosciutto cotto e mortadella, pollame e cacciagione ben cotti.
  • Pesce:  pesci ben cotti e ancora caldi, tonno (non più di 3  volte a settimana per evitare l’accumulo di mercurio), salmone affumicato, molluschi ben cotti e appena cucinati.
  • Frutta e verdura: di tutti i tipi, ma meglio senza buccia, oppure lavata con apposite soluzioni disinfettanti (tipo Amuchina per intenderci)
  • Insalate:  si, se lavata accuratamente con le soluzioni disinfettanti (anche quella già lavata confezionata).
  • Piatti pronti:  torte salate scaldate ad alte temperature, alimenti che contengono uova,  pollo, pesce e frutti di mare, cotti ad alte temperature.

CIBO NO:

  • Formaggi a crosta bianca:  brie, brie blu, camembert, taleggio (a meno che non facciano parte di piatti cotti);
  • Formaggi ‘blu’:  gorgonzola, roquefort (a meno che non facciano parte di piatti cotti); formaggi non pastorizzati: fontina.
  • Latte non pastorizzato:  crudo, non trattato, di tutte le varietà.
  • Gelati: gelati i sorbetti fatti in casa che contengono uova o latte, gelati artigianali (creme) che contengono uova, gelati frullati come quelli venduti nei chioschi ambulanti.
  • Uova crude: uova crude e cibi che ne contengono, come salse fatte in casa, bernese, maionese fresca, mousse o dolci senza cottura, uova a la coque e omelette poco cotte.
  • Dolci a base di uova: tiramisù, zabaione, creme brulèe e meringhe.
  • Carne:  carne cruda o poco cotta, tartara, carpaccio, carni affumicate o conservate senza cottura, come pancetta, prosciutto crudo, salame, speck, bresaola.
  • Rosticceria: carni già cotte di rosticceria, carne fredda venduta nel banco rosticceria.
  • Pesce:  pesce crudo o poco cotto, carpaccio, sushi e sashimi, squalo, pesce aguglia e pesce spada, pesce affumicato non cotto, integratori a base di olio di pesce, molluschi crudi, ostriche.
  • Piatti pronti: cibi non riscaldati, torte salate e quiche fredde, specialità fredde di rosticceria a base di carne, pesce uova o salumi, patè.

L’uso delle bevande alcoliche, aperitivi e liquori, deve essere evitato nella maniera più assoluta.

Si può bere il vinoUn bicchiere di vino o di birra al pasto potrebbe essere utile a quelle future mamme che siano già abituate. E’ stato, infatti, rilevato come queste bevande esplichino una azione stimolante sulla digestione, che in gravidanza potrebbe risultare molto difficile, come accade nella maggior parte dei casi.

Si può bere il caffè? L’uso del caffè è controverso. Diciamo che, in linea di massima, una tazza al mattino e una dopo i pasti non sono sconsigliate. Anche perché la caffeina può aiutare il sistema circolatorio delle mamme. E come sappiamo sono molte le gestanti che soffrono di pressione bassa. Ma prima di ogni decisione chiedete sempre consiglio al vostro ginecologo.

Per tutte le bevande, comunque, il consiglio indistinto è: buon senso moderazione. Qualsiasi eccesso potrebbe infatti rilevarsi dannoso non solo per la mamma, ma anche per il nascituro! Moderazione significa non abusare delle libertà di scelta nella dieta che ogni mamma ha.

Ricordiamoci che non siamo sole ma in due, ed in alcuni casi i cuccioli potrebbero essere di più, pertanto nel nostro regime alimentare non possiamo essere “egoiste”, ma dobbiamo pensare, prima di tutto, a ciò che è meglio per i nostri figli! Ovviamente senza esagerare neanche in questo casoE quindi vale sempre l’antico adagio: “In medio stat virtus”.

Per quanto riguarda la dieta vegana e vegetariana in gravidanza, i pareri sono controversi.

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